Secondo i sondaggi, il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella avrebbe più del 35% dei voti, seguito dalla coalizione di sinistra Nouveau Front Populaire al 28% e dal partito di centro Ensemble guidato da Macron al 20%
Sono giorni cruciali per la Francia. Domenica 30 giugno si terrà infatti il primo turno delle elezioni legislative, organizzate in seguito all’insuccesso del partito di Emmanuel Macron in occasione del voto europeo di inizio mese e alla conseguente decisione del Presidente di sciogliere il Parlamento. E per la prima volta ad aggiudicarsi la vittoria potrebbe essere l’estrema destra, andando in questo modo ad eleggere un proprio primo ministro.
Al momento, i sondaggi non sembrano lasciare grossi dubbi. Il Rassemblement National guidato da Marine Le Pen e Jordan Bardella si colloca nettamente al primo posto, con oltre il 35% dei voti. Attorno al 28% si colloca il Nouveau Front Populaire, l’alleanza di sinistra formata da La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, i Socialisti, i Verdi e il partito comunista. Ben più indietro, con appena il 20% dei consensi, si trova infine Ensemble, la formazione centrista guidata da Macron e ora maggioritaria in parlamento.
Difficile che il voto restituisca una realtà estremamente diversa da quella delineata dai sondaggi: per quanto questi possano rivelarsi errati, infatti, il sostegno dei francesi verso l’estrema destra è stato dimostrato in maniera netta dalle recenti elezioni europee, che hanno visto il Rassemblement National ottenere un terzo dei voti totali.
Al tempo stesso, tuttavia, è pressoché impossibile fare delle proiezioni certe, in quanto la composizione del prossimo parlamento francese dipenderà molto dall’esito del secondo turno, che si terrà il 7 luglio. In Francia, infatti, i seggi non vengono distribuiti in maniera proporzionale, ma secondo un sistema uninominale maggioritario. In ogni circoscrizione, viene eletto deputato il rappresentante di quel partito che prende la maggioranza assoluta dei consensi e almeno il 25% dei voti di tutti gli aventi diritto, considerando anche gli astenuti. Se nessuno raggiunge queste condizioni, vanno al secondo turno i primi due candidati o tutti quelli che hanno ottenuto più del 12,5% dei voti degli aventi diritto. E dopo il ballottaggio viene eletto chi prende la maggioranza relativa.
Secondo gli esperti, è estremamente probabile che la destra di Le Pen e Bardella ottenga il maggior numero di seggi, ma non è detto che sia in grado di ottenere la maggioranza assoluta in Parlamento. Nel caso ci riesca, gli sviluppi sarebbero abbastanza chiari. Macron dovrebbe nominare primo ministro un rappresentante del Rassemblement National, probabilmente Jordan Bardella, che a sua volta avrebbe il compito di nominare i ministri. A quel punto, inizierebbe una coabitazione, ossia una convivenza tra un presidente – Macron – e un primo ministro di diversi colori politici. Non si tratterebbe di una novità, per la politica francese. E porterebbe ad un grosso ridimensionamento dei poteri presidenziali.
Se l’estrema destra dovesse rispettare le aspettative, ma senza sfondare al secondo turno, potrebbe ottenere invece la maggioranza relativa in Parlamento. In questo secondo scenario il Rassemblement National non avrebbe i numeri per governare da solo e dovrebbe cercare delle alleanze, stabili o anche di riforma in riforma, come fatto dagli ultimi governi centristi. Anche in questo caso, il primo ministro verrebbe espresso dall’estrema destra. Ma il governo sarebbe estremamente instabile, costantemente esposto al rischio di essere sfiduciato e di cadere.
Soprattutto nel caso in cui il secondo turno dovesse trasformarsi in un referendum tra chi è a favore e chi è contro l’estrema destra, come successo in occasione delle ultime elezioni presidenziali, anche la sinistra e – più difficilmente – il partito di Macron potrebbero ottenere la vittoria finale. Con ogni probabilità, otterrebbero solamente una maggioranza relativa dei seggi, che per i due schieramenti avrebbe un significato simile ma conseguenze totalmente diverse. Per Ensemble si tratterebbe di un successo politico, che confermerebbe lo scenario attuale ed evidenzierebbe che ai francesi la destra piace, ma non abbastanza da farla governare. Per la sinistra si tratterebbe ugualmente di un trionfo, ma con conseguenze incerte: al Nouveau Front Populaire toccherebbe guidare un governo di minoranza, con poche prospettive di trovare alleati.
Sono giorni cruciali per la Francia. Domenica 30 giugno si terrà infatti il primo turno delle elezioni legislative, organizzate in seguito all’insuccesso del partito di Emmanuel Macron in occasione del voto europeo di inizio mese e alla conseguente decisione del Presidente di sciogliere il Parlamento. E per la prima volta ad aggiudicarsi la vittoria potrebbe essere l’estrema destra, andando in questo modo ad eleggere un proprio primo ministro.