E la Merkel parla di un approccio comune verso Cina e Russia. In realtà, gli interessi di Usa e Germania sono molto distanti
“Penso si possa dire che gli Stati Uniti non hanno un partner migliore, non hanno un amico migliore al mondo della Germania”. Lo ha detto mercoledì il segretario di Stato americano Antony Blinken in visita a Berlino, durante una conferenza stampa. La Cancelliera tedesca Angela Merkel era lì alla sua sinistra. Blinken pensa male. O, più correttamente, dice il falso per opportunismo politico.
La Germania è certamente alleata e amica dell’America, ma altrettanto certamente non è la migliore al mondo. Quello di Blinken è un tentativo elegante di adulare un Paese che, sui temi che stanno più cari a Washington – il contrasto della Russia in Europa e il contenimento della Cina nel mondo –, non la pensa allo stesso modo.
Cosa pensa la Germania sulla Cina
Gli Stati Uniti del Presidente Joe Biden ricorrono alla via diplomatica, del coinvolgimento attivo basato sui valori comuni, per raccogliere gli alleati in un fronte unico contro Pechino. A questo è servito, ad esempio, l’ultimo vertice del G7 in Cornovaglia. Con alcuni partner il grado di convergenza è maggiore, con altri è minore: il Regno Unito appartiene al primo gruppo, la Germania al secondo.
La “politica cinese” della Cancelliera Merkel viene solitamente descritta come pragmatica: sì agli scambi commerciali con Pechino, che rappresenta per Berlino un grande mercato in cui esportare; no invece agli accordi politici. Separare i due piani, politica e affari, è tuttavia estremamente difficile con la Cina, che reagisce molto duramente alle critiche (basti pensare al caso dell’Australia).
L’approccio di Merkel è stato allora prudente, perché la Cancelliera sa che condannare esplicitamente le pratiche cinesi significherebbe creare attriti che andrebbero poi a danneggiare i rapporti economici. Ma qualcosa sta cambiando, forse proprio a causa della rigidità della Cina – lo scambio di sanzioni che ha portato al congelamento dell’accordo sugli investimenti segna forse l’inizio di un nuovo corso –, e anche la Germania sembra essersi fatta più sensibile al richiamo americano. Non significa però che Berlino sia pronta a schierarsi con Washington contro Pechino, anzi.
L’intervista di Laschet al “Financial Times”
Questo lunedì Armin Laschet, il candidato Cancelliere che potrebbe succedere a Merkel dopo il voto di settembre, ha rilasciato un’intervista al Financial Times e ha espresso le linee generali della sua politica sulla Cina. Che, sembra, sarà molto simile a quella di Merkel (non a caso, viene considerato il candidato della continuità).
Laschet – che potrebbe guidare la nazione più potente dell’Unione europea – invita il continente a non scivolare verso i toni duri degli americani. “La domanda è: se parliamo di ‘contenere’ la Cina, questa cosa porterà a un nuovo conflitto? Abbiamo bisogno di un nuovo avversario?”. Pensa però che Biden abbia ragione a considerare la Cina come “una delle sfide più grandi per noi, per esempio sulle nuove tecnologie” e che faccia bene a “rafforzare la cooperazione tra le democrazie”.
Laschet, insomma, fa capire di essere contrario a una contrapposizione con Pechino, ma assicura che non sarà accomodante: “cercherò di promuovere la nostra partnership ovunque sarà possibile e, allo stesso tempo, di mettere in chiaro quello che ci aspettiamo dalla Cina: che accetti la reciprocità [nei rapporti economici, ndr], abbracci il multilateralismo e rispetti i diritti umani”.
La Germania e la Russia
Durante la conferenza stampa di mercoledì, Merkel ha detto che vede tra Germania e Stati Uniti una “base comune non soltanto per indicare le sfide geopolitiche nel mondo ma anche per concordare su un approccio comune. Questo vale per la Russia e per la Cina, ma anche per la questione di quali alleanze possiamo stringere, e di dove risiedono i nostri interessi”.
Anche se non vuole inimicarsi la Germania, fuori dalla retorica all’America l’approccio merkeliano alla Cina non piace. Non le piacciono nemmeno gli ammiccamenti tedeschi alla Russia, che trovano concretezza nel gasdotto Nord Stream 2 tra i due Paesi. Washington teme che l’infrastruttura, giudicata un progetto di influenza geopolitica russa, possa favorire anche un maggiore collegamento politico diretto tra Berlino e Mosca. Gli Stati Uniti vogliono contrastare questa possibilità: significherebbe un’alleanza tra la prima nazione d’Europa e uno storico avversario americano, con il quale c’è ostilità reciproca ancora oggi.
Per Merkel, però, il Nord Stream 2 è un progetto economicamente fondamentale per il distacco dal carbone e il suo rimpiazzo con il gas. Laschet pensa lo stesso. Entrambi sono consapevoli del fatto che il gasdotto potrebbe venire utilizzato dalla Russia per marginalizzare l’Ucraina.
Laschet, che potrebbe prendere il posto della Cancelliera, ha dichiarato al Financial Times che l’Occidente dovrebbe “istituire una relazione ragionevole” con Mosca perché “ignorare la Russia”, dice, “non ha servito né i nostri interessi né quelli degli Stati Uniti”.
La Germania è certamente alleata e amica dell’America, ma altrettanto certamente non è la migliore al mondo. Quello di Blinken è un tentativo elegante di adulare un Paese che, sui temi che stanno più cari a Washington – il contrasto della Russia in Europa e il contenimento della Cina nel mondo –, non la pensa allo stesso modo.