Coronavirus: l’Unione europea investe nella ricerca e promuove finanziamenti a imprese e famiglie. I numeri del contagio nelle case di riposo
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L’Unione europea investe nella ricerca
Lavorando in collaborazione con l’industria, la Commissione europea ha mobilitato, nell’ambito della risposta coordinata dell’Ue alla minaccia del Covid-19, 140 milioni di euro di finanziamenti pubblici e privati a sostegno della ricerca. Tra questi anche un prestito di 80 milioni di euro a CureVac, la società biofarmaceutica tedesca che ha sviluppato una nuova tecnologia per superare la necessità di mantenere i vaccini stabili senza refrigerazione. CureVac ha già avviato il proprio programma di sviluppo di un vaccino contro il Covid-19 e prevede di iniziare i test clinici entro giugno. Se saranno comprovati gli studi preliminari, milioni di dosi di vaccino potrebbero essere prodotte a costi contenuti. L’amministrazione Trump aveva offerto all’azienda di trasferire la ricerca del vaccino anti coronavirus negli Stati Uniti per farne avere agli americani l’accesso esclusivo.
Voto: 7 alla Ue che cerca di competere con gli Usa sulla ricerca in campo sanitario. Ma possiamo fare di più
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La Ue rallenta le regole prudenziali per aiutare il credito
La Commissione europea a fine aprile ha presentato un pacchetto di misure bancarie che prevede nuove linee-guida per un’interpretazione più flessibile delle regole prudenziali. L’obiettivo è di facilitare le banche nella promozione di nuovi finanziamenti a imprese e famiglie per circa 450 miliardi di euro nel 2020. A causa della “situazione eccezionale” causata dalla pandemia, saranno più flessibili le regole su come le banche valuteranno il rischio che i debitori non ripaghino i prestiti e sul capitale che devono accantonare per coprire le eventuali perdite. Il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis ha dichiarato “stiamo usando appieno la flessibilità nella normativa bancaria dell’Ue, proponendo modifiche legislative mirate per consentire agli istituti di credito di tenere aperti i rubinetti della liquidità, in modo che famiglie e imprese possano ottenere i finanziamenti di cui hanno bisogno”.
Voto: 8 alla Commissione europea. Misure anti-cicliche di questo tipo sono i provvedimenti più adatti ad una crisi come questa. Non l’avevamo capito nel 2008… meglio tardi che mai…
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Oms: strage nelle case di riposo europee
L’Organizzazione mondiale della sanità ha certificato che la metà delle vittime del Covid-19 in Europa era ospite di case di cura o strutture di degenza a lungo termine. “C’è un urgente e immediato bisogno di ripensare il modo in cui operano le case di cura oggi e nei mesi a venire”, ha dichiarato il direttore regionale dell’Oms Europa Hans Kluge. In Italia, stando alle stime dell’Istituto superiore di sanità, tra il 1° febbraio e il 14 aprile, all’interno delle Residenze Sanitarie Assistenziali ci sono stati 6.773 decessi e nel 40,2 % dei casi le morti sono avvenute per Covid-19. Anche in Spagna il conto (provvisorio) è molto pesante: dei 14mila anziani morti negli ospizi la metà era positivo al coronavirus. Gli Ehpad (Istituti d’accoglienza per anziani non autonomi) rappresentano quasi il 40% della mortalità da Covid-19 in Francia. Si stima che possano essere circa 4mila le vittime del virus nelle Care Homes britanniche.
Voto: 5 all’OMS. Le affermazioni di principio sulla base di una lettura superficiale dei dati non ci servono. Noi vogliamo un’OMS con più risorse, in grado di intervenire tempestivamente e bloccare nuovi focolai di epidemie.
Questo articolo è pubblicato anche sul numero di giugno/luglio di eastwest.
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