L’Arabia Saudita punta a diventare hub regionale per ospitare le sedi delle aziende di Medio Oriente, Africa e Asia. Una sfida agli Emirati?
Il giardino vuoto della Biblioteca King Fahd a Riad, Arabia Saudita, 19 marzo 2020. REUTERS/Ahmed Yosri
Le multinazionali interessate a fare affari col Governo dellāArabia Saudita o che puntano ad agevolazioni fiscali allettanti dovranno spostare il loro quartier generale nella capitale del Paese, Riad. Ć quanto previsto da un progetto del Regno wahhabita chiamato Programme HQ, che offrirĆ vantaggi di alto valore come una tax holiday di 50 anni e lāesenzione dallāassunzione di personale locale. Le implicazioni sono molteplici, altrettanti i dubbi dellāiniziativa.
Programme HQ e Vision 2030
Se ĆØ vero che lāArabia Saudita gode di un buon stato di salute dal punto di vista economico, lo stesso non si puĆ² affermare sul fronte reputazionale. Non ha fatto solo scalpore lāassassinio del giornalista Jamal Khashoggi e lāefferatezza dellāatto compiuto ā il cui mandante ĆØ il Principe ereditario Mohammed bin Salman ā, ma gioca un ruolo anche il rigore sociale imposto dalla casa saudita. Motivo per cui le principali aziende internazionali preferiscono gestire gli affari da Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.
Secondo la societĆ di consulenza infomineo, 45 aziende della lista Fortune 500 hanno sede proprio negli Emirati, nessuna in Arabia Saudita. La possibilitĆ di poggiare il business su unāinfrastruttura superiore e un sistema legale adeguato allo stato di diritto, comporterebbe incertezze nellāeventuale spostamento nel Regno dei Saud. Bin Salman ha previsto una spesa di 800 miliardi di dollari per il raddoppio fisico della capitale e di 6 trilioni di dollari in opportunitĆ dāinvestimento, nellāambito della Vision 2030. Allo stesso tempo, sembra concretizzarsi la minaccia per chi ha giĆ accordi con lāArabia Saudita: ritiro delle sovvenzioni se non verrĆ spostato il quartier generale nel Paese.
I rapporti con i vicini
Quella di Riad ha il sapore di una sfida aperta agli Emirati, che sono alleati dei sauditi. La mossa potrebbe rappresentare un piĆ¹ profondo scontro tra i Paesi del Golfo che viene evidenziato nel momento di relativa calma allāindomani del rientro del Qatar nel Gulf Cooperation Council e la rimozione delle sanzioni. LāArabia Saudita vuol diventare a tutti i costi regional hub, ma anche questa definizione parrebbe poco chiara. Tutto sta nellāorganizzazione delle multinazionali: alcune hanno una divisione MENA ā Middle East and North Africa, altre EMEA ā Europe, Middle East and Africa. Diventerebbe complicato spostare lāintera macchina organizzativa nel Paese saudita.
Colossi quali Deloitte, Bechtel e PepsiCo hanno annunciato nel corso di una conferenza sul fondo sovrano dāinvestimento del Regno che si adegueranno alle richieste. Altre seguiranno, con un avviso da parte di Khalid al-Falih, Ministro per gli Investimenti: āNon ĆØ sufficiente un cambio puramente legale, dovranno portare in Arabia Saudita le loro operazioni integrate, dalle decisioni allo sviluppo strategico, per poter gestire lāesecuzione dei contratti col Governoā.
L’Arabia Saudita punta a diventare hub regionale per ospitare le sedi delle aziende di Medio Oriente, Africa e Asia. Una sfida agli Emirati?
Le multinazionali interessate a fare affari col Governo dellāArabia Saudita o che puntano ad agevolazioni fiscali allettanti dovranno spostare il loro quartier generale nella capitale del Paese, Riad. Ć quanto previsto da un progetto del Regno wahhabita chiamato Programme HQ, che offrirĆ vantaggi di alto valore come una tax holiday di 50 anni e lāesenzione dallāassunzione di personale locale. Le implicazioni sono molteplici, altrettanti i dubbi dellāiniziativa.
Programme HQ e Vision 2030
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