L’Indonesia mette a punto incentivi per favorire gli investimenti in settori strategici. Quale ruolo aspettarsi all'interno delle tensioni tra Usa e Cina?
L’Indonesia mette a punto incentivi per favorire gli investimenti in settori strategici. Quale ruolo aspettarsi all’interno delle tensioni tra Usa e Cina?
L’Indonesia ha messo a punto un piano di incentivi per favorire gli investimenti, anche stranieri, in una serie di settori strategici, come l’estrazione del nichel e la fabbricazione di componenti elettronici. L’obiettivo di Giacarta è trarre vantaggio dal contesto di riassetto di alcune filiere innescato dalle tensioni politiche tra Stati Uniti e Cina, in modo da posizionarsi come “anello” cruciale delle nuove catene globali di approvvigionamento.
L’ordine esecutivo di Biden e il quadro generale
Proprio mercoledì scorso il Presidente americano Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo per il rafforzamento delle cosiddette filiere critiche, ovvero legate a quei prodotti fondamentali per la sicurezza nazionale: i dispositivi di protezione individuale (le mascherine), i semiconduttori, alcuni minerali (le terre rare), le batterie per i veicoli elettrici e l’immagazzinamento di energia. Un’interruzione nelle forniture di questi componenti o materiali potrebbe non soltanto avere conseguenze economiche negative, ma potrebbe anche mettere in pericolo la salute e la difesa degli americani.
L’intenzione di migliorare la resilienza delle supply chain critiche era già presente nell’amministrazione di Donald Trump. In questo senso, Biden si sta ponendo in sostanziale continuità rispetto al suo predecessore. Non è strano: l’idea di ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dai fornitori esteri che potrebbero rivelarsi ostili – la Cina – piace sia ai Repubblicani che ai Democratici.
Come spiegato più volte da eastwest, la direzione strategica dell’America di Biden è la stessa di quella di Trump, ma con un approccio diverso. La nuova amministrazione accantonerà cioè i termini più aggressivi per puntare maggiormente sulla collaborazione con gli alleati per la costruzione di filiere sicure e libere dalla Cina. Non sarà facile: la ristrutturazione delle filiere è un processo complesso, che richiede organizzazione, tempo, spese (le aziende potrebbero perdere in competitività) e volontà condivise.
Per quanto riguarda i componenti tecnologici, Washington ricercherà soprattutto la cooperazione di Taiwan e del Giappone; per quanto riguarda invece le terre rare – metalli dalle tante applicazioni strategiche e quasi monopolizzati da Pechino –, quella dell’Australia.
Quale ruolo per l’Indonesia
Il 2 febbraio il Presidente indonesiano Joko Widodo ha firmato una normativa – resa pubblica solo di recente – per la designazione di 245 industrie “prioritarie”, ossia che operano in settori strategici per lo sviluppo economico del paese. L’etichetta è stata apposta ad aziende che estraggono e raffinano nichel (un metallo utilizzato nelle batterie) e che producono semiconduttori, apparecchiature per le reti wireless e componentistica elettronica varia.
Gli investitori che investiranno in queste industrie – la cifra minima è 710mila dollari per quelli stranieri – potranno accedere a una serie di benefici fiscali e di altro tipo, come agevolazioni fiscali e percorsi facilitati per l’ottenimento di licenze.
Finora l’Indonesia non ha beneficiato granché del parziale distaccamento dalla Cina da parte delle aziende americane, soprattutto tecnologiche, che hanno preferito spostare la produzione principalmente in Vietnam. Giacarta potrebbe però esibire le proprie riserve di nichel, le più grandi al mondo, per attirare le imprese del settore automobilistico. Vista infatti la tendenza all’elettrificazione della mobilità, i produttori di auto sono alla ricerca di quei materiali di base necessari alla produzione di batterie, il componente che incide di più sul prezzo finale dei veicoli elettrici.
Le riserve di nichel indonesiane valgono il 23% del totale globale. Ma il Paese non vuole limitarsi al ruolo di minatore: vuole installare sul suo territorio una filiera industriale completa, che parta dall’estrazione del nichel, passi per la sua lavorazione e finisca con la produzione di batterie.
Le potenzialità indonesiane hanno catturato l’attenzione di Tesla, la società americana di automobili elettriche fondata da Elon Musk. A inizio mese il Governo di Giacarta ha fatto sapere di aver ricevuto una proposta di investimento dall’azienda, specificando però di non essere interessato a un accordo limitato alle sole forniture di nichel. L’Indonesia vuole piuttosto ottenere da Tesla il trasferimento delle sue tecnologie per le batterie agli ioni di litio.
Non è detto che l’Indonesia riuscirà a ottenere un ruolo di partner fidato all’interno delle filiere statunitensi per le tecnologie pulite. L’amministrazione Trump aveva offerto a Giacarta un potenziamento dei rapporti commerciali per portare il Paese dentro la visione per l’Indo-Pacifico libero e aperto, la strategia di Washington per il contenimento dell’influenza cinese in Asia. Ma la Cina ha già legami economici molto stretti con l’Indonesia: non soltanto è la seconda maggiore fonte di investimenti esteri, ma è anche presente in settori strategici come appunto la lavorazione del nichel.
L’Indonesia mette a punto incentivi per favorire gli investimenti in settori strategici. Quale ruolo aspettarsi all’interno delle tensioni tra Usa e Cina?
L’Indonesia ha messo a punto un piano di incentivi per favorire gli investimenti, anche stranieri, in una serie di settori strategici, come l’estrazione del nichel e la fabbricazione di componenti elettronici. L’obiettivo di Giacarta è trarre vantaggio dal contesto di riassetto di alcune filiere innescato dalle tensioni politiche tra Stati Uniti e Cina, in modo da posizionarsi come “anello” cruciale delle nuove catene globali di approvvigionamento.
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