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Ucraina/Russia: la difficile mediazione di Cina e Brasile


Lula ribadisce la volontà del Brasile di dialogare con entrambe le parti, mentre venerdì l'inviato speciale di Pechino è arrivato a Mosca dopo un tour diplomatico. Ma le posizioni cinesi non sembrano allineate con quelle ucraine né con quelle occidentali. 

Il conflitto in Ucraina non sembra lasciar spazio a soluzioni nel breve periodo. Continuano i bombardamenti russi, si prepara (o è già partita) la controffensiva ucraina e i morti aumentano, al contrario delle possibilità di concreti dialoghi sulla pace. Cina e Brasile ribadiscono la loro volontà a mediare nel conflitto, ma non sembra che le loro posizioni riescano ad incastrarsi con quelle Ucraine, in primis, ed Occidentali.

Il 26 Maggio, Li Hui – l’inviato speciale di Pechino sulla crisi ucraina – è arrivato a Mosca. La capitale russa era l’ultima tappa del suo primo, lungo tour diplomatico volto a trovare una soluzione politica al conflitto.

Quasi in concomitanza, c’è stata una chiamata tra il presidente brasiliano Lula e Vladimir Putin, il quale ha confermato che la Russia è aperta al dialogo sull’Ucraina. Anche Lula,  tramite un tweet,  ha ribadito la disponibilità del Brasile a dialogare con entrambe le parti. Nel tweet, Lula menziona anche altri attori del Sud Globale e la Cina, richiamando la propria posizione di non allineamento all’Occidente e la possibilità che siano proprio i Paesi in via di sviluppo a mediare nel conflitto, come aveva già affermate durante il viaggio a Pechino.

Cosa emerge dal viaggio di Li Hui

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