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UE-Mercosur: l’accordo delle tensioni questa volta non può fallire


Dopo l'annuncio a Montevideo restano molte questioni irrisolte. Forte l'opposizione in Europa e in America Latina, ma le condizioni geopolitiche non sono mai state migliori.

L’accordo raggiunto la scorsa settimana a Montevideo tra l’Unione Europea e il Mercosur, volto alla creazione di una delle zone di libero commercio più rilevanti al mondo, continua a suscitare accesi dibattiti su entrambe le sponde dell’Atlantico. Del resto, era già evidente che qualunque dichiarazione emersa durante il summit del Mercosur sarebbe stata più che altro un modo per riaffermare l’interesse a concludere i negoziati, dato che il percorso verso un vero e proprio accordo di libero scambio resta ancora lungo e complesso.

Partiamo dai fatti. Durante il 65º incontro dei presidenti del Mercosur, un’istanza che riunisce semestralmente i capi di Stato di Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay (e, dall’anno scorso, anche la Bolivia, che però non è inclusa nell’accordo UE-Mercosur poiché non faceva parte del blocco durante i negoziati), Ursula von der Leyen ha dichiarato concluse le negoziazioni per un trattato di libero scambio con i paesi sudamericani a nome dei 27 membri dell’Unione Europea. Questo rappresenta già di per sé un dato rilevante e si inserisce nella strategia della Commissione Europea per aggirare il veto imposto da alcuni paesi, come la Francia (i cui agricoltori temono da anni una sorta di “invasione” di prodotti agricoli latinoamericani), la Polonia (principale produttore avicolo dell’UE, che teme la concorrenza di pollame sudamericano con standard sanitari meno rigorosi) e l’Austria.

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