Draghi e Merkel: la crisi Covid richiede risposte multilaterali
Oggi il multilateralismo, anche grazie alla nuova amministrazione americana, sta riprendendo vigore e si offre come unica via di uscita per governare i processi globali
Oggi il multilateralismo, anche grazie alla nuova amministrazione americana, sta riprendendo vigore e si offre come unica via di uscita per governare i processi globali
Anche se giunta a fine mandato la Cancelliera tedesca resta pur sempre al timone del più importante Paese europeo, quello dal quale non si può prescindere qualunque piega in futuro prenda l’Unione europea. E Mario Draghi intende coltivare il suo rapporto con la Merkel fino all’ultimo giorno utile (forse anche dopo). Ma intanto, in attesa di volare a Berlino per incontrarla di persona, si accontenta di scambiare idee e analisi con la Cancelliera sulla lezione che la pandemia sta lasciando all’Europa e al mondo. I due leader ne hanno discusso ieri durante la seconda giornata del Global Solution Summit. Si sono trovati d’accordo nel considerare il sovranismo la risposta meno efficace per le crisi globali.
Il multilateralismo, anche grazie alla nuova amministrazione americana, sta riprendendo vigore e si offre oggi come unica via di uscita per governare i processi globali. In Europa la legacy lasciata dalla pandemia disegna un futuro in cui la sovranità condivisa realizzata nell’Ue sui vaccini potrebbe venire applicata in futuro anche ad altri settori, dalla difesa alle relazioni internazionali.
Mario Draghi ha ribadito alla Merkel le priorità del suo Governo in politica estera e nel lavoro di presidenza del G20. Un impegno che la Cancelliera mostra di apprezzare: “Con il vertice di venerdì scorso a Roma, Mario ha mostrato che il G20 è pronto a lavorare insieme sui temi globali. Voglio dare tutto il mio sostegno all’Italia per un vertice di successo e per la tua leadership“.
L’importanza del multilateralismo
Ma è sull’esigenza del multilateralismo che il premier insiste nel suo dialogo con la Cancelliera. “La crisi sanitaria ci ha insegnato che è impossibile affrontare i problemi globali con soluzioni interne; – ha spiegato Draghi – lo stesso vale per le altre sfide determinanti dei nostri tempi: il cambiamento climatico e le disuguaglianze globali. Come quest’anno alla presidenza del G20, l’Italia è determinata a guidare il cambiamento di paradigma. Il mondo ha bisogno del mondo intero, non di un insieme di singoli Stati”. Un nuovo inizio anche per l’Unione europea dove “serve una maggiore condivisione della sovranità in molti altri campi. La pandemia ha mostrato alcuni limiti della globalizzazione. Ci sono tanti problemi tra gli Stati ma tutto ciò non prova la debolezza del multilateralismo, al contrario, dimostra che ne abbiamo sempre più bisogno. Siamo convinti che il multilateralismo darà le risposte giuste. Sono d’accordo con Merkel: la Ue è il nuovo spazio della sovranità sui vaccini e spero su tanti altri campi, dalla difesa ai rapporti internazionali”.
Vaccini e cambiamento climatico
La Merkel ha anche insistito sul fatto che l’Ue sia diventato uno spazio “in cui si producono vaccini non per vaccinare solo gli europei ma per esportare vaccini agli altri”. L’esportazione dei vaccini ai Paesi meno sviluppati è un tema fondamentale per l’Italia. Mario Draghi lo ha spiegato così: “La nostra prima priorità è, naturalmente, sconfiggere la pandemia. Questo significa farlo ovunque e non soltanto nei Paesi sviluppati. Garantire che i Paesi più poveri abbiano accesso a vaccini efficaci è un imperativo morale. Ma c’è anche una ragione pratica e, se vogliamo, egoistica. Finché la pandemia infuria, il virus può subire mutazioni pericolose che possono minare anche la campagna di vaccinazione di maggior successo”.
