Coronavirus, news dal mondo: la mappa dell’emergenza globale
Coronavirus, news dal mondo: la mappa dell'emergenza globale. Nelle ultime settimane la redazione di eastwest si è collegata con giornalisti, esperti e analisti da ogni parte del mondo per offrire una mappa dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione del nuovo coronavirus.
Coronavirus: Brasile
Coronavirus, news dal mondo: la mappa dell’emergenza globale. Nelle ultime settimane la redazione di eastwest si è collegata con giornalisti, esperti e analisti da ogni parte del mondo per offrire una mappa dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del nuovo coronavirus. Vi presentiamo una classifica delle nostre interviste più ascoltate. I corrispondenti di eastwest commentano la situazione da vari Paesi del mondo, intervistati da Fabrizia Falzetti della redazione di eastwest.
19 marzo 2020 | 1/22
Da Hong Kong, la scrittrice e giornalista Ilaria Maria Sala riporta il calo di contagi in Cina. La popolazione ha dimostrato preparazione e disciplina, soprattutto grazie all’esperienza della Sars del 2003, che ha cambiato la risposta davanti a una possibile epidemia. Più del 90% delle persone, senza che gli venisse chiesto, ha cominciato a indossare la mascherina protettiva. L’epidemia di coronavirus ha avuto luogo dopo 9 mesi di proteste anti-governative a Hong Kong, quindi in un momento di minima fiducia nei confronti delle autorità. Questo ha fatto sì che le persone prendessero iniziative personali per limitare il contagio.
14 marzo 2020 | 2/22
La giornalista Elena Marisol Brandolini da Barcellona comunica che, dopo un periodo di sottovalutazione del problema, la Spagna dichara lo stato d’allarme. I contagi sono oltre 4200, con focolai a Madrid e in Catalogna. La stampa richiama i cittadini a una responsabilià individuale. Purtroppo, l’esperienza italiana non è stata utilizzata con tempestività. Il servizio sanitario nazionale è molto efficiente, è pubblico come quello italiano. In Portogallo i casi sono ancora pochissimi.
13 marzo 2020 | 3/22
Da Londra, la corrispondente Claudia Delpero parla di pochi contagi e decessi, ma il numero reale dei casi potrebbe essere maggiore, come dichiarato durante la conferenza stampa del Primo Ministro. Boris Johnson ha adottato delle parole molto dure, specificando che si tratta della peggiore crisi della sanità pubblica della generazione e che tutti i cittadini dovranno abituarsi a perdere i propri cari. Eppure, finora non sono state adottate misure restrittive drastiche. La posizione del Governo è che l’epidemia non può fermarsi, può solo circolare in modo che si sviluppi un’immunità di gruppo. Tale approccio, completamente diverso rispetto ad altri Paesi europei, dimostra quanto sia già reale la Brexit.
12 marzo 2020 | 4/22
Da Bonn, il giornalista Stefano Grazioli ci informa che per ora la Germania non è in stato d’emergenza. I contagi sono 2000, pochissimi i decessi. Ma la Cancelliera Angela Merkel ha lanciato l’allarme: sarà circa il 70% della popolazione a contrarre il coronavirus. Diversi sono i provvedimenti per i Land tedeschi. Non c’è alcuna restrizione riguardante il traffico. Al momento, turismo e gastronomia sono i settori colpiti. L’emergenza in Italia è percepita con preoccupazione: il Governo sta preparando le contromisure per quando la situazione sarà grave e l’Italia è vista come un modello a cui ispirarsi per l’adozione di misure restrittive.
18 marzo 2020 | 5/22
La ricercatrice Maria Sole Continiello Neri ci dà i numeri del contagio in Russia: ad oggi, ci sono circa 93 casi positivi al coronavirus, di cui 3 ospedalizzati. Il Governo ha previsto una sospensione degli ingressi per tutti i cittadini non russi e non residenti in Russia. La quarantena prevede che la persona deve immediatamente registrarsi online e deve misurarsi la temperatura due volte al giorno. Il controllo avviene attraverso telecamere pubbliche di sicurezza, che, attraverso il riconoscimento facciale, vedono se una persona sta violando l’isolamento. Chi viola la quarantena subirà una pena fino a 5 anni o la deportazione. Il Governo ha confermato il referendum costituzionale del 22 aprile.
