Russia: a che punto è la situazione al confine ucraino
La Russia ritira i soldati schierati da settimane lungo il confine con l'Ucraina. Le tensioni sembrano parzialmente attenuate, ma non mancheranno esercitazioni militari
La Russia ritira i soldati schierati da settimane lungo il confine con l’Ucraina. Le tensioni sembrano parzialmente attenuate, ma non mancheranno esercitazioni militari
Il Ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha ordinato il ritiro dei soldati schierati da settimane lungo il confine con l’Ucraina. L’ammassamento di truppe era stato talmente corposo – il più grande nella zona dal 2014, anno dell’annessione della Crimea, secondo gli Stati Uniti – che aveva fatto alzare parecchio sia le tensioni tra Kiev e Mosca, sia il livello di allarme in Europa per un eventuale intervento militare russo.
La situazione al confine tra Russia e Ucraina
Adesso la crisi sembra essere rientrata, ma solo parzialmente. L’Ucraina ha parlato di una riduzione proporzionale della tensione, ma ha detto di stare monitorando la situazione. Perché il rientro alle basi dei soldati verrà completato solo entro il 1° maggio, dopo che – come dichiarato da Shoigu – avranno ultimato “l’ispezione” dell’area di frontiera. Il Ministro sostiene che i militari abbiano “dimostrato la loro capacità di fornire una difesa credibile per il Paese”: stiamo parlando di oltre 80mila truppe, divise all’incirca a metà tra il confine con l’Ucraina e la Crimea, stando ai numeri dati da Kiev (Mosca non ne ha forniti di completi).
Secondo Shoigu, la Russia ha organizzato uno schieramento di forze tanto massiccio per delle esercitazioni militari in Crimea, che hanno riguardato più di 10mila truppe, 60 navi, 200 aerei e 1200 veicoli. Il dispiegamento nei pressi del confine ucraino, invece, rispondeva ufficialmente a necessità difensive, per via dell’intensificarsi degli scontri tra l’esercito di Kiev e i separatisti filorussi nella regione del Donbass.
Alcuni analisti hanno dato un’interpretazione diversa della mobilitazione russa, sostenendo che Mosca volesse piuttosto intimidire l’Ucraina e anche testare l’impegno degli Stati Uniti di Joe Biden nei confronti del Paese. A metà aprile Biden ha telefonato al Presidente russo Vladimir Putin per dirgli che Washington sostiene la sovranità e l’integrità territoriale ucraina.
Cosa succederà ora
Le tensioni al confine russo-ucraino si saranno ridotte, ma di certo non azzerate. Shoigu ha annunciato il ritorno dei soldati alle basi, ma non la rimozione dell’artiglieria, che resterà nella regione di Voronez – a circa 150 chilometri a est dal confine con l’Ucraina – per un’altra esercitazione militare che si terrà prossimamente. Ha anche invitato i soldati a stare all’erta per rispondere a eventuali “sviluppi negativi” dell’esercitazione della Nato Defender Europe 2021, iniziata a marzo e che si concluderà a giugno.
È presto per dire se le parole di Shoigu vadano interpretate come semplici dichiarazioni muscolari, oppure se la Russia farà seguire alla retorica una nuova manovra militare, parlando dei movimenti della Nato come di una provocazione o una minaccia.
Carl Bildt, ex Primo Ministro della Svezia e oggi co-Presidente del think tankEuropean Council on Foreign Relations, ha invitato a prendere la notizia del ritiro russo con cautela: Mosca aveva parlato anche di un ritiro delle proprie forze dalla Siria, “ma non lo abbiamo ancora visto”.
L’avvertimento di Putin all’Occidente
Putin non ha menzionato il dispiegamento militare vicino all’Ucraina nel suo discorso annuale sullo stato della nazione, mercoledì; anzi, non ha quasi detto nulla sull’Ucraina in generale. Ha sfruttato invece l’occasione per lanciare un avvertimento all’Occidente: se le potenze occidentali oltrepasseranno una non meglio precisata “linea rossa”, la Russia risponderà in maniera “asimmetrica, rapida e dura”.
L’aggressività retorica di Putin serve a compattare l’opinione pubblica nazionale attorno a presunte minacce esterne, ma è anche il simbolo di un deterioramento dei rapporti tra la Russia e l’Europa e gli Stati Uniti. Le frizioni tra i due blocchi riguardano il trattamento dell’oppositore russo Alexei Navalny (incarcerato e in gravi condizioni di salute) e il coinvolgimento di Mosca in una serie di attacchi informatici e di operazioni di spionaggio (come in Repubblica Ceca).
La Russia ritira i soldati schierati da settimane lungo il confine con l’Ucraina. Le tensioni sembrano parzialmente attenuate, ma non mancheranno esercitazioni militari
Il Ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha ordinato il ritiro dei soldati schierati da settimane lungo il confine con l’Ucraina. L’ammassamento di truppe era stato talmente corposo – il più grande nella zona dal 2014, anno dell’annessione della Crimea, secondo gli Stati Uniti – che aveva fatto alzare parecchio sia le tensioni tra Kiev e Mosca, sia il livello di allarme in Europa per un eventuale intervento militare russo.
La situazione al confine tra Russia e Ucraina
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Abbonati per un anno a tutti i contenuti
del sito e all'edizione cartacea + digitale della rivista di
geopolitica