Quanto avvenuto al largo della Crimea resterà un mistero. Mosca parla di colpi d’avvertimento, Londra non riconosce l’accaduto
Quello che è avvenuto al largo delle acque della Crimea, nel Mar Nero, rimarrà probabilmente un mistero o, per lo meno, una incomprensione di facciata che toglie le castagne dal fuoco sia alla Russia che al Regno Unito. Ma le dichiarazioni dei due Governi sono talmente lontane che risulta davvero complicato valutare quanto realmente è accaduto.
La versione russa
Tutto inizia con quanto riferito dal Ministero della Difesa di Mosca: come riporta l’agenzia di stampa Tass, “alle 11.52 del 23 giugno di quest’anno, l’imbarcazione del Regno Unito Defender, operativa nella parte nord-occidentale del Mar Nero, ha varcato il confine della Federazione Russa, entrando fino a 3 km dentro le acque territoriali nei pressi di Cape Fiolent”.
Nel comunicato della Difesa moscovita si spiega che la flotta russa nel Mar Nero insieme alla Guardia di Confine del Servizio di Sicurezza Federale sono entrate in azione, avvertendo la Marina britannica che se non fosse tornata indietro, sarebbero state utilizzate armi da fuoco. Il Ministero afferma di non aver ricevuto risposte dai britannici. A quel punto, “alle 12.06 e alle 12.08, la Guardia di Confine ha sparato dei colpi di avvertimento” e circa dieci minuti dopo, “alle 12.19, un Su-24M ha sganciato quattro bombe preventive nel percorso del Defender”.
La versione britannica
Nessun colpo di avvertimento è stato indirizzato verso la HMS Defender: a comunicarlo il Ministero della Difesa di Londra, secondo il quale “nel rispetto del diritto internazionale, l’imbarcazione reale sta conducendo un innocuo passaggio attraverso le acque territoriali ucraine”. E viene aggiunto: “Crediamo che i russi stessero conducendo delle esercitazioni nel Mar Nero e che abbiano provveduto ad avvisare anticipatamente la comunità marittima delle loro attività”.
Il Regno Unito, dunque, non riconosce le dichiarazioni sul bombardamento eseguito lungo il percorso della nave. Il Segretario alla Difesa, Ben Wallace, ha spiegato alla stampa che la Defender “stava compiendo un percorso di routine, entrando in un corridoio di traffico internazionalmente riconosciuto”.
La questione Crimea
È evidente che, a prescindere da quanto realmente accaduto, rispetto allo status della Crimea esistono forti tensioni a livello internazionale, con i Paesi Nato in primis contrari all’adesione della regione alla Federazione Russa. Dopo il referendum per l’autonomia, il trattato con la Russia e le modifiche costituzionali, la Crimea è considerata da Mosca pienamente parte integrante della nazione.
Nel recente summit Nato è stata discussa la posizione dell’Alleanza verso l’Ucraina e di conseguenza il rapporto del Patto Nord-Atlantico con la Russia. Al termine dell’incontro tra i leader, il Presidente Joe Biden ha visto a Ginevra Vladimir Putin: entrambi hanno chiarito una serie di posizioni, in un faccia a faccia che sembrava aver in qualche modo permesso la ripresa del dialogo tra i due giganti delle relazioni internazionali.
Gli avvenimenti al largo della Crimea possono essere valutati come una risposta russa al crescente legame tra Londra e Kiev, concretizzatosi nei giorni scorsi con la firma di un accordo per l’avvio del programma britannico di aiuti per la costruzione della marina ucraina. D’altro canto, se quanto affermato da Mosca fosse vero e non una mossa propagandistica come ipotizzato da alcuni analisti, quello della Royal Navy sarebbe stato un grave errore di valutazione, col rischio di un incidente che avrebbe avuto conseguenze nefaste a livello di relazioni internazionali.
Quanto avvenuto al largo della Crimea resterà un mistero. Mosca parla di colpi d’avvertimento, Londra non riconosce l’accaduto