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Libano, dopo l’accordo con Israele Hezbollah ferma la mobilitazione contro lo Stato ebraico


L’annuncio da parte di Nasrallah, leader del partito sciita. Israele al voto la prossima settimana, Netanyahu contro il dialogo con Beirut: se vincerò, nessun obbligo verso l’accordo firmato dal Pm Lapid

L’accordo sull’estrazione del gas nelle acque al largo di Libano e Israele sottoscritto dalle due nazioni nelle scorse settimane tiene ancora banco nelle discussioni sia a Beirut che a Tel Aviv. Mentre nel Paese dei Cedri Hezbollah ferma la mobilitazione contro lo Stato ebraico, la nazione nata nel 1948 si appresta ad andare nuovamente al voto, in un contesto ancora una volta incerto. Comun denominatore, il deal firmato per le spartizioni gasifere nel Mediterraneo orientale, che ha obbligato i partiti politici a esprimersi e prendere posizione su un evento storico, o sminuito o esaltato a seconda della convenienza.

L’annuncio da parte del leader del partito sciita Hassan Nasrallah è sicuramente un fatto positivo, che cessa al momento le ostilità contro Israele sul fronte marittimo. “Missione compiuta”, ha affermato il capo di Hezbollah in diretta tv, commentando l’accordo sul gas come una vittoria per il Libano e per la popolazione. Tuttavia, l’intera politica libanese ha letteralmente messo le mani avanti nei giudizi relativi al rapporto con Tel Aviv, con Nasrallah che ha precisato che le autorità libanesi non hanno assolutamente mosso alcun passo verso la normalizzazione dei rapporti con lo Stato ebraico.

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