A Roma il presidente argentino ha riaffermato l’importanza della relazione con l’Italia. Un vincolo arrugginito negli ultimi anni, che viene rilanciato per le esigenze geopolitiche di entrambi i governi.
Principale erede politico dell’ex presidente José “Pepe” Mujica, Yamandú Orsi ha vinto domenica scorsa il ballottaggio presidenziale. Si apre così il ritorno della sinistra del Frente Amplio al governo, ma in una versione ancor più moderata.
Dopo aver definito l’Onu un’organizzazione “di stampo socialista”, il governo di Javier Milei ha preso le distanze dalla maggior parte dei consensi globali su genere, clima e povertà. Ora l’Argentina abbandona la Cop29 e si dissocia dal documento del G20.
Per capire i prossimi equilibri bisogna guardare i possibili nomi del Segretario di Stato, Pentagono e CIA. Da un lato, Trump risponde al mondo MAGA con le nomine interne, dall’altro sembra avere una posizione più conciliante a livello globale, con Europa e Ucraina, e di sfida alla Cina.
Il secondo mandato di Trump alla Casa Bianca sta generando tensioni significative in America Latina, ma anche grandi aspettative: Buenos Aires accoglie con entusiasmo il suo ritorno, mentre Messico e Brasile osservano con apprensione.
In quattro anni lo spostamento a destra del Paese è stato di 6 punti, Trump ha recuperato 10 punti percentuali nelle roccaforti democratiche come New York, New Jersey, e Rhode Island. La coalizione dei suoi elettori è ampia: uomini, donne, ispanici, afroamericani e giovani sotto i 30 anni.
Complesso capire quali siano le reazioni in Africa, tra i capi di stato e le popolazioni. In attesa delle elezioni, gran parte dei Paesi subsahariani hanno preferito non esporsi – con l’eccezione del Sudafrica, convintamente pro Harris.
36 milioni di latinoamericani potranno votare alle elezioni statunitensi, e il loro voto potrebbe influenzare il risultato in diversi stati chiave. Sebbene storicamente favorevole ai Democratici, il voto latino ha subito cambiamenti significativi negli ultimi decenni. Tuttavia, resta il dubbio sull’affluenza.
Sia Kamala Harris sia Donald Trump sembrano voler mettere l’Indo-Pacifico al centro della propria politica estera, ma i due candidati hanno un approccio assai diverso al sistema di alleanze americano nella regione.
Il Partito dei Lavoratori fatica a crescere alle municipali nonostante l’immagine positiva di Lula in tutto il paese. Cresce il centrodestra, in cerca di un’alternativa solida in vista delle presidenziali del 2026