Le megacities sprofondano sotto il proprio peso eccessivo.
La migrazione dalle campagne verso le città, soprattutto costiere, è un evento epocale. Secondo le Nazioni Unite il 44% della popolazione vive infatti entro 150 chilometri dalla costa. Ogni anno circa 15 milioni di persone decidono di lasciare i campi e stabilirsi in città. Si fugge verso il mare ma anche di lì il futuro è preoccupante.
Da quando nel 2007 il baricentro della popolazione umana si è spostata dalle campagne alle città, il contatore ha preso a salire vertiginosamente. Le aree urbane occupano solo il 4% della superficie terrestre ma “accomodano più del 50% della popolazione umana, usano tre quarti delle risorse naturali terrestri, e ne producono altrettanti di rifiuti e inquinamento”, scrive Mobarak Khan della Bielefeld University (Germania) che ha pubblicato sulla rivista Public Health un allarmante studio sulla salute dei migranti a Dhaka, in Bangladesh. La situazione è infatti critica soprattutto in Asia, dove più della metà della popolazione ora abita in città.
Le città crescono, in altezza ed estensione. Si parla di megacittà, megacities, come vengono chiamate: singoli continenti urbani popolati da più di 10 milioni di abitanti. Secondo le Nazioni Unite erano solo 3 nel 1975, oggi sono 28 (ma forse 30, mancando dati certi per Lahore e Kinshasa). In testa le gigantesche Tokyo-Yokohama e Jakarta.
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La migrazione dalle campagne verso le città, soprattutto costiere, è un evento epocale. Secondo le Nazioni Unite il 44% della popolazione vive infatti entro 150 chilometri dalla costa. Ogni anno circa 15 milioni di persone decidono di lasciare i campi e stabilirsi in città. Si fugge verso il mare ma anche di lì il futuro è preoccupante.
Da quando nel 2007 il baricentro della popolazione umana si è spostata dalle campagne alle città, il contatore ha preso a salire vertiginosamente. Le aree urbane occupano solo il 4% della superficie terrestre ma “accomodano più del 50% della popolazione umana, usano tre quarti delle risorse naturali terrestri, e ne producono altrettanti di rifiuti e inquinamento”, scrive Mobarak Khan della Bielefeld University (Germania) che ha pubblicato sulla rivista Public Health un allarmante studio sulla salute dei migranti a Dhaka, in Bangladesh. La situazione è infatti critica soprattutto in Asia, dove più della metà della popolazione ora abita in città.
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