L’abbattimento del pallone aerostatico ha bloccato ogni dialogo tra Cina e Stati Uniti, ma l’incaricata di Affari cinese negli Usa rilancia il valore della cooperazione economica mentre il Pentagono cerca un dialogo con Pechino, che rifiuta per ora
Diventa sempre più spy story la vicenda del pallone aerostatico cinese abbattuto nei cieli statunitensi, e acquisisce una dimensione non solo di politica estera ma anche interna vista la viralità mediatica delle immagini trasmesse nelle scorse settimane. A causa delle pressioni partitiche nei confronti del Presidente Joe Biden, accusato sia dai membri della maggioranza che dell’opposizione di aver risposto in ritardo alla minaccia, le critiche verso l’amministrazione democratica aumentano giorno dopo giorno per un fatto che, in realtà, può essere considerato persino meno grave rispetto ad altre situazioni già verificatesi su territorio Usa.
Le informazioni sono ancora molto confuse, con Washington e Pechino alla ricerca di una linea di condotta sulla faccenda, che rischia di ingigantirsi. Quel che oggi sappiamo è relativo alle primissime indagini condotte dal Dipartimento di Stato sui resti del pallone abbattuto, con l’Fbi che porta avanti un’indagine parallela e che ritiene che i tempi non siano ancora maturi per esprimersi sulla reale portata della strumentazione cinese. Infatti, sarebbero stati recuperati “piccoli pezzi di elettronica”, come hanno dichiarato anonimamente a NPR funzionari del Bureau. Al contrario, per il Department of State le prime verifiche segnalerebbero il “chiaro intento di sorveglianza d’intelligence”, col pallone provvisto di antenne per l’intercettazione di comunicazioni elettroniche (sul web, email, tramite smartphone).
Una posizione in netto contrasto con quanto affermato dalla Cina, che parla di pallone aerostatico meteorologico che ha deviato dalla sua via. Un contrasto sufficiente a rimandare la visita programmata — e attesa — del Segretario di Stato Antony Blinken e a spegnere i motori della diplomazia. Per Pechino l’abbattimento del pallone è stato un atto esagerato, tanto da aver rifiutato un contatto telefonico con il Governo statunitense. È il Pentagono ad aver informato sul no cinese tra i responsabili militari dei due Paesi. “Crediamo nell’importanza del mantenimento delle linee di comunicazione per gestire al meglio la relazione. In momenti come questi, parlarsi è molto importante”, ha affermato il Portavoce Pat Ryder. Per la controparte cinese, il Portavoce del Ministero della Difesa Tan Kefei, gli Usa hanno creato un pericoloso precedente abbattendo un mezzo civile.
In un apparente tentativo di apertura, diversamente da quanto sostenuto dal Ministero degli Esteri a Pechino, la Chargé d’Affaires negli Stati Uniti Xu Xueyuan cerca di stemperare il clima cupo instauratosi tra le due sponde del Pacifico. “Non dobbiamo permettere a simili incidenti di cancellare gli sforzi portati avanti su entrambi i lati nel mantenere la stabilità delle relazioni”, ha dichiarato nel corso di un evento del US-China Business Council. “La cooperazione economica tra Cina e Stati Uniti si basa sui bisogni reciproci delle persone. Una sana, stabile e cooperativa relazione commerciale ed economica è nell’interesse degli stessi Usa”.
Quella del pallone aerostatico è una vicenda che segnala la grande sensibilità dei due Paesi nella gestione delle questioni di carattere militare ma anche le difficoltà nel contenere le problematiche che possono verificarsi nel rapporto tra le due superpotenze. Una situazione che si incunea nel più ampio contesto difficoltoso che le relazioni internazionali vivono dall’invasione della Russia in Ucraina, ma che trova solide basi nello scadimento del dialogo Washington-Pechino avvenuto nel corso dell’amministrazione Trump. Una strada percorsa anche dalla Casa Bianca democratica, che vede nella Cina il principale contendente per la supremazia: una via pericolosa che rischia di trascinare la comunità internazionale in un conflitto latente dagli esiti imprevedibili.