Arricchito il portafoglio di Gentiloni. Ma c’è chi parla di fregatura
Il premier Giuseppe Conte l’aveva sbandierato ai quattro venti prima come capo del Governo giallo-verde e poi come quello della maggioranza giallo-rossa. “L’Italia” – diceva Conte – “rivendica per sé un portafoglio economico di peso nella nuova Commissione Europea.” La Presidente eletta Ursula von der Leyen era, del resto, pienamente consapevole che i voti degli eurodeputati di 5 Stelle erano stati determinanti per la sua elezione e che quindi il Governo italiano, nonostante le intemerate di Matteo Salvini, dovesse essere in qualche modo soddisfatto nelle sue ambizioni. Ma il gioco dei pesi e contrappesi tra forze politiche e Paesi aveva prodotto una gerarchia nel nuovo esecutivo comunitario che di fatto ha penalizzato il nostro Paese.
Per la prima volta, infatti, l’Italia pur vedendosi assegnato il portafoglio degli Affari economici e finanziari non ha ottenuto una delle quattro vicepresidenze. È la prima volta che accade dopo molti anni: sono stati vicepresidenti Mogherini, Frattini, Tajani, Monti. Un vero smacco per un ex premier come Paolo Gentiloni.
Ma c’è di più: Gentiloni si troverà a fare i conti con un vicepresidente esecutivo come Valdis Dombrovskis che avrà l’ultima parola su tutte le materie economiche. Infatti mentre il predecessore di Gentiloni, il francese Pierre Moscovici, doveva solo coordinarsi con Dombrovskis per le materie economiche ora c’è una catena di comando ben precisa con in testa Dombroviskis cui spetterà l’ultima parola anche per le nomine dei direttori generali della direzione Ecfin.
In parte la von der Leyen ha cercato di porre rimedio a questo squilibrio arricchendo subito il portafoglio di Gentiloni con la competenza su fiscalità e dogane. Ma si tratta di competenze di terzo livello per di più soggette alla tagliola del voto all’unanimità. Più di recente, in vista dell’entrata in funzione della nuova Commissione il prossimo dicembre, la Presidente eletta ha deciso alcune correzioni ai vari portafogli. In questo quadro a Gentiloni andrà anche la responsabilità del coordinamento degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, o SDGs). Una serie di target che i leader mondiali si sono dati nel 2015 e che rientrano nell’agenda 2030 dell’Onu. L’Unione Europea decise già allora che sarebbe stata pioniera in tutti i settori e ha messo a punto una strategia per raggiungere i risultati, il cui coordinamento è ora affidato a Gentiloni. Gli SDGs sono 17, e tra essi ci sono: azzerare la povertà e la fame, combattere contro il riscaldamento globale, raggiungere la stabilità locale e globale, ridurre le disuguaglianze, costruire società eque e resilienti ed economie prospere. Fino a oggi, il coordinamento degli obiettivi di sviluppo sostenibile era affidato al vicepresidente Valdis Dombrovskis.
Ma anche in questo caso si tratta di competenze da uffici studi che possono produrre solo documenti ma nessuna decisione operativa. Competenze che però si adatterebbero molto alla figura di Gentiloni, il cui profilo è sempre stato quello di un politico molto equilibrato e riflessivo piuttosto che un tecnico da dossier. Del resto anche nelle audizioni al Parlamento Europeo questi aspetti sono stati “messi a verbale” quando si è rilevato che Gentiloni “deve migliorare nella padronanza delle questioni tecniche”.
@pelosigerardo
Arricchito il portafoglio di Gentiloni. Ma c’è chi parla di fregatura