18 marzo 2020 | 6/22
L’esperto in relazioni internazionali Matteo Laruffa ci informa che la settimana scorsa Donald Trump ha dichiarato l’emergenza nazionale per l’epidemia di coronavirus. I contagi crescono rapidamente ma, a differenza di quello che è successo in Italia con Conte, il Presidente americano non può prendere decisioni in modo unilaterale. Dunque, il distanziamento sociale e la quarantena non sono possibili negli Stati Uniti come unico Paese, ma ogni singolo Stato dovrebbe emettere l’ordine. L’emergenza sanitaria potrebbe favorire i Dem in vista delle presidenziali di novembre.
13 marzo 2020 | 7/22
Da Parigi, Danilo Ceccarelli riporta le parole di Emmanuel Macron durante il suo attesissimo discorso alla nazione del 12 marzo, precisando che il Presidente non ha voluto allarmare il popolo francese. In merito agli spostamenti ancora molta prudenza da parte del Governo, le elezioni municipali sono state confermate, scelta appoggiata anche dai partiti di opposizione. L’unica voce fuori dal coro è Marine Le Pen, che vuole chiudere le frontiere.
4 aprile 2020 | 8/22
Il giornalista Emanuele Confortin riporta che l’India ha annunciato tre settimane di lockdown lo scorso 25 marzo per contenere la diffusione del coronavirus. I numeri ufficiali dei contagi sono ad oggi 3082 e le vittime 86. Ma le conseguenze del lockdown in India sono già apocalittiche. Basti pensare agli slum, dove una famiglia si ritrova a vivere in 6mq tutto il giorno per tutto il periodo del lockdown, in un contesto urbano privo di servizi igienici e di acqua corrente. La maggioranza della popolazione indiana è impossibilitata a rispettare le misure di contenimento e di igiene anche volendo. Si stima che oltre 400 milioni di persone siano rimaste senza lavoro e senza riserve economiche.
20 marzo 2020 | 9/22
Il giornalista Lorenzo Forlani, con sede a Beirut, ci dice che l’emergenza coronavirus in Libano è ancora contenuta: i casi registrati sono 149, i decessi 4. I tamponi scarseggiano, come i respiratori, la sanità è prevalentemente privata. La pandemia sta aiutando lo status quo. Le proteste anti-governative, che vanno avanti dallo scorso 18 ottobre e che hanno portato alle dimissioni del premier Hariri a dicembre e alla conseguente nomina di un Governo tecnico, si sono completamente arrestate.
16 marzo 2020 | 10/22
Il giornalista Nello Del Gatto, da Gerusalemme, specifica che l’Israele è stato uno dei primi Paesi a imporre delle restrizioni ai viaggiatori che arrivavano dai Paesi a rischio, inclusa l’Italia. Al momento sono 344 i casi positivi al coronavirus. La quarantena obbligatoria dall’inizio dell’epidemia per oltre 47.ooo persone ha ridotto notevolmente la possibilità di contagio nel Paese. La Basilica della Natività a Betlemme è completamente chiusa. La Palestina resterà chiusa per 30 giorni.
24 marzo 2020 | 11/22
Il nostro corrispondente Marco Cochi, ricercatore per l’Africa sub-sahariana presso il Centro Militare Studi Strategici del Ministero della Difesa, riporta 1396 casi positivi al coronavirus e oltre 40 morti in tutta l’Africa. Il maggior numero di contagi si registra in Sudafrica, il maggior numero di decessi si registra nel nord, in Egitto e Algeria. Il Paese è abituato a contrastare epidemie molto pesanti, dal morbillo al colera, per non parlare dell’ebola e dell’AIDS, malattie molto più letali rispetto al coronavirus. Questo ha permesso a molti Paesi di dotarsi di strutture di isolamento per i contagiati. Il numero dei migranti che raggiungono l’Europa sta gradualmentente diminuendo.
