Bruxelles ha annunciato che entro il 2026 reperirà fino a 250 miliardi sui mercati tramite obbligazioni verdi: serviranno a finanziare un terzo dell’impianto del Recovery Plan e a sostenere la transizione ecologica nei vari Pnrr
La transizione ecologica è un affare anche per i mercati finanziari. Ne è convinta l’Unione europea, che vuole diventare il principale emittente al mondo di green bond. L’intenzione della Commissione, comunicata questa settimana alla ripresa delle attività a Bruxelles, è di emettere fino a 250 miliardi di euro in obbligazioni verdi entro la fine del 2026: non solo un ammontare di tutto rispetto, ma anche e soprattutto circa un terzo del totale degli 800 miliardi destinati a finanziare la ripresa dei Ventisette attraverso il Recovery Plan Next Generation EU.
I fondi così mobilitati sui mercati serviranno a finanziare solo ed esclusivamente i progetti verdi al centro dell’impianto del piano. A conferma del fatto che la transizione ecologica costituisce il principale pilastro del Next Generation EU, gli interventi green devono necessariamente rappresentare almeno il 37% della dotazione economica di ciascun Piano nazionale di ripresa e resilienza (Italia e Germania si attestano attorno al 40%, la Francia supera il 50): si va dall’efficientamento energico alle rinnovabili, passando per la modernizzazione dei trasporti e la “cura del ferro”, – come l’ha chiamata anche il Ministro italiano per le Infrastrutture e la mobilità sostenibili Enrico Giovannini – cioè il potenziamento delle reti ferroviarie (nel nostro Paese già avviata nei mesi scorsi a partire dai collegamenti Liguria-Alpi e Brescia-Verona).
Leggi l’intervista del Direttore Giuseppe Scognamiglio a Enrico Giovannini.
La prima emissione di green bond è già in calendario: l’esecutivo Ue comincerà a ottobre, tramite sindacazione. In preparazione alla prima operazione, il commissario al Bilancio Johannes Hahn ha presentato il quadro di riferimento per i titoli verdi, che è stato sottoposto a revisione esterna indipendente: con esso Bruxelles vuole fornire agli investitori la certezza che i fondi reperiti sui mercati saranno destinati ai progetti green degli Stati membri contenuti nei vari Pnrr, e che la Commissione riferirà sul loro impatto ambientale.
Verso una finanza sostenibile
Il quadro adottato da Bruxelles dovrà anche combattere la pratica del “greenwashing”: per questo, alla vigilia della pausa estiva, la Commissione aveva proposto la creazione del primo standard volontario per le obbligazioni sostenibili che vorranno avere il bollino Ue. In tal modo Bruxelles spera che il proprio standard diventi un riferimento globale. Ma l’iter legislativo fra Parlamento e Governo è solo all’inizio e non sarà ultimato in tempo utile dell’emissione dei primi green bond.
“Il nostro impegno pone la finanza sostenibile in prima linea nello sforzo di ripresa dell’Unione”, ha aggiunto Hahn, confermando quanto emerso già dalle classifiche di inizio anno: a fronte di una crescente domanda globale per obbligazioni sottese al finanziamento di progetti sostenibili (nella prima metà del 2021 emesse in 49 Paesi e 29 valute), il mercato migliore per tali operazioni è proprio l’Europa.
“A giudicare dalle nostre esperienze con precedenti emissioni di obbligazioni comuni, ci aspettiamo una forte domanda per i green bond del Recovery Plan”, ha annunciato il commissario al Bilancio. Dopo i bond sociali per finanziare Sure, la cosiddetta “cassa-integrazione Ue” – che un anno fa dimostrarono la potenza di fuoco dell’Ue sui mercati, facendo registrare il più grande portafoglio di ordini di sempre – gli occhi degli investitori sono adesso tutti puntati sull’ambizioso piano delle obbligazioni verdi, pronte a rivaleggiare con i titoli del Tesoro americano.
Con l’annuncio dei green bond, Bruxelles ha anche aggiornato a prezzi correnti gli importi del Recovery Plan (le nuove cifre da tenere a mente sono 421,5 miliardi di euro di sovvenzioni e 385,2 miliardi di prestiti) e confermato l’intenzione, che era stata comunicata già a giugno, di emettere entro quest’anno un totale di circa 80 miliardi di obbligazioni a lungo termine. Tra le altre novità in arrivo, adesso anche i piccoli risparmiatori avranno la possibilità di investire per sostenere il maxi-piano Ue per la ripresa. Dal 15 settembre la Commissione emetterà i primi buoni dell’Ue, esclusivamente mediante aste, che saranno in seguito organizzate orientativamente due volte al mese, il primo e il terzo mercoledì.
Bruxelles ha annunciato che entro il 2026 reperirà fino a 250 miliardi sui mercati tramite obbligazioni verdi: serviranno a finanziare un terzo dell’impianto del Recovery Plan e a sostenere la transizione ecologica nei vari Pnrr