Il messaggio è chiaro: il mondo è multipolare. Si è discusso l’allargamento all’Arabia Saudita e ad altri Paesi e l’uso di valute alternative al dollaro
Cresce sempre più l’interesse attorno ai BRICS, soprattutto in vista del meeting dei capi di Stato e di Governo che si terrà in Sud Africa nel mese di agosto. La presenza quasi certa di Vladimir Putin, Presidente della Russia, desta scalpore per via del mandato di arresto emanato dalla Corte Penale internazionale, di cui Pretoria fa parte e che dunque la obbligherebbe a rispondere alle richieste dei giudici. Una faccenda estremamente intricata che pone il Sud Africa, come già raccontato su eastwest, in una posizione difficile visti i rapporti che intrattiene con Mosca.
L’immunità del Sud Africa per Putin
Da quanto si apprende, l’esecutivo sudafricano sarebbe pronto a garantire l’immunità al Presidente della Federazione. “Questo è il conferimento standard di immunità rilasciato nel corso di tutte le conferenze internazionali che si tengono in Sud Africa, a prescindere dal livello di partecipazione”, ha spiegato in settimana il Dipartimento per gli Affari Internazionali. “Le immunità vengono offerte alla conferenza, non a singoli individui. Lo scopo è quello di proteggere dalla giurisdizione del Paese ospitante la conferenza e coloro i quali parteciperanno”.
Con questo escamotage, Putin sarebbe libero di recarsi in Sud Africa senza il rischio di essere fermato dalle autorità locali. Ciononostante, la scommessa del Governo di Pretoria è azzardata, dato che porrà la nazione nella condizione di essere accusata del mancato rispetto delle norme internazionali e, in particolare, di non aver seguito le indicazioni della Corte, violando un trattato sottoscritto. Non solo: laddove la situazione dovesse verificarsi, questo esacerberebbe il rapporto col mondo occidentale, Stati Uniti in primis, che nelle scorse settimane hanno accusato la nazione di aver contribuito all’invio di armi alla Russia. Il caso non sembra affatto chiuso: sono insistenti le voci di uno spostamento dell’incontro di agosto in Cina.
L’allargamento dei BRICS
Un quadro complicato, che si colora di ulteriori sfumature grazie all’incontro dei giorni scorsi, che anticipa l’evento di agosto, e che ha visto la partecipazione dei Ministri degli Esteri di Sud Africa, India, Brasile, Russia e, per la Cina, del vice Ministro. Naledi Pandor, Subrahmanyam Jaishankar, Mauro Vieira, Sergei Lavrov e Ma Zhaoxu hanno discusso di allargamento del BRICS e dei cambi epocali in atto a livello globale, ponendo in qualche modo una serissima sfida all’ordine costituito. “Il nostro incontro deve inviare un forte messaggio: il mondo è multipolare, è in fase di ribilanciamento, le vecchie strade non possono sistemare le nuove situazioni. Siamo un simbolo del cambiamento e dobbiamo agire in tal senso”. Le parole sono state espresse dal Ministro degli Esteri indiano, rappresentante di una potenza non certamente invisa ad occidente.
Proprio l’India, infatti, vive una condizione privilegiata dato che, nonostante i rapporti economici e militari che intrattiene con la Russia, è protetta dallo scudo politico statunitense, in quanto utile potenza nel contenimento cinese nell’Indo-Pacifico. Un fattore che aggiunge complessità alla lettura della realtà geopolitica che, d’altro canto, segnala un vero e proprio spostamento verso un mondo multipolare. “Esiste una concentrazione di potere economico che lascia troppe nazioni alla mercé di poche”, ha aggiunto Jaishankar, che chiede una riforma del decision-making a livello globale, partendo dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Non è sorprendente la crescita dell’interesse verso il formato BRICS da parte di altre nazioni. Gli attuali membri sono pronti all’allargamento: Arabia Saudita, Iran, Venezuela, Argentina e Emirati Arabi Uniti sono tra le realtà statuali che hanno espresso il desiderio di partecipare ai lavori dell’organizzazione. Non a caso, sia Faisal bin Farhan Al Saud che Hossein Amirabdollahian, Ministri degli Esteri saudita e iraniano, hanno preso parte all’incontro sudafricano. Attraverso la New Development Bank, i BRICS hanno potenzialmente gli strumenti operativi per agire in contrasto alle istituzioni storicamente pensate ad occidente, come il Fondo Monetario internazionale. Se riusciranno nel loro intento, sarà realmente un mondo nuovo quello che nascerà. L’Occidente non potrà che recitare i mea culpa dell’incapacità politica di non aver trovato il giusto modo di gestire le profonde disuguaglianze create dalla fine della Seconda guerra mondiale ad oggi.