23 marzo 2020 | 12/22
Pejman Abdolmohammadi, docente di Studi mediorientali all’Università di Trento, riferisce che le notizie ufficiali relative ai contagi purtroppo non coincidono con quelle reali: serve un’amministrazione più trasparente ed efficace in Iran. Il numero dei contagi e dei decessi dovrebbe essere molto superiore rispetto ai dati diffusi: alcune fonti parlano di oltre 4000 vittime. L’uccisione di Soleimani nel mese di gennaio e le sanzioni degli Stati Uniti non hanno fatto altro che alimentare questo periodo difficile per i cittadini. Il 70% della popolazione è contraria al Governo e aspetta solo di rivendicare quello che non gli è stato mai concesso: le libertà civili.
20 marzo 2020 | 13/22
Lo storico italo-ungherese Stefano Bottoni ci informa che, fino a una settimana fa, l’emergenza coronavirus non era percepita in Ungheria, anzi, rappresentava un fenomeno lontano. Poi sono arrivati i primi casi: i contagi sono un centinaio, tre le vittime. In un primo momento, Orbán ha minimizzato l’emergenza. Si spera che l’Ue possa vigilare sul progetto di militarizzazione della crisi. Attraverso lo stato d’emergenza il Governo è già entrato militarmente.
20 marzo 2020 | 14/22
L’analista Simone Benazzo, esperto della penisola balcanica, riferisce che tutti gli Stati dei Balcani occidentali hanno deciso di dichiarare lo stato di emergenza, chiudendo i confini: va ricordato però che questi Paesi non sono dentro l’area Schengen, quindi i trasferimenti sono già comunque limitati. I casi sono pochissimi, ma ci si chiede se corrispondano effittivamente al numero reale o se siano stati effettuati pochi tamponi. Manca personale medico, per via della fuga di cervelli che ha interessato i Balcani negli ultimi anni.
14 marzo 2020 | 15/22
Dalla Turchia, la nostra corrispondente Valentina Rita Scotti riporta i dati dell’epidemia: il primo caso positivo è stato dichiarato ufficialmente il 10 marzo: il secondo, un familiare, è stato segnalato il 13 marzo. Ma le autorità non hanno dichiarato dove sono stati segnalati. Le compagnie aeree hanno bloccato molti voli con i Paesi più a rischio. Sono stati istitutiti ospedali da campo ed effettuati prelievi del sangue.
16 marzo 2020 | 16/22
In collegamento da Creta, la giornalista greca Gilda Ligunis riferisce che i positivi al coronavirus in Grecia aumentano di giorno in giorno. La prima contagiata è una donna di Salonicco arrivata da Milano. Chiusi i ristoranti, ma non le chiese: continua la comunione ortodossa. Interrotti i voli dall’Italia. È risultata positiva anche una donna greca nel campo profughi di Lesbo.
11 marzo 2020 | 17/22
Il giornalista Carlo Cauti ci parla da San Paolo, in Brasile. L’epidemia di coronavirus è arrivata in ritardo e più lentamente rispetto all’Europa, poche decine sono i contagi. Il Paese non ha ancora attivato misure specifiche per il contenimento della diffusione. Lo stato di San Paolo ha creato una task force con le Università del Paese, medici e virologi per creare un protocollo sanitario. Il Governo sta reagendo in maniera confusa: il Presidente Bolsonaro ha minimizzato la portata dell’emergenza, mentre il Ministero della Sanità è già intervenuto per coordinare il servizio sanitario nazionale. Molte persone non possono permettersi i tamponi.
