Biden ospita alla Casa Bianca l’Emiro Al Thani: si rafforza l’alleanza tra Washington e Doha. Quali ripercussioni sulle relazioni con Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti?
Joe Biden ha ospitato alla Casa Bianca l’Emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani, il primo esponente del Golfo che visita gli Stati Uniti dall’elezione del Presidente democratico. Un incontro decisivo per la relazione tra i due Stati, che potenzialmente modifica numerosi aspetti strategici di politica estera e rafforza il legame tra Washington e Doha. Palese un cambio di rotta rispetto all’amministrazione di Donald Trump, che puntò tutto sull’Arabia Saudita di Mohammed bin Salman: un evidente errore che Biden non vuole ripetere.
Qatar Major Non-NATO Ally
Il supporto dei repubblicani alla casata dei Saud ha avuto gravi ripercussioni, lasciando a bin Salman ampi spazi di manovra che hanno portato all’embargo del Qatar e alla sospensione de facto dal Gulf Cooperation Council. La mossa mise in difficolta gli stessi Usa, che nel Paese hanno dislocato circa 10 mila militari nel quartier generale del U.S. Central Command. Il Qatar è dunque una nazione strategica per gli interessi di Washington nell’area: a Doha si sono svolti, ad esempio, i colloqui con i Talebani, con l’Emirato risultante decisivo nel processo di evacuazione dall’Afghanistan.
A dimostrazione del grande interesse statunitense per il Paese, Biden ha annunciato che il Qatar sarà designato come Major Non-NATO Ally, riferimento a relazioni di lavoro strategiche che offre una serie di vantaggi militari, economici e finanziari anche alle realtà fuori dal Patto Atlantico. Ad oggi, lo stesso status è attribuito ad Argentina, Australia, Bahrein, Brasile, Egitto, Israele, Giappone, Giordania, Corea del Sud, Kuwait, Marocco, Nuova Zelanda, Pakistan, Filippine, Tailandia e Tunisia.
L’Emiro Al Thani ha incontrato anche il Segretario alla Difesa Usa Lloyd J. Austin, con “un meeting produttivo al Pentagono — ha commentato l’Emiro — che permetterà l’avanzamento della partnership strategica militare. Gli sforzi comuni tra Qatar Stati Uniti — ha aggiunto Al Thani — sono del tutto orientati verso pace e stabilità regionale e internazionale”. Il capo del Pentagono ha ricordato il fondamentale aiuto del Qatar per trovare una soluzione sull’Afghanistan e ringraziato l’Emiro per l’impegno nella continuazione della cooperazione sul fronte sicurezza con gli Usa.
Le discussioni sul gas
L’occasione è stata utile anche per discutere della crisi energetica e dell’arrivo di maggiori quantitativi di gas in Europa. Il Qatar è uno dei maggiori produttori mondiali di Gnl: gli Stati Uniti sono in pressing su Doha affinché possa aiutare il Vecchio Continente. L’emirato avverte: “Abbiamo già contratti a lungo termine con altre nazioni”. La questione è problematica per il Paese, e invita gli Usa ad avanzare eventuali richieste di dirottamento del gas agli acquirenti che già hanno sottoscritto gli accordi.
Il supporto dei repubblicani alla casata dei Saud ha avuto gravi ripercussioni, lasciando a bin Salman ampi spazi di manovra che hanno portato all’embargo del Qatar e alla sospensione de facto dal Gulf Cooperation Council. La mossa mise in difficolta gli stessi Usa, che nel Paese hanno dislocato circa 10 mila militari nel quartier generale del U.S. Central Command. Il Qatar è dunque una nazione strategica per gli interessi di Washington nell’area: a Doha si sono svolti, ad esempio, i colloqui con i Talebani, con l’Emirato risultante decisivo nel processo di evacuazione dall’Afghanistan.