Ma la battaglia contro il virus, secondo Draghi “non può distogliere la nostra attenzione dalla lotta al cambiamento climatico. I ghiacci polari si stanno sciogliendo e il livello del mare è in aumento. Il numero di disastri legati al clima, segnalati naturali, è più che triplicato a partire dagli anni ‘60. Nei Paesi a basso e medio reddito, le calamità naturali arrivano a costare 390 miliardi di dollari all’anno, una cifra sconvolgente. L’Organizzazione mondiale della sanità stima che il cambiamento climatico causerà 250.000 morti all’anno tra il 2030 e il 2050″.
L’Italia, ha aggiunto Draghi è co-Presidente della COP26 in partnership con il Regno Unito e ha due obiettivi chiari: “impegnarsi a raggiungere obiettivi di riduzione delle emissioni sufficientemente ambiziosi al punto da limitare il surriscaldamento globale non oltre 1,5 gradi e da raggiungere le emissioni nette pari a zero entro il 2050. Il secondo è mitigare i potenziali danni associati ai cambiamenti climatici. Dobbiamo rafforzare le nostre misure di contenimento, ad esempio accelerando l’eliminazione graduale del carbone. E dobbiamo garantire che vi sia un maggiore afflusso di capitali pubblici e privati verso iniziative legate al clima”.
Cina e uguaglianza di genere
Una sfida che richiede l’impegno di tutti. Gli Usa hanno aderito a Parigi ma anche la Cina è una realtà importante. “La Cina – osserva Draghi – rappresenta il 17% del Pil globale ma anche il 30% delle emissioni di gas. Serve preservare uno spazio di dialogo e cooperazione basato sulla condivisione di regole globali comuni, senza fare passi indietro sui nostri valori democratici”. E La Merkel aggiunge che “se da un lato il rapporto con la Cina desta preoccupazioni, dall’altro dobbiamo continuare la collaborazione sul clima e su altre sfide globali che senza la Cina non possiamo affrontare. Dobbiamo cooperare con la Cina anche se abbiamo sistemi diversi”.
Multilateralismo e Unione europea restano infine per Draghi i più solidi ancoraggi del nostro Paese. “Nel corso della sua storia – ha tenuto a precisare il premier – l’Italia ha prosperato grazie al commercio e alla cooperazione internazionale. L’apertura è stata la nostra migliore ricetta per il successo. La nostra presidenza del G20 rifletterà questo impegno di lunga data. Insieme alla Germania e agli altri partner del G20, siamo fiduciosi di poter costruire un mondo più forte”.
Quanto all’uguaglianza di genere (altro tema al centro dei dossier globali e una delle priorità trasversali del Recovery), Draghi annuncia che “incoraggeremo le imprese che vogliono investire” nel Recovery ad assumere “più donne e giovani: non è una condizionalità ma è molto vicino a esserlo”. E cita la recente nomina dell’ambasciatore Elisabetta Belloni alla guida del Dis: “Il mio Governo ha nominato la prima donna a capo dei servizi segreti. Ci piace agire dando esempi concreti”.
Oggi il multilateralismo, anche grazie alla nuova amministrazione americana, sta riprendendo vigore e si offre come unica via di uscita per governare i processi globali
Anche se giunta a fine mandato la Cancelliera tedesca resta pur sempre al timone del più importante Paese europeo, quello dal quale non si può prescindere qualunque piega in futuro prenda l’Unione europea. E Mario Draghi intende coltivare il suo rapporto con la Merkel fino all’ultimo giorno utile (forse anche dopo). Ma intanto, in attesa di volare a Berlino per incontrarla di persona, si accontenta di scambiare idee e analisi con la Cancelliera sulla lezione che la pandemia sta lasciando all’Europa e al mondo. I due leader ne hanno discusso ieri durante la seconda giornata del Global Solution Summit. Si sono trovati d’accordo nel considerare il sovranismo la risposta meno efficace per le crisi globali.
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