Il Presidente francese e la responsabile della Commissione Ue discuteranno per tre giorni con le autorità del Partito Comunista: dai rapporti Pechino-Mosca, all’accordo CAI tra Bruxelles e Pechino, numerosi i punti cruciali in agenda
Saranno tre giorni di discussioni cruciali e dall’alto valore aggiunto quelli che aspettano il Presidente francese Emmanuel Macron e la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, da oggi ospiti in Cina di Xi Jinping per incontri dalla massima importanza per la stabilità delle relazioni internazionali e nell’ambito dei rapporti sino-europei. Rapporti da tempo logorati, che dal congelamento del Comprehensive Agreement on Investment tra Bruxelles e Pechino in poi hanno trovato principalmente frizioni di carattere geopolitico.
La Cina, infatti, fa sentire la sua ingombrante presenza nella regione del Pacifico — motivo di preoccupazione per gli alleati occidentali — e intrattiene rapporti più che amichevoli con la Russia, aspetto che porta l’Unione Europea sul filone delle politiche statunitensi, ovvero di profonda diffidenza per l’atteggiamento che la nomenclatura del Partito Comunista mantiene nei confronti di Vladimir Putin. Per questi e numerosi altri motivi si guarda con grande attenzione alla visita di Macron e von der Leyen nella nazione asiatica, player internazionale dal rilievo sempre più decisivo negli equilibri mondiali e con il quale è fondamentale tenere aperta la porta del dialogo. Il viaggio della delegazione europea, infatti, prende in qualche modo distanza dalla decisione di Washington di non visitare il Paese, scelta del Segretario di Stato Antony Blinken arrivata in seguito all’affaire dei palloni spia sopra i cieli Usa.
Il binomio Macron-von der Leyen è un unicum di spessore, che rappresenta, in forma unanime, l’Europa politica che, dall’invasione della Federazione in Ucraina, ha cercato faticosamente di mediare tra i 27 rispetto alle sfide che l’intervento russo ha generato. La Cina governativa attende con interesse l’arrivo congiunto dei due. “Siamo desiderosi di lavorare con l’Ue, dovremo cogliere la visita come un’opportunità per approfondire le potenzialità della cooperazione, lavorare insieme per le sfide globali, iniettare maggiore stabilità ed energia positiva in un mondo in subbuglio pieno di cambiamenti”, ha detto in conferenza stampa la Portavoce del Ministero degli Esteri Mao Ning.
Secondo Zhao Junjie, research fellow presso l’Institute of European Studies della Chinese Academy of Social Sciences intervistata da China Daily,“il fatto che i leader di Francia e Ue visitino la Cina negli stessi giorni dimostra che sia Parigi che Bruxelles ritengono la Repubblica Popolare Paese importante, e che vogliono parlare con una sola voce rispetto alle politiche verso la Cina”. Zhao, in particolare, ricorda quanto in comune esista tra Parigi e Pechino, che “possono rafforzare la collaborazione in aree specifiche quali l’agricoltura e l’energia, e discutere come facilitare la pace e il dialogo per risolvere la crisi ucraina”.
Non a caso, della delegazione francese faranno parte i responsabili di 50 aziende strategiche d’oltralpe, tra le quali EDF, il gruppo energetico che sviluppa le centrali nucleari, e Veolia, azienda per la gestione delle acque e dei rifiuti. Da quanto si apprende tramite il Financial Times, che cita fonti dell’Eliseo, anche Airbus sarà protagonista del viaggio in Cina per la negoziazione di un contratto per la vendita di nuovi jet. La visita di Macron da Xi Jinping segue quella di Pedro Sánchez della scorsa settimana e del cancelliere tedesco Olaf Scholz, rappresentante di una Germania che ha investito tempo e risorse sul Comprehensive Agreement on Investment (CAI) — trattato in prima persona da Angela Merkel — e dunque nazione interessata alla sua definitiva ripartenza.
Il Ministero degli Esteri cinese ha sottolineato che il 2023 “è l’anno del ventesimo anniversario della partnership strategica tra Cina e Ue. È nell’interesse di entrambe le parti — ha detto la Portavoce Mao — lavorare per la pace nel mondo e per la stabilità. Vista la volatile situazione internazionale, le crescenti sfide alla sicurezza globale e la lenta ripresa economica, è importante mantenere alto lo spirito di rispetto comune per una win-win cooperation”.
Ma per una cooperazione vincente servirà chiarire i nodi gordiani esistenti: dalla gestione dei diritti umani nello Xinjiang — decisiva per la ripartenza del CAI — al rapporto che Pechino intrattiene con Mosca, passando per la presunta fornitura di armi alla Russia, mai realmente verificata e negata non solo dai cinesi ma anche dalle istituzioni europee. “Siamo preoccupati per la posizione di amicizia della Cina con la Russia: Pechino dovrebbe sfruttare i suoi rapporti con la Federazione per fermare la guerra del Cremlino”, ha detto la Presidente von der Leyen. “La Cina è nella posizione di influenzare la Russia positivamente, quindi ha responsabilità. Non può restare in mezzo al guado dell’ordine internazionale. E come gestiremo l’indicata relazione tra Bruxelles e Pechino sarà il fattore determinante per la nostra futura prosperità economica e per la sicurezza nazionale”.