Il colosso tedesco ha rilevato per 1 miliardo di dollari il sito americano attivo anche in Europa e vuole diventare il principale editore digitale del mondo. Prospettive inedite per l’autonomia strategica Ue?L’Europa si compra l’America, o perlomeno le punte di diamante della sua editoria digitale. Il mega-gruppo editoriale tedesco con sede a Berlino Axel Springer – che in patria controlla testate come Bild, il quotidiano più venduto in Europa, e Die Welt – ha chiuso un accordo per l’acquisizione di Politico, sito di informazione americano con sede in Virginia finora di proprietà del magnate Robert Allbritton. Fondato nel 2007, in poco meno di 15 anni Politico è diventato un punto di riferimento per chi segue la politica e i retroscena a stelle e strisce e dal 2014 ha replicato lo stesso modello di successo anche in Europa, inaugurando un’edizione dedicata al Vecchio continente, aprendo una sede a Bruxelles e mettendo rapidamente radici con uffici di corrispondenza anche a Parigi e Londra.
Le due società hanno annunciato l’acquisizione in una nota congiunta, confermando le indiscrezioni emerse già nei giorni scorsi, dopo mesi di trattative proseguite sottotraccia: una mossa dai molteplici risvolti anche in ottica transatlantica. Le parti si sono impegnate a non rendere noti i termini finanziari dell’intesa, ma secondo fonti citate dal New York Times prima dell’annuncio ufficiale l’operazione avrebbe un valore di 1 miliardo di dollari. La transazione, che dovrebbe compiersi nell’ultimo trimestre dell’anno, oltre all’edizione Usa di Politico riguarda anche l’edizione europea Politico.eu (di cui Axel Springer possedeva già il 50%, nell’ambito di una joint venture con il gruppo americano) e il nuovo sito di informazione tecnologica Protocol, creato nel 2020. L’operazione – l’acquisizione più grande mai fatta dal mediagroup tedesco e tra le principali fusioni del panorama mediatico internazionale negli ultimi anni – rappresenta una nuova tappa nel consolidamento dei grandi gruppi dei media digitali (dopo che BuzzFeed ha rilevato un anno fa HuffPost da Verizon Communication), ma pure la conferma del piano di espansione di Axel Springer nel mercato editoriale online americano. Un interesse tanto pronunciato che la società berlinese aveva in corso una trattativa (adesso interrotta in seguito alla fumata bianca con l’azienda di Allbritton) anche con la start-up Axios, il principale competitor di Politico fondato da alcuni ex del sito Usa.
Dopo aver abbandonato il tentativo di comprare il Financial Times sei anni fa e aver venduto una serie di giornali locali (comprese partecipazioni in media ungheresi, secondo alcuni osservatori cedute in maniera fin troppo disinteressata a investitori vicini al premier Viktor Orbán), la società tedesca ha puntato gli occhi in particolare sull’informazione digitale di qualità e sui modelli di news a pagamento riservate agli abbonati. Seguendo questa strategia, nel 2015 Axel Springer ha acquisito per 500 milioni di dollari Business Insider (oggi semplicemente Insider), pagando un valore nove volte superiore alle entrate del sito e mettendone i contenuti dietro paywall, mentre l’anno scorso ha rilevato la quota di maggioranza di Morning Brew, portale che punta sulle newsletter. Politico, che genera circa 200 milioni di dollari all’anno, sin dalla sua nascita ha avuto bilanci sempre in attivo: l’accesso alle varie edizioni del sito è gratuito, come anche la ricezione di Playbook – le sue newsletter più lette sulle due sponde dell’Atlantico -, mentre altamente redditizio è Politico Pro, il servizio di news, aggiornamenti e approfondimenti su abbonamento, che genera più della metà dei ricavi annuali dell’azienda. “L’eccezionale team di Politico ha rivoluzionato il giornalismo e ha stabilito nuovi standard”, ha commentato l’amministratore delegato del colosso editoriale tedesco Mathias Döpfner. “La nostra ambizione è diventare il principale editore digitale nel mondo democratico”. Un’impresa molto ambiziosa e adesso tutta a trazione europea che può essere letta anche come una buona notizia per l’autonomia strategica Ue. Acciaccata in questi giorni dalle difficoltà di Bruxelles sul fronte afghano, per concretizzarsi davvero ha bisogno anche del concorso dei campioni industriali del Vecchio continente in grado di competere ad armi pari con le aziende di Usa e Cina. L’editoria può – per una volta – indicare la rotta; e magari saranno altri settori dell’economia a seguire, dai trasporti alla difesa.
