L’agenzia d’intelligence Usa mette a punto un tool per la gestione delle informazioni: si cerca di mettere un freno alla crescita AI della Cina
La Cia ha messo a punto un sistema basato sull’intelligenza artificiale per offrire ai suoi analisti un migliore accesso alle informazioni d’intelligence open-source. È la stessa Central Intelligence Agency a darne notizia attraverso Randy Nixon, a capo della Open-Source Enterprise division dell’agenzia. “Dobbiamo trovare l’ago nel pagliaio tra informazioni pubblicate su quotidiani, radio, televisione, internet, big data”, ha affermato Nixon interpellata da Bloomberg. “La mole di informazioni che recuperiamo è cresciuta in maniera astronomica negli ultimi 80 anni, il sistema permetterà agli analisti di trovare ciò che si sta ricercando grazie al raggruppamento di dati e alla capacità riassuntiva del tool”.
Di fatto, la Cia avrà a disposizione un meccanismo simile all’ormai famigerato ChatGPT sviluppato dall’azienda OpenAI e sarà usato anche dalle altre 18 agenzie d’intelligence come FBI, NSA e le strutture legate all’ambito militare. Da quanto si apprende, saranno solo gli analisti delle agenzie a poter usufruire del sistema, aspetto che dunque impedirà a politici o personale civile di accedere ai dati raccolti.
Il Dipartimento alla Difesa, a capo sia della National Security Agency che della Defense Intelligence Agency, ha creato una task force dedicata all’individuazione di potenziali usi e problemi associati allo sfruttamento della tecnologia. Il direttore alla ricerca dell’NSA, Gilbert Herrera, ha sottolineato il bisogno per la comunità del mondo dell’intelligence di “trovare i benefici del sistema senza violare la privacy” dei cittadini. Lo sviluppo della versione ChatGPT per l’intelligence è parte del più ampio programma del governo statunitense di contenimento della crescente forza della Cina in numerosi campi.
Secondo alcuni dati, Pechino sarà leader in ambito AI entro il 2030. Tuttavia, ad oggi la situazione appare molto diversa. “I dati parlano chiaro: nel periodo tra il 2013 e il 2022 gli Stati Uniti hanno investito 248 miliardi di dollari attraverso 4643 startup del settore. La Cina è ampiamente distanziata, avendo allocato 95 miliardi di dollari e impiegato 1337 startup”, spiega in esclusiva per eastwest Gabriele Marchionna, Cyber Strategy & Technology Advisor.
Washington e Pechino guidano la classifica delle superpotenze in ambito AI, seguite da Regno Unito, Israele, Canada, Francia, India, Giappone, Germania e Singapore. I dati offerti dimostrano, effettivamente, il vantaggio ancora esistente in campo Occidentale: secondo un report di aprile della società NetBase Quid, dal 2013 gli Usa hanno investito 1.9 volte di più rispetto a Cina e partner Ue. “Ma è bene tenere a mente che la competizione con il gigante asiatico cammina su molteplici binari: non solo AI, ma anche le altre tecnologie emergenti come semiconduttori e machine learning”, ricorda Marchionna.
Quali sono i rischi e i vantaggi delle nuove strumentazioni AI? “Bisogna sempre comprendere gli obiettivi di utilizzo delle tecnologie che, ad esempio, possono essere legate all’individuazione di minacce trasversali come attacchi terroristici a scopo cibernetico o per il riconoscimento degli impatti potenziali e le probabilità di accadimento di certi fenomeni”, spiega l’Advisor.
Come evidenziato da Gilbert Herrera dell’NSA, la privacy dei cittadini è tenuta in forte considerazione nello sviluppo del sistema. “Questo perché nei sistemi democratici si può fare affidamento su controlli trasversali”, aggiunge Marchionna. “In Cina determinati meccanismi vengono meno, motivo per il quale sono ampiamente sfruttati sistemi di videosorveglianza, riconoscimento facciale, controllo dei social media”.
La Cia ha messo a punto un sistema basato sull’intelligenza artificiale per offrire ai suoi analisti un migliore accesso alle informazioni d’intelligence open-source. È la stessa Central Intelligence Agency a darne notizia attraverso Randy Nixon, a capo della Open-Source Enterprise division dell’agenzia. “Dobbiamo trovare l’ago nel pagliaio tra informazioni pubblicate su quotidiani, radio, televisione, internet, big data”, ha affermato Nixon interpellata da Bloomberg. “La mole di informazioni che recuperiamo è cresciuta in maniera astronomica negli ultimi 80 anni, il sistema permetterà agli analisti di trovare ciò che si sta ricercando grazie al raggruppamento di dati e alla capacità riassuntiva del tool”.
Il Dipartimento alla Difesa, a capo sia della National Security Agency che della Defense Intelligence Agency, ha creato una task force dedicata all’individuazione di potenziali usi e problemi associati allo sfruttamento della tecnologia. Il direttore alla ricerca dell’NSA, Gilbert Herrera, ha sottolineato il bisogno per la comunità del mondo dell’intelligence di “trovare i benefici del sistema senza violare la privacy” dei cittadini. Lo sviluppo della versione ChatGPT per l’intelligence è parte del più ampio programma del governo statunitense di contenimento della crescente forza della Cina in numerosi campi.