8 aprile 2020 | 18/22
Alfredo Somoza, giornalista e scrittore che vive tra l’Italia e l’America Latina, riferisce che l’epidemia di Covid-19 conta a Cuba 400 casi positivi e 11 vittime. Il sistema sanitario cubano è unico in tutto il continente americano. Già nel 2005 fu creata a Cuba la Brigada Medica Reeve, un contingente internazionale di medici specializzati in situazione di catastrofe e gravi epidemie. Questo esercito di medici e paramedici conta oggi migliaia di professionisti specializzati che sono operativi attualmente in 31 Paesi del mondo, anche in risposta al coronavirus.
14 marzo 2020 | 19/22
Da Bangkok, il giornalista Alessandro Ursic, ci informa la Thailandia ha mostrato molta preoccupazione riguardo l’epidemia prima ancora dell’Europa, per la sua vicinanza con la Cina. Eppure, i contagi sono ancora molto limitati: 75. Con la diffusione del Covid-19 in Italia il timore sta tornando. Nel Paese è buona prassi indossare la mascherina. Il settore turistico è già in ginocchio.
12 marzo 2020 | 20/22
Secondo quanto riportato da Mario Magarò, il Perù ha dichiarato lo stato d’emergenza sanitaria per 90 giorni, ma non ha introdotto particolari misure restrittive. Gli unici provvedimenti riguardano le scuole (riapriranno il 30 marzo) e la quarantena obbligatoria di 14 giorni per chi arriva da Cina, Italia, Francia e Spagna. In una città di 10 milioni di abitanti, una ventina sono i contagi. Un numero molto basso per poter creare allarmismo e una percezione seria della gravità dell’emergenza. Finora l’economia non risente, ma inevitabilmente la pandemia avrà seri impatti sul turismo.
1 aprile 2020 | 21/22
Svezia, Norvegia e Danimarca hanno avuto reazioni molto diverse all’attuale emergenza provocata dal Covid-19. La Svezia ha scelto di sensibilizzare l’opinione pubblica e facendo affidamento sul senso di responsabilità ai cittadini non ha imposto un lockdown né chiuso le frontiere. Il capo infettivologo di Stato e il Governo hanno valutato che questa è la via di minor impatto sociale ed economico. I casi di contagio sono al momento circa 4400 e le vittime circa 180. Il primo caso si è registrato a fine gennaio. La Norvegia e la Danimarca hanno invece adottato le misure di contenimento sociale più severe. In Norvegia i casi sono 4651 e le vittime 39, in Danimarca i casi sono 2860 e 90 morti. In tutti e tre i Paesi le opposizioni e, in modo particolare quelle di estrema destra, hanno perso molto terreno, essendo venuto a mancare l’alimento principale del loro discorso politico, il tema dei migranti, del tutto oscurato dal tema della pandemia.
3 aprile 2020 | 22/22
In Polonia c’è stata una iniziale sottovalutazione dell’emergenza, anche perché, per fortuna, i numeri del contagio sono contenuti. Per questa ragione il virus è stato a lungo percepito come virus “straniero”, generando anche alcune crisi diplomatiche, poi rientrate, in particolare nei confronti dell’Italia. La consapevolezza dell’emergenza è poi subentrata sia nell’opinione pubblica che nel Governo che ha ora preso misure restrittive in linea con il resto dei Paesi europei, prevedendo penali molto alte, anche euro 8000, per chi non le osserva.
Coronavirus: Brasile
19 marzo 2020 | 1/22Da Hong Kong, la scrittrice e giornalista Ilaria Maria Sala riporta il calo di contagi in Cina. La popolazione ha dimostrato preparazione e disciplina, soprattutto grazie all’esperienza della Sars del 2003, che ha cambiato la risposta davanti a una possibile epidemia. Più del 90% delle persone, senza che gli venisse chiesto, ha cominciato a indossare la mascherina protettiva. L’epidemia di coronavirus ha avuto luogo dopo 9 mesi di proteste anti-governative a Hong Kong, quindi in un momento di minima fiducia nei confronti delle autorità. Questo ha fatto sì che le persone prendessero iniziative personali per limitare il contagio.
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