L’Arabia Saudita e i ribelli Houthi hanno aperto le trattative per un accordo di pace. Riad ha fretta di lasciare lo Yemen, ma teme di lasciare campo all’Iran
L’Arabia Saudita e i ribelli Houthi stanno conducendo delle trattative informali e seminascoste per raggiungere un accordo di pace in Yemen, dove dal 2015 si combatte una sanguinosa guerra. La notizia è stata confermata all’agenzia di stampa Associated Press da funzionari di entrambi gli schieramenti.
I negoziati si stanno svolgendo in videoconferenza sotto la mediazione dell’Oman. Sono iniziati lo scorso settembre, dopo gli attacchi a due impianti della compagnia petrolifera Aramco – attacchi rivendicati dagli Houthi, ma alcuni Governi avevano ricondotto la responsabilità all’Iran – che avevano provocato un grosso danno alla produzione saudita di greggio. L’episodio avrà probabilmente rafforzato in Riad il desiderio di abbandonare il conflitto in Yemen, lungo e dispendioso.
La guerra civile in Yemen tra il Governo e i ribelli è infatti anche una guerra indiretta tra l’Arabia Saudita e il suo maggiore rivale, l’Iran: Riad appoggia il Presidente sunnita ‘Abd Rabbih Mansur Hadi, mentre Teheran aiuta i ribelli sciiti Houthi. Nel conflitto sono coinvolti anche gli Emirati Arabi Uniti, ora parzialmente ritiratisi, alleati con i separatisti del sud.
Uno dei punti discussi nei negoziati – ancora informali – è la creazione di una zona cuscinetto lungo il confine tra Arabia Saudita e Yemen. Riad vuole infatti allontanare il più possibile gli Houthi dal suo territorio: teme nuovi attacchi come quelli alle raffinerie di Aramco, ma soprattutto teme uno stanziamento dell’Iran in prossimità del confine.
Il contenimento dell’influenza iraniana in Medio Oriente e la difesa delle frontiere sono i due motivi principali che hanno spinto l’Arabia Saudita a combattere contro gli Houthi: ecco perché ritirarsi dallo Yemen non è una decisione facile per il Regno, nonostante i costi e gli scarsi successi.
@marcodellaguzzo
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