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Quando l’Italia resta fuori dalla porta…


Dai 25 anni del Mediterranean Dialogue al 75 del D-Day

Il veterano statunitense della seconda guerra mondiale Carl Mann, dell'Indiana, è sepolto nel cimitero nazionale di Arlington nel 75° anniversario dell'invasione del D-Day ad Arlington, Virginia, USA, 6 giugno 2019. Il signor Mann, morto all'età di 96 anni, fu tra le truppe alleate che assaltarono Omaha Beach nella Francia settentrionale occupata dai nazisti durante l'invasione. REUTERS/Jonathan Ernst

Dai 25 anni del Mediterranean Dialogue al 75 del D-Day

Il fatto che l’Italia, insieme alla Germania, sia stato il Paese europeo uscito sconfitto dalla seconda guerra mondiale era stato da tempo ampiamente digerito perfino nei libri di storia, tutti concordi nel porre l’accento sul “dopoguerra” che vide un’Italia Paese decisivo per creare l’Alleanza Atlantica e poi la Comunità europea. Fa quindi riflettere il fatto che proprio in coincidenza con la deriva sovranista accentuata dalle ultime elezioni europee il nostro Paese sia rimasto fuori dalle ultime celebrazioni della NATO e, pochi giorni fa, anche dai 75 anni del D-Day, ossia lo sbarco in Normandia.

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