Il governo Tusk ha fatto arrestare due membri del governo precedente – l’ex ministro dell’Interno Mariusz Kaminski e il suo braccio destro, accusati di abuso di potere – scatenando la rabbia dell’opposizione. Il presidente Duda ha avviato una procedura per la grazia.
In Polonia, il nuovo governo guidato da Donald Tusk è in carica da appena un mese. Ma poche settimane sono bastate per far salire alle stelle la tensione tra l’esecutivo liberale e Diritto e Giustizia (PiS), il partito populista che si è ritrovato all’opposizione. A fine dicembre sono arrivate le prime mosse di Tusk per cercare di liberare l’informazione pubblica dal controllo del PiS. Poi, negli ultimi giorni, il governo ha fatto arrestare due membri del governo precedente, scatenando la rabbia dell’opposizione e le dure proteste dei suoi sostenitori.
In questi anni, la Polonia aveva attirato in più occasioni l’attenzione del resto d’Europa per la svolta illiberale che stava prendendo piede sotto Mateusz Morawiecki, con il tentativo dello schieramento populista di prendere il controllo del sistema giudiziario e della tv pubblica. Una volta che il PiS ha perso le elezioni di metà ottobre, sconfitto dalla coalizione guidata da Piattaforma Civica di Tusk, era quindi chiaro che la transizione di potere sarebbe stata turbolenta e dominata dal tentativo del nuovo governo di smantellare il più possibile di quanto fatto da quello uscente.
Così è stato. Appena insediatasi, la coalizione di governo ha preso in mano lo spinoso argomento dei media pubblici, cercando di liberarli dall’influenza del PiS. La dirigenza dei media di stato è stata immediatamente cambiata, motivando la decisione con il tentativo di riportare equilibrio nei canali televisivi, dopo che questi erano stati usati in questi anni da Diritto e Giustizia come strumento di propaganda. Inoltre, il governo ha agito con forza contro TVP Info, un canale di news particolarmente attivo contro Tusk e i suoi alleati: questo ha smesso di trasmettere per qualche giorno, per poi riaprire totalmente rinnovato.
Le mosse dell’esecutivo sono state fortemente criticate dal PiS e hanno spinto addirittura il presidente polacco Andrzej Duda, indipendente ma molto vicino alla formazione populista, a mettere l’argomento al centro del suo discorso di fine anno. “Per la prima volta nella Polonia libera dal 1989, si è assistito a un tentativo di acquisizione dei media pubblici con la forza – ha detto Duda alla nazione – Non accetterò mai la violazione della costituzione. Ma, sfortunatamente, stiamo avendo a che fare con una situazione di questo tipo”.
Diritto e Giustizia ha anche organizzato una manifestazione contro le decisioni del governo, chiamando a raccolta i propri elettori. Ma, prima che questa si tenesse, la tensione tra le parti politiche è salita ulteriormente: l’esecutivo ha infatti fatto arrestare l’ex ministro dell’Interno Mariusz Kaminski e il suo braccio destro, sotto processo per abuso di potere. Le accuse risalgono in realtà al 2015, ma Duda aveva deciso di concedere loro la grazia e i due erano quindi tornati in politica. L’anno scorso, però, la Corte suprema ha annullato la decisione presidenziale, giudicandola incostituzionale per i tempi con cui era avvenuta. I due membri del PiS sono stati quindi arrestati, tra l’altro mentre si trovavano nel palazzo presidenziale, invitati da Duda per essere protetti dall’applicazione della legge. E lo stesso Duda ha subito fatto sapere di aver avviato una nuova procedura per la grazia.
La protesta contro il governo è quindi diventata soprattutto centrata su questo caso e nelle strade di Varsavia si sono riversate migliaia di persone: 100mila secondo gli organizzatori, 35mila secondo le autorità. I dimostranti hanno accusato Tusk e la sua squadra di effettuare arresti politici e minare l’indipendenza della Polonia, servendo invece gli interessi di Berlino e Bruxelles. Alla folla si è rivolto tra gli altri anche il leader del PiS, Jaroslaw Kaczynski: “Dobbiamo vincere questa grande battaglia per una Polonia sovrana e indipendente” ha detto.
In questi anni, la Polonia aveva attirato in più occasioni l’attenzione del resto d’Europa per la svolta illiberale che stava prendendo piede sotto Mateusz Morawiecki, con il tentativo dello schieramento populista di prendere il controllo del sistema giudiziario e della tv pubblica. Una volta che il PiS ha perso le elezioni di metà ottobre, sconfitto dalla coalizione guidata da Piattaforma Civica di Tusk, era quindi chiaro che la transizione di potere sarebbe stata turbolenta e dominata dal tentativo del nuovo governo di smantellare il più possibile di quanto fatto da quello uscente.