Arabia Saudita, Mohammed bin Salman: “Con Biden d’accordo al 90%”
Nel corso di un’intervista in occasione del quinto anniversario del progetto Vision 2030, il principe ereditario dell'Arabia Saudita parla del rapporto con Stati Uniti e Iran
Nel corso di un’intervista in occasione del quinto anniversario del progetto Vision 2030, il principe ereditario dell’Arabia Saudita parla del rapporto con Stati Uniti e Iran
Il principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman parla durante l’intervista televisiva a Riyadh, Arabia Saudita, 27 aprile 2021. Bandar Algaloud/Per gentile concessione della Corte reale saudita via REUTERS
Tempo di bilanci per il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman, che rilascia un’intervista televisiva in occasione del quinto anniversario del progetto Vision 2030, toccando alcuni punti salienti di politica estera e economia nazionale. Dal rapporto con gli Stati Uniti alla guerra in Yemen e passando per l’Iran, MBS enfatizza il ruolo del suo Paese per la risoluzione delle questioni che vedono Riad protagonista, o antagonista, a seconda dello scenario.
L’elezione di Joe Biden
Tra le preoccupazioni di MBS l’elezione di Joe Biden. L’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi ha creato, per l’attuale Presidente Usa, un solco invalicabile rispetto al rapporto con il Regno dei Saud. Ben conscio dell’atteggiamento che i Democratici avrebbero riservato al suo Paese, già prima del loro insediamento alla Casa Bianca il principe ereditario si è mosso per lanciare un segnale distensivo verso la Washington risultata vincente alle ultime elezioni, riaprendo il Consiglio di Cooperazione del Golfo al Qatar, Paese cruciale nel framework di difesa statunitense.
Negli anni trumpiani, MBS ha potuto muoversi liberamente, sia rispetto alla questione iraniana — con bin Salman supporter della politica di massima pressione contro Teheran, che ha portato all’abbandono statunitense del JCPoA — che verso lo Yemen. La guerra nel Paese della penisola araba vede oggi i sauditi in grande difficoltà e impossibilitati ad acquistare nuovi mezzi militari dagli Stati Uniti per via del nuovo interesse dell’esecutivo Biden verso i diritti umani.
“Come in tutte le famiglie, i fratelli non concordano al 100%. E per gli aspetti sui quali abbiamo visioni differenti, circa il 10%, cerchiamo di neutralizzare il rischio raggiungendo un punto di accordo. Sono nostri partner da più di 80 anni”, ha ricordato bin Salman, che nelle scorse settimane ha subito l’onta della pubblicazione, voluta da Biden, del report Cia sull’uccisione di Khashoggi, il cui mandante è chiaramente ritenuto il principe ereditario.
Yemen e Iran
Tra gli altri passi compiuti da MBS verso l’amministrazione Democratica, la proposta di un piano per la pace per lo Yemen. Di fatto, nel Paese lo scontro è tra sauditi e iraniani, che sfidano Riad tramite Ansar Allah, il movimento degli Houthi appoggiato da Teheran. “Nessuna nazione al mondo accetta milizie al suo confine”, ha spiegato bin Salman.
“Speriamo che gli Houthi si siedano al tavolo delle negoziazioni e che si possa raggiungere una soluzione che garantisca diritti a tutti”. MBS ha poi ricordato che, per quanto abbia rapporti con gli iraniani, il gruppo Ansar Allah è composto da arabi: sottolineando gli aspetti etnici, bin Salman ha proseguito: “è inevitabile che dovranno lavorare con i loro fratelli alla fine del conflitto”.
L’Iran, Paese con il quale recentemente ha ripreso a discutere per un possibile appeasement, è un vicino “e — ha detto il Principe Ereditario — speriamo di avere con loro una buona relazione, che cresca e che prosperi. Le nostre preoccupazioni sono relative all’influenza negativa del loro programma nucleare, il loro supporto ai proxy regionali e al programma missilistico. Stiamo lavorando con i nostri partner per trovare una soluzione su tali problematiche”.
Nel frattempo, proseguono a Vienna le discussioni sul ripristino dell’accordo sul nucleare iraniano: i contatti tra Riad e Teheran possono essere letti come il tentativo di mostrare all’amministrazione Biden aperture in tal senso, per un Presidente che in campagna elettorale ha ribadito la necessità per gli Stati Uniti di tornare nel JCPoA.
La vendita dell’1% di Aramco
Nel corso dell’intervista, MBS ha rivelato che il Regno è in trattative per la vendita dell’1% della società petrolifera Saudi Aramco a un’importante azienda leader mondiale nel settore. Parte delle azioni di Saudi Aramco sono già state quotate in borsa a dicembre 2019, generando quasi 30 miliardi di dollari.
Sul fronte interno, bin Salman ha parlato della diminuzione del tasso di disoccupazione: dal 14% del 2016 all’11% del primo trimestre del 2020. Ricresciuta in fase pandemica, la disoccupazione dovrebbe attestarsi a fine anno al 12%, arrivando all’11 o 10% nei prossimi tempi. Sull’aumento dell’iva, triplicata lo scorso anno per sostenere la crisi da coronavirus e oggi al 15%, MBS sostiene che la misura è stata dolorosa ma necessaria per evitare il taglio di assistenza e licenziamenti e che si sa lavorando per un target di riferimento tra il 5 e il 10%.
Tempo di bilanci per il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman, che rilascia un’intervista televisiva in occasione del quinto anniversario del progetto Vision 2030, toccando alcuni punti salienti di politica estera e economia nazionale. Dal rapporto con gli Stati Uniti alla guerra in Yemen e passando per l’Iran, MBS enfatizza il ruolo del suo Paese per la risoluzione delle questioni che vedono Riad protagonista, o antagonista, a seconda dello scenario.
L’elezione di Joe Biden
Tra le preoccupazioni di MBS l’elezione di Joe Biden. L’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi ha creato, per l’attuale Presidente Usa, un solco invalicabile rispetto al rapporto con il Regno dei Saud. Ben conscio dell’atteggiamento che i Democratici avrebbero riservato al suo Paese, già prima del loro insediamento alla Casa Bianca il principe ereditario si è mosso per lanciare un segnale distensivo verso la Washington risultata vincente alle ultime elezioni, riaprendo il Consiglio di Cooperazione del Golfo al Qatar, Paese cruciale nel framework di difesa statunitense.
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