A volte ci sono persone che percorrono le strade in senso contrario, alla ricerca di qualcosa di diverso, o magari delle proprie radici. Questo è ad esempio il caso di una cantante, che si chiama Somi, abbreviazione di Laura Kabasomi Kakoma. Questa ragazza è infatti nata negli Stati Uniti, in Illinois in particolare. I suoi genitori sono invece africani, immigrati in America dal Rwanda e dall’Uganda. Lungo quella strada nella maggior parte dei casi affrontata in un unico senso.
Avere molti talenti, e dimostrarli fin da piccoli, può a volte risultare complicato. Forse è in parte la storia di una ragazza, che si chiama Olga Bell. E’ nata a Mosca trent’anni fa, ha lasciato con la madre la Russia all’età di sette anni, per andare a vivere in Alaska, dove è cresciuta studiando musica classica, avendo appunto mostrato fin dalla più tenera età una prodigiosa predisposizione in particolare per il pianoforte.
E’ un personaggio magnetico e affascinante, Daniel Melingo. E’ nato a Buenos Aires nel 1957 ed è cresciuto con la musica attorno a sé, con un patrigno che era il manager di un grande tanguero come Edmundo Rivero. Un attorno presto assecondato, imparando a suonare diversi strumenti e finendo a collaborare, ancora molto giovane, con il cantante brasiliano Milton Nascimento.
A gennaio di quest’anno, reagendo al seguito violento e repressivo della stagione delle primavere arabe, nove donne, nove musiciste provenienti da Libia, Tunisia ed Egitto, si sono unite per realizzare un disco collettivo. Per cantare insieme contro la corruzione, le dittature, la mancanza di apertura mentale e culturale.
Suona che l’ingiustizia ti passa. Compie 40 anni un esperimento di “musica collettiva e democratica”. El Sistema, uno degli esperimenti di didattica della democrazia più straordinari del pianeta, ha quasi quarant’anni.
La maggior parte di voi avrà prima o poi sentito parlare del festival South By Southwest, che si svolge ogni primavera nel Texas, in particolare ad Austin.
Quando morì il musicista americano Jason Molina, il 16 marzo dell’anno scorso, a 39 anni, non ci furono milioni di post sui social network: non era certamente uno la cui popolarità potesse andare oltre una certa, ristretta, nicchia di appassionati, che però amavano in modo viscerale la sua musica, forse anche per la straordinaria emotività, sincera e genuina, che riusciva a comunicare.
Se Dio è dalla nostra parte, perché siamo così incasinati? Una delle battute migliori di Bob Dylan recita più o meno così: “Dicevano che ero un profeta, e io rispondevo di no. Hanno tanto insistito che mi sono convinto e ho cominciato a dire che Gesù era la risposta. E tutti: Dylan, mica sei un profeta! Non capisco”.