[Parigi] Giornalista, ha lavorato per Ansa e L’Espresso. Scrive per Linkiesta, Pagina99, Eastwest. Nel 2015 pubblica “Medin. Trenta Storie del Mediterraneo” (Rogiosi).
Francia: l’assassinio di Yvan Colonna risveglia i demoni dell’indipendentismo corso
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(Bastia). Un omicidio eccellente in carcere risveglia i vecchi demoni dell’indipendentismo corso che sembravano sopiti negli anni con la tregua e il disarmo. Il militante indipendentista corso Yvan Colonna, condannato all’ergastolo per l’assassinio del prefetto Claude Erignac, ucciso nel 1998, è stato aggredito e picchiato a morte nel carcere di Arles da un detenuto che non avrebbe dovuto essere con lui, perché Franck Elong Abé stava scontando una condanna a 9 anni di prigione per associazione criminale in connessione con un’organizzazione terroristica. Perché uno dei più importanti leader corsi, che per un periodo è stato anche l’uomo più ricercato di Francia, non è stato protetto adeguatamente?
È questo evento che ha messo fuoco alle polveri, aggravato poi dalla morte dello stesso Colonna che non è sopravvissuto alle ferite riportate. L’aggressione ha risvegliato la collera degli indipendentisti corsi che al grido “Statu francese assassinu” sono scesi in piazza in tutta l’isola per manifestare contro lo Stato francese, che non avrebbe protetto adeguatamente quello che è considerato come uno dei capi storici dell’indipendentismo corso. Le manifestazioni a sostegno del militante nazionalista hanno preso una piega violenta nelle principali città dell’isola, vere e proprie scene di guerriglia urbana, raramente così intense nelle ultime settimane. “Di fronte a questa Francia assassina e in memoria del patriota che era Yvan, saremo tutti insieme per la manifestazione di Ajaccio”, ha scritto Stéphane Colonna, fratello di Yvan, su Twitter la settimana scorsa. La dichiarazione è stata condivisa dall’opposizione Partito della Nazione Corsa (PNC), Core in Fronte (pro-indipendenza), Corsica Libera (pro-indipendenza) e due sindacati studenteschi nazionalisti (Cunsulta di a Gjuventù Corsa e ghjuventu indipendentista). Insomma le manifestazioni continuano in un clima molto teso e difficile per il Presidente uscente Emmanuel Macron alle prese con una difficile campagna elettorale nel pieno della guerra in Ucraina e il tentativo estremo di pacificare un’isola in fiamme.
Gérald Darmanin, Ministro dell’Interno, si è recato sull’isola due settimane fa nel tentativo di calmare gli animi. Parallelamente alla sua visita, il Ministro, dalle colonne del quotidiano Corse Matin, ha aperto per la prima volta la strada all’autonomia della Corsica. È la prima volta che un rappresentante del Governo francese fa un’apertura del genere nei confronti di questa annosa richiesta dei nazionalisti. Intanto nel giornale regionale, il Flnc (Fronte di Liberazione Nazionale Corso) minaccia di riprendere la lotta armata. “Il disprezzo genera rabbia, e la rabbia porta alla rivolta. E per noi, la rivolta provoca l’insurrezione”, ha fatto sapere la settimana scorsa il movimento indipendentista.
La questione dell’autonomia corsa
Di fronte dunque allo spettro della lotta armata, Parigi è “pronta ad andare fino all’autonomia” anche se a questo stadio, non è chiaro in cosa consista questa autonomia, affermano diversi specialisti. “Dobbiamo discuterne”, ha detto il Ministro dell’Interno, al quale il Presidente Emmanuel Macron ha recentemente affidato questo tema scottante a pochi giorni dal primo turno delle presidenziali. L’Eliseo dunque ha deciso di avviare una discussione istituzionale senza precedenti sulla questione dell’autonomia della Corsica per tentare di spegnere l’incendio divampato sull’isola. Ma la piena autonomia significherebbe lasciare le competenze principali nelle mani dello Stato (sicurezza interna, difesa, giustizia e moneta) e trasferire invece all’isola la gestione della politica economica, sociale e sanitaria. Si studia cioè un modello di “decentramento estremo” mentre nessuno a Parigi osa menzionare la parola “indipendenza” preferendo “decentramento” o al massimo “autonomia”. Le forze politiche locali, dal canto loro, rivendicano soprattutto un “potere legislativo reale” in certi campi e la piena competenza in materia di risorse fiscali dell’isola. L’Iva raccolta, si suggerisce, potrebbe essere utilizzata per finanziare il bilancio regionale ed i progetti dell’isola. “L’idea è di uscire da una logica di sovvenzioni, di assistenza, per gestire noi stessi, in una logica di responsabilità”, ha detto Gilles Simeoni a Le Parisien.
Il Presidente del Consiglio esecutivo della collettività corsa ha comunque accolto positivamente questa apertura del Governo ma si è mostrato prudente sull’indipendenza totale dell’isola, ricordando che “il cammino sarà lungo”. Un’autonomia più ampia potrebbe però già calmare le tensioni attuali. Ma l’autonomia dell’isola sarebbe gestibile dal punto vista economico? Secondo diversi specialisti no. Il prodotto interno lordo (Pil) della Corsica rappresenta soltanto lo 0,38% di quello della Francia. Pro capite, è pari a 25.500 euro ed è ben al di sotto della media nazionale di 34.000 euro. Ad eccezione della Piccardia, del Limosino e della Franca Contea, tutte le regioni della Francia metropolitana hanno un Pil pro capite superiore a quello della Corsica. Questo significa che una Corsica indipendente avrebbe molte difficoltà a finanziare i propri servizi pubblici.
Intanto in un raro video girato nel gennaio del 2022 – e diffuso dal canale francese BFMTV – il militante indipendentista corso Yvan Colonna, prima dell’aggressione parla dell’indipendenza corsa. “La Corsica si sveglierà” – dice “Ho fiducia”. Nel documento Colonna discute d’indipendenza con un detenuto basco facendo paragoni con la situazione della Guadalupa. “Nella nostra regione il 68% di noi almeno è favore dell’autonomia e non c’è discussione. In Guadalupa, non chiedono nulla e nonostante ciò lo Stato francese vuole dare loro autonomia”, dice Yvan Colonna che poi parla della lingua corsa e delle azioni degli indipendentisti in questi ultimi anni e del tentativo francese di “diluire” l’identità corsa facendo ricorso all’ingresso forzato sull’isola ogni anno di migliaia di cittadini francesi non corsi. “Pensi che un giorno la Corsica sarà indipendente?” gli chiede il detenuto basco “Sì, certo”, dice Yvan Colonna. Sarà indipendente”.
Yvan Colonna, o il “Pastore di Cargese”, è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio del prefetto Claude Érignac, che fu raggiunto da una serie di colpi di pistola a distanza ravvicinata ad Ajaccio il 6 febbraio 1998. Colonna, che si è sempre proclamato innocente, ha passato più di quattro anni in fuga nei primi anni 2000. L’uomo più ricercato di Francia fu arrestato nella macchia vicino a Olmeto, nel sud della Corsica, il 4 luglio 2003. Rinchiuso otto anni nella prigione di Fresnes e un anno in quella di Tolone, fu poi trasferito alla prigione di Arles dove è rimasto per quasi nove anni. Le sue numerose richieste di trasferimento in Corsica sono state sistematicamente rifiutate dalle autorità giudiziarie.