La politica francese esce distrutta dalle elezioni legislative, con un’affluenza bassissima dovuta a una disaffezione generale al voto. Mélenchon a 142 seggi, exploit della destra di Rassemblement National
Viste le proiezioni, non un fulmine al ciel sereno ma certamente una sconfitta netta e decisa quella di Emmanuel Macron alle elezioni legislative in Francia, che non ha più la maggioranza assoluta e rischia di dover affrontare i prossimi anni a singhiozzo, alla ricerca del continuo compromesso per poter proseguire sul cammino delle riforme e delle importanti scelte — anche di politica estera — che il Paese dovrà compiere.
Ensemble!, il partito del Presidente, passa da 350 seggi a 245 (numero lontano dai 289 seggi necessari per la maggioranza assoluta), con la preoccupante ascesa dell’estrema destra di Marine Le Pen, che passa dagli 8 seggi di Rassemblement National agli 89, permettendo alla formazione anti-immigrati ed euroscettica di formare un gruppo parlamentare per la prima volta dal 1986. L’altro vincitore della torna elettorale è senza ombra di dubbio la sinistra di Jean-Luc Mélenchon, che con Nupes ha guadagnato ben 131 seggi. Tuttavia, Nuova Unione Popolare Ecologica e Sociale, che è composta da vari partiti, potrebbe non avere un gruppo parlamentare unico, anche se le discussioni sono ancora in corso.
Ma la politica francese esce distrutta dalle elezioni legislative 2022, con un’affluenza bassissima: l’astensione è stata calcolata a quasi il 54%. Una disaffezione generale al voto che porta a un risultato elettorale anomalo, in un momento storico decisamente anomalo. Di certo, c’è la felicità di Le Pen e Mélenchon che, rispettivamente, hanno dichiarato il proprio entusiasmo e indicato nel Presidente Macron la causa dei molteplici mali che affliggono la Francia.
“Siamo il primo partito d’opposizione, i francesi hanno sfondato la porta dello scrutinio a spallate, facendo entrare 90 deputati del RN”, ha dichiarato la leader di destra. “Non posso che ringraziare gli elettori per aver contribuito all’emergere di questo grandissimo gruppo di opposizione che ci consentirà di difenderli di fronte alla politica fredda, brutale e tecnocratica di Emmanuel Macron. Potrà ancora fare quello che vuole? Chiaramente no, e sarà tanto meglio così”, ha detto Le Pen.
Macron e Élisabeth Borne, Prima Ministra, dovranno rimboccarsi le maniche per trovare una nuova maggioranza: potrebbero sottoscrivere un accordo con i Repubblicani, o di lunga durata o necessario per far passare le leggi più impellenti, come la riforma delle pensioni che trova l’opposizione sia della sinistra che dei sindacati. Al partito di Mélenchon sarà assegnata la presidenza del comitato finanziario, cruciale per le sorti dei progetti del Presidente, che saranno aspramente vagliati uno a uno. In Francia è un nuovo giorno, buono o meno lo si capirà molto presto.
Viste le proiezioni, non un fulmine al ciel sereno ma certamente una sconfitta netta e decisa quella di Emmanuel Macron alle elezioni legislative in Francia, che non ha più la maggioranza assoluta e rischia di dover affrontare i prossimi anni a singhiozzo, alla ricerca del continuo compromesso per poter proseguire sul cammino delle riforme e delle importanti scelte — anche di politica estera — che il Paese dovrà compiere.