La drammatica escalation nel Paese potrĆ essere superata solo con un accordo tra le forze politiche e il Fondo monetario internazionale
Hanno fatto il giro del mondo le immagini dellāassalto dei manifestanti contro il palazzo presidenziale dello Sri Lanka, nazione multiculturale e a forte vocazione turistica che negli ultimi anni ha vissuto il dramma del terrorismo di matrice islamica e della pandemia da coronavirus. Il mix dei due fenomeni ha sicuramente rallentato le visite degli stranieri nel Paese a sud dellāIndia, ma non puĆ² certamente essere lāunica ragione che ha trascinato Colombo verso una crisi generale, arrivata pienamente ad aprile col mancato pagamento dei debiti contratti con la comunitĆ internazionale.
La crisi economica e politica che attanaglia lo Sri Lanka poggia le basi su molteplici cause, alcune delle quali frutto delle scelte politiche a livello governativo. Con la fine della guerra civile nel 2009, che per 30 anni ha visto le forze regolari contro i Tamil nel nord dellāisola, Colombo ha impostato le sue azioni economiche sullāapprovvigionamento interno, sostanzialmente non esportando beni e, di conseguenza, tenendo bassi i livelli di flussi monetari dallāestero. Al contempo, vista la grave inflazione, i prezzi dei prodotti importati hanno continuato ad aumentare, con la nazione che acquista dai mercati esteri piĆ¹ di quanto riesce ad esportare.
Nel 2019, lāanno dellāattentato di Pasqua che ha visto la morte di oltre 350 persone, le riserve in valute straniere del Paese ammontavano a quasi 8 miliardi di dollari, crollate a marzo 2020 a circa 2 miliardi di dollari e che oggi, secondo il Ministero delle Finanze, arrivano a malapena a 50 milioni di dollari. Una crisi gravissima, fomentata da scelte non propriamente accurate come il taglio delle tasse voluto dal Presidente Gotabaya Rajapaksa, che ha portato alla perdita in un solo anno di gettito fiscale pari a circa 1 miliardo e mezzo di dollari.
A questo, si aggiungono i finanziamenti della Cina per la realizzazione di infrastrutture oggi criticate da parte dellāopinione pubblica, con prestiti delle banche di Pechino che rientrano in quella spesso definita trappola del debito. Il Partito Comunista Cinese, come ricorda The Diplomat in un articolo, promise di giocare un ruolo positivo nel convincere il Fondo monetario internazionale a erogare un prestito dāemergenza, dāaltro canto senza ipotizzare un taglio del debito.
Il Fmi ĆØ in discussioni con funzionari del Ministero dellāEconomia di Colombo: dopo la visita di giugno, lāorganizzazione valuta le azioni da compiere. Su tutte, un eventuale rilascio di fondi che dovrebbe coincidere con una serie di garanzie da parte del Paese, a partire dalle riforme in ambito fiscale e del settore pubblico. Ma non ĆØ solo la Cina interessata al recupero dei prestiti: Giappone e India sono tra i creditori piĆ¹ importanti di Colombo, con la fetta piĆ¹ ampia di debito estero che ammonta a 35 miliardi di dollari.
In questo grave contesto, la nazione non puĆ² importare cibo, carburanti nĆ© medicinali. Ć stato chiesto ai cittadini di lavorare da casa per evitare gli spostamenti e non appesantire i costi delle strutture pubbliche, mentre giĆ dal 2021 si fermĆ² lāimportazione di fertilizzanti chimici. Questa scelta ha causato la rovina del settore agricolo, incapace di produrre cibo a sufficienza e obbligando il Paese allāimportazione di derrate alimentari dallāestero, abbattendo ulteriormente le riserve in valuta straniera.
Un caos decisionale generalizzato, che ha portato alla reazione popolare e alle dimissioni del Primo Ministro Ranil Wickremesinghe. Il PresidenteĀ Rajapaksa dovrebbe dimettersi oggi, mentre ieri avrebbe tentato di abbandonare il Paese. Una scelta non andata a buon fine perchĆ© lo staff aeroportuale lāha letteralmente fermato, impedendogli la partenza. Come annunciato dallo speaker del Parlamento, entro una settimana dalle dimissioni ufficiali del Presidente si cercherĆ di formare un Governo con tutte le forze politiche.
Hanno fatto il giro del mondo le immagini dellāassalto dei manifestanti contro il palazzo presidenziale dello Sri Lanka, nazione multiculturale e a forte vocazione turistica che negli ultimi anni ha vissuto il dramma del terrorismo di matrice islamica e della pandemia da coronavirus. Il mix dei due fenomeni ha sicuramente rallentato le visite degli stranieri nel Paese a sud dellāIndia, ma non puĆ² certamente essere lāunica ragione che ha trascinato Colombo verso una crisi generale, arrivata pienamente ad aprile col mancato pagamento dei debiti contratti con la comunitĆ internazionale.