Arrivano le dimissioni del governatore tedesco. Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea perde una figura chiave degli ultimi 10 anni di scontri e negoziati
Il racconto sulle decisioni prese in seno al Consiglio direttivo della Banca centrale europea vede solitamente identificati i falchi come coloro i quali spingono per un intervento minimo dell’istituzione monetaria dell’eurozona e, dall’altra, le colombe rappresentate da chi spera di portare giovamento, con le decisioni della Bce, ai Paesi più in difficoltà nei mercati. Certamente, Jens Weidmann è il rappresentante dell’ala più dura tra i governatori delle banche centrali europee: sempre contrario alle scelte di allentamento di politica monetaria, con le sue dimissioni — motivate come scelta prettamente personale — lascia aperta la porta a una nuova figura, da rimpiazzare dal primo gennaio 2022.
Il suo successore potrebbe essere un esponente dell’area delle colombe, visto che il prossimo Governo in Germania — incaricato di nominare il nuovo capo della banca centrale del Paese — sarà a guida Spd. La presenza dei Liberali nell’esecutivo post Merkel, tuttavia, farà riflettere su una figura intermedia — come quella di Isabel Schnabel, membro esecutivo della Bce su posizioni neutre ma mainstream rispetto all’approccio da assumere —, che dovrà guidare l’istituzione per 8 anni, rinnovabili come accaduto nel 2019 nel caso del governatore uscente.
Weidmann, come spiegato da un comunicato pubblicato dalla Deutsche Bundesbank, ha chiesto al Presidente Frank-Walter Steinmeier di essere sollevato dall’incarico. “Sono giunto alla conclusione che più di 10 anni sia una buona misura del tempo per voltare pagina, per la Bundesbank ma anche per me”. Per il governatore tedesco, “una politica monetaria orientata alla stabilità è l’unica possibile nel lungo periodo se il framework dell’unione monetaria garantirà unità d’azione e responsabilità”. Un passaggio importante quello sul mandato della Banca centrale europea, che per Weidmann è “stretto: questa rimane la mia personale convinzione, insieme all’importanza dell’indipendenza della politica monetaria”.
L’esperto economista tedesco detiene il primato come membro del Consiglio Direttivo della Bce più longevo. Salutando i colleghi europei, ha ringraziato la leadership di Christine Lagarde per “l’atmosfera aperta e costruttiva nelle discussioni, talvolta difficili, degli anni passati. Nonostante le problematiche causate dalla pandemia — ha detto Weidmann — siamo stati capaci nel portare a termine con successo il riesame della strategia, una pietra miliare importante nella politica monetaria europea”.
Arrivano le dimissioni del governatore tedesco. Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea perde una figura chiave degli ultimi 10 anni di scontri e negoziati