Le due società hanno annunciato l’acquisizione in una nota congiunta, confermando le indiscrezioni emerse già nei giorni scorsi, dopo mesi di trattative proseguite sottotraccia: una mossa dai molteplici risvolti anche in ottica transatlantica. Le parti si sono impegnate a non rendere noti i termini finanziari dell’intesa, ma secondo fonti citate dal New York Times prima dell’annuncio ufficiale l’operazione avrebbe un valore di 1 miliardo di dollari. La transazione, che dovrebbe compiersi nell’ultimo trimestre dell’anno, oltre all’edizione Usa di Politico riguarda anche l’edizione europea Politico.eu (di cui Axel Springer possedeva già il 50%, nell’ambito di una joint venture con il gruppo americano) e il nuovo sito di informazione tecnologica Protocol, creato nel 2020. L’operazione – l’acquisizione più grande mai fatta dal mediagroup tedesco e tra le principali fusioni del panorama mediatico internazionale negli ultimi anni – rappresenta una nuova tappa nel consolidamento dei grandi gruppi dei media digitali (dopo che BuzzFeed ha rilevato un anno fa HuffPost da Verizon Communication), ma pure la conferma del piano di espansione di Axel Springer nel mercato editoriale online americano. Un interesse tanto pronunciato che la società berlinese aveva in corso una trattativa (adesso interrotta in seguito alla fumata bianca con l’azienda di Allbritton) anche con la start-up Axios, il principale competitor di Politico fondato da alcuni ex del sito Usa.
Dopo aver abbandonato il tentativo di comprare il Financial Times sei anni fa e aver venduto una serie di giornali locali (comprese partecipazioni in media ungheresi, secondo alcuni osservatori cedute in maniera fin troppo disinteressata a investitori vicini al premier Viktor Orbán), la società tedesca ha puntato gli occhi in particolare sull’informazione digitale di qualità e sui modelli di news a pagamento riservate agli abbonati. Seguendo questa strategia, nel 2015 Axel Springer ha acquisito per 500 milioni di dollari Business Insider (oggi semplicemente Insider), pagando un valore nove volte superiore alle entrate del sito e mettendone i contenuti dietro paywall, mentre l’anno scorso ha rilevato la quota di maggioranza di Morning Brew, portale che punta sulle newsletter. Politico, che genera circa 200 milioni di dollari all’anno, sin dalla sua nascita ha avuto bilanci sempre in attivo: l’accesso alle varie edizioni del sito è gratuito, come anche la ricezione di Playbook – le sue newsletter più lette sulle due sponde dell’Atlantico -, mentre altamente redditizio è Politico Pro, il servizio di news, aggiornamenti e approfondimenti su abbonamento, che genera più della metà dei ricavi annuali dell’azienda. “L’eccezionale team di Politico ha rivoluzionato il giornalismo e ha stabilito nuovi standard”, ha commentato l’amministratore delegato del colosso editoriale tedesco Mathias Döpfner. “La nostra ambizione è diventare il principale editore digitale nel mondo democratico”. Un’impresa molto ambiziosa e adesso tutta a trazione europea che può essere letta anche come una buona notizia per l’autonomia strategica Ue. Acciaccata in questi giorni dalle difficoltà di Bruxelles sul fronte afghano, per concretizzarsi davvero ha bisogno anche del concorso dei campioni industriali del Vecchio continente in grado di competere ad armi pari con le aziende di Usa e Cina. L’editoria può – per una volta – indicare la rotta; e magari saranno altri settori dell’economia a seguire, dai trasporti alla difesa.
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