La piattaforma, che Pechino sostiene non essere anti-occidentale, sta attraendo diversi Paesi insoddisfatti degli attuali equilibri globali su una serie di dossier, compresa l’energia e il contrasto al cambiamento climatico
La corsa al riarmo ha contagiato tutti i continenti, una tendenza globale, concernente tanto gli armamenti convenzionali come quelli nucleari. Nel 2023, nel mondo si sono spesi 2.440 miliardi di dollari in armamenti, il 6,8% in più rispetto all’anno precedente.
La guerra in Ucraina ha avuto l’impatto di una guerra globale, tutti i Paesi Nato hanno aumentato i fondi militari almeno del 30%. La Cina, candidata ad essere il principale nemico, politico e forse anche militare degli Usa, ha incrementato del 6% in un anno la sua spesa per armamenti.
La comunicazione gioca un ruolo fondamentale nella percezione della gravità della sfida climatica e della credibilità delle politiche adottate. Cruciali sono anche i meccanismi di verifica e la riduzione dei tempi di applicazione delle decisioni.
“Non ho mai visto una tale influenza geopolitica sui cavi sottomarini negli oltre 40 anni in cui sono stato coinvolto nel business. È senza precedenti”, ha dichiarato un consulente in cavi sottomarini di Sydney.
Cento aziende sono responsabili di più del 70% delle emissioni di gas serra nel mondo dal 1988, e più della metà è riconducibile a sole 25 entità aziendali e statali
Mentre la Cina fa enormi progressi tecnologici, l’America non vuole perdere la leadership sulle missioni spaziali e pensa a un’alleanza con l’Europa per il monitoraggio dello spazio, in ottica anti-russa e anti-cinese.
Il summit in Cornovaglia e il vertice di Bruxelles chiariscono che l’ordine internazionale a guida Usa sta rivedendo la sua strategia. Ma Pechino la vede diversamente