Israele registra un nuovo aumento di contagi nonostante il successo della campagna vaccinale. Ecco quello che sta succedendo
Un uomo ebreo ultraortodosso riceve il vaccino anti Covid ad Ashdod, Israele, 4 gennaio 2021. REUTERS/Amir Cohen
In questo periodo, Israele ĆØ sulle prime pagine dei giornali e dei notiziari di tutto il mondo per lo straordinario successo della sua campagna vaccinale, che lo porta a essere il primo Paese al mondo per numero di vaccinati in base alla popolazione. Cominciata il 20 dicembre, un giorno dopo che il premier Benjamin Netanyahu dinanzi alle telecamere si fece inoculare la prima dose, la campagna procede a ritmo spedito e in questi giorni si stanno vaccinando gli over 40.
Il tutto, grazie soprattutto a un collaudato sistema sanitario fatto di mutue molto presenti sul territorio e di una logistica eccellente, oltre che della scelta politica di pagare di piĆ¹ il prezzo delle dosi per essere sicuri di ottenere in tempo tutte quelle necessarie. Anche io, 48nne, straniero e senza assicurazione o mutua locale, ho potuto avere la prima dose del vaccino. Sono giĆ quasi 2,8 milioni le dosi inoculate in Israele, su una popolazione di poco piĆ¹ di 9 milioni di abitanti, cosƬ che oltre il 25% della popolazione ha giĆ ricevuto almeno una dose; 550.000 hanno anche giĆ ricevuto la seconda dose. Si va spediti a ritmi di 200.000 dosi inoculate al giorno e una delle mutue, la Meuhedet, ha annunciato che comincia ora a vaccinare gli over 35, mentre si sta per introdurre il vaccino alle donne incinte. Il 77% della popolazione over 60 ĆØ stata giĆ vaccinata.
Aumentano i contagi
Ma, nonostante il successo di questa campagna vaccinale, Israele registra un notevole aumento di casi di contagio. Nei giorni scorsi si sono registrati anche oltre 10mila contagi al giorno, un record neanche mai toccato durante la prima fase (qui si parla di quarta), con un tasso di positivitĆ del 10%. Ć aumentato, allāinizio della settimana, anche il numero dei pazienti in condizioni serie, oltre 1000 in totale, con 334 in condizioni critiche, mentre le vittime totali sono 4142, 800 solo dallāinizio dellāanno. In questi giorni i numeri sono in discesa rispetto alla settimana scorsa, anche se il Governo ha deciso di estendere il lockdown fino alla fine di gennaio.
Era cominciato il 27 dicembre e sarebbe dovuto finire il 21 gennaio, ma lāaumento del tasso dimorbilitĆ (il numero dei casi di malattia registrati durante un periodo dato in rapporto al numero complessivo delle persone prese in esame), ha fatto propendere per lāestensione della misura restrittiva, per la quale non si puĆ² uscire di casa se non per ragioni urgenti o per fare la spesa, questa non a piĆ¹ di un chilometro di distanza da casa. La polizia controlla e si sta pensando anche a uno stop dei voli. Sono in molti a chiedersi come si concilino i dati dei vaccinati con lāaumento dei contagi.
Le ragioni dietro l’aumento dei casi
I fattori dietro allāaumento dei casi in Israele sono molteplici. In primo luogo, la presenza di comunitĆ chiuse. Sia la comunitĆ araba che, soprattutto, quella ebrea ortodossa, sono alquanto refrattarie non solo alla vaccinazione, ma anche allāosservanza delle misure di contenimento del virus. Il problema ĆØ anche politico: ĆØ difficile pure per gli agenti far rispettare le regole in queste comunitĆ che, infatti, hanno il dato piĆ¹ basso di multe comminate per violazioni alle regole di coronavirus. In questi gruppi, la vita continua nonostante la pandemia e riunioni, eventi, matrimoni e altro si celebrano e avvengono come se il Covid non ci fosse. Un altro problema riscontrato ĆØ la troppa confidenza nel vaccino.
Queste varianti sarebbero state portate dallāestero, in particolare dai voli provenienti dagli Emirati, divenuta meta preferita dagli Israeliani dopo la stipula degli accordi di Abramo. Tanto che il Governo ha per il momento bloccato la possibilitĆ di recarsi senza visto nel Golfo. Proprio la variante inglese, ha causato almeno il 40% dei contagi attualmente registrati in Israele. Un altro dato che influisce sullāaumento del numero di contagi, risiede paradossalmente nella ottima risposta che il Paese ha dato allāepidemia, in particolare al numero di tamponi. Secondo i dati ufficiali, lā8 gennaio si sono eseguiti in Israele 12,26 test ogni mille abitanti mentre, per fare un esempio, lo stesso giorno non festivo per entrambi, in Italia se ne sono fatti 1,95 sempre per migliaio di abitanti.
Lā11 gennaio in Israele sono stati eseguiti 126.292 tamponi, mentre in Italia, nello stesso giorno, erano stati effettuati 91.656 tamponi, 139.758 il giorno prima. In Italia il numero record di tamponi ĆØ 215.000. Il principio israeliano risiede nellāassunto āpiĆ¹ tamponi si eseguono, piĆ¹ casi si scopronoā. Tra lāaltro in Israele non si eseguono i tamponi rapidi, gli antigenici, ma solo i molecolari, che paiono essere piĆ¹ accurati e la cui risposta arriva dopo 24 ore almeno.
Israele registra un nuovo aumento di contagi nonostante il successo della campagna vaccinale. Ecco quello che sta succedendo
In questo periodo, Israele ĆØ sulle prime pagine dei giornali e dei notiziari di tutto il mondo per lo straordinario successo della sua campagna vaccinale, che lo porta a essere il primo Paese al mondo per numero di vaccinati in base alla popolazione. Cominciata il 20 dicembre, un giorno dopo che il premier Benjamin Netanyahu dinanzi alle telecamere si fece inoculare la prima dose, la campagna procede a ritmo spedito e in questi giorni si stanno vaccinando gli over 40.
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