Nicola Sturgeon è diventata ufficialmente la nuova leader del Partito Nazionale Scozzese (in inglese Scottish National Party, SNP), come era stato annunciato in seguito all’esito negativo del referendum per l’indipendenza lo scorso settembre.
La cerimonia del passaggio delle consegne con Alex Salmond si è tenuta durante la conferenza annuale del partito che ha avuto luogo a Perth gli scorsi venerdì e sabato. Nel corso della prossima settimana Sturgeon sarà la prima donna a diventare Primo Ministro della Scozia.
Il suo primo discorso come leader dello SNP è stato per Sturgeon la prima prova importante: non solo sta succedendo un politico molto amato che è stato alla guida del partito per vent’anni, ma dovrà anche risollevare lo SNP dopo la sconfitta del referendum. Tutto ciò il più velocemente possibile perché fra sei mesi, a Maggio, ci saranno le elezioni generali.
Ed è proprio alle elezioni che Sturgeon ha dedicato buona parte del discorso. Lo SNP deve riuscire a convincere gli scozzesi che solitamente votano il Partito Laburista a votare invece lo SNP per evitare un governo conservatore. Per questo motivo Sturgeon ha apertamente dichiarato che il Partito Laburista ha “perduto la sua anima” (il partito si era infatti alleato con i conservatori per la campagna BetterTogether contro quella dello SNP), e che votare i laburisti significa “business asusual”.
La nuova leader dello SNP ha promesso ai suoi sostenitori che lo SNP non accetterà mai un accordo con l’effetto di creare un governo conservatore. Sturgeon ha aggiunto che nell’eventualità di un governo senza una maggioranza assoluta una Scozia rappresentata dallo SNP potrebbe tenere in mano “the balance of power” a Westminster. Il Partito Laburista si troverebbe a dipendere dai voti scozzesi per ottenere la maggioranza e la Scozia potrebbe quindi esercitare una forte influenza per ottenere maggiori concessioni. Ciò non sarebbe possibile, sostiene Sturgeon, nell’eventualità di un governo laburista. Si è pronunciata altrettanto duramente sulle questioni dell’austerità e delle armi nucleari, lanciando il messaggio al Partito Laburista che il sostegno da parte dello SNP verrà fornito a condizione che le armi nucleari vengano rimosse dalla Scozia.
Il discorso non poteva terminare senza far menzione al referendum. Sturgeon si è detta convinta che la Scozia sarà indipendente un giorno ed ha dichiarato con forza che la battaglia non è finita. La domanda è ora se lo SNP sarà in grado di andare oltre la sua battaglia per l’indipendenza e riuscire a unire veramente la Scozia. Non si deve dimenticare che la maggior parte degli scozzesi ha votato contro l’indipendenza e lo SNP deve quindi vivere di più nel presente se vuole ottenere quei voti.
E’ strettamente necessario che il partito si concentri su ciò che il governo scozzese può fare con le capacità attuali, senza rinunciare a mettere pressione per avere più concessioni in modo da non alienare chi invece è a favore dell’indipendenza. Dal discorso di Sturgeon si direbbe che lo SNP non è ancora pronto, ma si tratta di un passo difficile e l’attenzione dedicata dalla nuova leader alle questioni di giustizia sociale, in particolare dei servizi per l’infanzia, è decisamente un segno positivo.
Tuttavia, alcune delle promesse (come quelle riguardanti il budget del National Health Service), sembrano irrealizzabili nel futuro prossimo. Lo SNP dovrà dimostrare di essere più che parole se vuole vincere la maggioranza dei seggi di Westminster alle prossime elezioni.
Nicola Sturgeon è diventata ufficialmente la nuova leader del Partito Nazionale Scozzese (in inglese Scottish National Party, SNP), come era stato annunciato in seguito all’esito negativo del referendum per l’indipendenza lo scorso settembre.