Una delegazione Usa partirà per un viaggio diplomatico tra Colombia, Ecuador e Panamá per conoscerne le necessità infrastrutturali, in vista di una loro inclusione nel piano di Biden per contrastare la Via della seta cinese
La settimana prossima Daleep Singh, il vice-consigliere per gli affari economici internazionali degli Stati Uniti, sarà a capo di un viaggio diplomatico tra Colombia, Ecuador e Panamá. Si riunirà, stando alle anticipazioni fornite alla stampa, con il Presidente colombiano Iván Duque, con quello ecuadoriano Guillermo Lasso e con il Ministro delle Opere pubbliche panamense Rafael Sabonge.
L’importanza del viaggio di Singh non sta però nelle personalità che incontrerà, ma nelle motivazioni: conoscere le necessità infrastrutturali di questi Paesi, in vista di una loro inclusione nel Build Back Better World, il piano di connettività elaborato dall’amministrazione di Joe Biden in risposta alla Belt and Road Initiative cinese.
Dell’iniziativa statunitense, presentata al vertice G7 di Carbis Bay, conosciamo i princìpi generali (contribuire allo sviluppo infrastrutturale attraverso progetti “sostenibili” dal punto di vista ambientale, finanziario e di governance), gli obiettivi geopolitici (contenere l’espansione internazionale di Pechino) e poco più (il coinvolgimento del settore privato). Non abbiamo ancora visto, invece, l’applicazione concreta di queste intenzioni.
Non sappiamo nemmeno di cosa parlerà la delegazione guidata da Singh con i Governi di Colombia, Ecuador e Panamá. Secondo le fonti anonime riportate da Bloomberg, l’amministrazione Biden vuole prima raccogliere idee dalle istituzioni locali, per poi selezionare alcuni progetti all’inizio dell’anno prossimo.
L’America latina ha bisogno di infrastrutture
La Casa Bianca quantifica il fabbisogno infrastrutturale nei Paesi in via di sviluppo in 40mila miliardi di dollari da oggi al 2035. Per la Banca interamericana di sviluppo, all’America latina “mancano” investimenti in infrastrutture da 150 miliardi di dollari l’anno, necessari all’asfaltatura delle strade, all’aggiornamento delle reti elettriche e all’installazione di impianti di depurazione delle acque, per esempio. È la regione con la spesa in infrastrutture rapportata al Pil più bassa al mondo, dopo l’Africa subsahariana.
Con connessioni così scadenti, la crescita economica non può che risentirne. Basti pensare che – come faceva notare l’Economist – per trasportare su rotaie un carico di zucchero da Jujuy a Buenos Aires, in Argentina (circa 1675 chilometri), ci vogliono ventidue giorni: lo stesso tempo che impiegherebbe se venisse spedito via nave ad Amburgo, in Germania. Per arrivare da Bogotá, la capitale della Colombia, alla città di Santa Marta sulla costa caraibica (circa 930 chilometri), le merci hanno bisogno di due giorni.
A disincentivare gli investimenti è l’instabilità del contesto politico-normativo regionale, ma anche la corruzione – sia nel privato che nel pubblico: basti pensare all’enorme scandalo Odebrecht – ha un effetto paralizzante sull’economia e la competitività.
La Cina in America latina
La Belt and Road Initiative ha consegnato a Pechino collegamenti commerciali, possibilità di accesso alle materie prime e leve geopolitiche, anche in America latina. Dal 2018 la Cina è il primo socio commerciale della regione (Messico escluso: altrimenti il quadro cambia), superando gli Stati Uniti, e ha investito in tutta una serie di progetti sulle autostrade, le ferrovie, i porti e gli impianti energetici.
Il Build Back Better World potrebbe rappresentare, per Washington, l’occasione per aumentare il suo ruolo in America latina e – soprattutto – per far avvertire ai Paesi della regione i benefici concreti di questa presenza.
Anche gli Stati Uniti potrebbero ottenere dei vantaggi. Ad esempio per quanto riguarda l’approvvigionamento di metalli critici per la transizione energetica come il litio e il rame. Oppure per la diffusione delle proprie aziende tecnologiche: Google, infatti, realizzerà un lungo cavo sottomarino che collegherà Stati Uniti, Brasile, Uruguay e Argentina, migliorando la connettività Internet tra le due porzioni del continente e favorendo l’accesso ai suoi servizi digitali.
L’importanza del viaggio di Singh non sta però nelle personalità che incontrerà, ma nelle motivazioni: conoscere le necessità infrastrutturali di questi Paesi, in vista di una loro inclusione nel Build Back Better World, il piano di connettività elaborato dall’amministrazione di Joe Biden in risposta alla Belt and Road Initiative cinese.