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Haiti, l’uccisione del Presidente fa piombare il Paese nel caos


Alla già drammatica situazione della fragile nazione si aggiunge un evento dalle tragiche conseguenze

La morte del Presidente di Haiti Jovenel Moïse inasprisce ulteriormente la drammatica condizione della fragile nazione caraibica, facendola piombare in un caos istituzionale ancor più grave rispetto ai precedenti, in parallelo alla disastrosa qualità della vita dei suoi abitanti. Poteri assunti dal Primo Ministro Claude Joseph, che proprio questa settimana sarebbe stato sostituito da Ariel Henry, nominato da Moïse ma non ancora ufficialmente con le deleghe per il nuovo ruolo: ora il rischio è che non ci sia una corretta catena di comando alla guida delle istituzioni haitiane.

“Atto barbaro”

“Un atto atroce, inumano, barbaro”: così il Primo Ministro Joseph, che parla di un omicidio compiuto da “stranieri che parlano inglese e spagnolo”. Per Joseph la situazione della sicurezza è “sotto controllo”, ma è stato proclamato lo stato d’assedio, che permette il divieto dei raggruppamenti, l’impiego dei militari per compiti della polizia, l’ampliamento dei poteri esecutivi. Un passaggio importante quello sullo stop alle manifestazioni, in un Paese che ha visto negli ultimi 3 anni numerose proteste contro il Presidente Moïse.

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