Le tensioni al confine tra Russia e Ucraina hanno riacceso il dibattito sull’adesione al Patto atlantico. Mosca ha già anticipato che un eventuale ingresso dei due Paesi avrebbe serie conseguenze militari e politiche
Attraverso l’ammassamento di soldati alla frontiera con l’Ucraina e la creazione di una crisi che potrebbe portare alla guerra, la Russia sta cercando di ottenere innanzitutto una cosa: la rinuncia formale della Nato al reclutamento di nuovi membri vicino ai suoi confini. Le azioni di Mosca potrebbero però aver avuto un effetto contrario a quello desiderato, almeno a giudicare dalle parole dei politici finlandesi.
Il Financial Times ha scritto infatti che le tensioni russo-ucraine hanno riacceso in Finlandia il dibattito sull’adesione alla Nato: Helsinki non ne fa parte – così come la vicina Svezia – ma vi collabora, oltre a possedere rapporti bilaterali molto stretti con membri rilevanti dell’alleanza come gli Stati Uniti, la Norvegia e il Regno Unito.
Nei rispettivi discorsi per l’anno nuovo, sia il Presidente finlandese Sauli Niinisto che la Prima Ministra Sanna Marin hanno voluto sottolineare che il Paese si riserva l’opzione di entrare nella Nato. Non ci sono segnali concreti in questo senso, ma la retorica politica – si è parlato di “spazio di manovra” e di “libertà di scelta” – è comunque significativa e dimostra che Helsinki non ha intenzione di acconsentire alle pretese russe. Mosca vuole mantenere degli Stati-cuscinetto neutrali tra sé e l’Organizzazione del Patto atlantico.
La Russia ha anticipato che l’ingresso eventuale di Finlandia e Svezia nella Nato avrebbe “serie conseguenze militari e politiche che richiederebbero una risposta adeguata”. Favorevoli, al contrario, sono i tre Paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania), ostili alla Russia e alle sue manovre espansive. Ad esempio Marko Mihkelson, a capo della commissione parlamentare estone per gli Affari esteri, ha detto che l’allargamento della Nato a Helsinki e Stoccolma “potrebbe rendere l’intero Nordeuropa molto più stabile e sicuro”.
La Finlandia condivide una lunga frontiera (1340 chilometri) con la Russia e mantiene vivo il ricordo della Guerra d’inverno, combattuta contro l’Unione sovietica tra il novembre 1939 e il marzo 1940. È anche per questo che, nonostante la dissoluzione dell’Urss e la fine della Guerra fredda, non ha tagliato più di tanto la sua spesa militare e continua a prestare attenzione alle tematiche di sicurezza.
D’altra parte, la Finlandia non è nemmeno completamente ostile alla Russia: tra le due nazioni ci sono importanti legami commerciali, senza dimenticare che – come riporta il Financial Times – il Presidente finlandese Niinisto è forse il leader europeo più rispettato da Vladimir Putin.
Le tensioni al confine tra Russia e Ucraina hanno riacceso il dibattito sull’adesione al Patto atlantico. Mosca ha già anticipato che un eventuale ingresso dei due Paesi avrebbe serie conseguenze militari e politiche