Libia: raggiunto ieri l’accordo per il cessate-il-fuoco tra gli uomini di Haftar e il Governo di accordo nazionale di Tripoli. E ora anche gli Usa ammettono che l’Italia aveva ragione
Libia: raggiunto ieri l’accordo per il cessate-il-fuoco tra gli uomini di Haftar e il Governo di accordo nazionale di Tripoli. E ora anche gli Usa ammettono che l’Italia aveva ragione
Il primo volo civile regolare dì venerdì 23 ottobre tra Tripoli e Bengasi dopo i lunghi mesi di guerra civile tra gli uomini di Haftar e il Governo di accordo nazionale di Tripoli è il primo, tangibile risultato del cessate-il-fuoco “permanente” firmato ieri, venerdì, a Ginevra nell’ambito del negoziato della commissione militare congiunta 5+5 tra i rappresentanti dell’est e dell’ovest del Paese. Premessa incoraggiante per l’avvio, ai primi di novembre a Tunisi, del Foro di dialogo intra-libico, primo passo per la pacificazione del Paese e le nuove elezioni. Accordo di cui hanno parlato lungamente giovedì sera a Palazzo Chigi il Presidente del Governo di accordo nazionale Fayez al-Sarraj con il premier italiano Giuseppe Conte.
Certo, la sconfitta di Haftar anche grazie agli aiuti militari di Ankara ha reso sempre più marcata la presenza anche economica della Turchia in Libia, ma Serraj ha confermato a Conte che l’Italia è e resterà un partner strategico per Tripoli. Ci sono accordi economici da riattivare, collaborazioni da riprendere e Tripoli guarda all’Italia. Ma il nostro Paese chiede a Sarraj la massima continuità nell’azione del Governo di accordo nazionale rinviando le annunciate dimissioni solo nel momento in cui si troverà una nuova leadership.
Resta un fatto che l’insistenza con la quale il nostro Paese, insieme alla Germania della Cancelliera Merkel, ha incoraggiato la soluzione politico diplomatica della crisi libica in una cornice disegnata dalle Nazioni Unite è stata premiata. Anche gli Stati Uniti, alla fine, si sono dovuti arrendere di fronte ai fatti comprendendo (forse con un certo ritardo) che era solo una millanteria quella diffusa dal loro concittadino di passaporto americano Khalifa Haftar con residenza in Virginia e precisamente a Langley (sede della Cia), secondo la quale la presa di Tripoli sarebbe stata “una passeggiata di salute” da liquidare in pochi giorni e con ridottissime perdite militari e salutata da libici festanti che non avrebbero aspettato altro. Ma la guerra per procura che ha visto impegnati da una parte la Turchia e dall’altra Egitto e Russia è andata avanti per mesi e la passeggiata sul lungomare di Tripoli promessa agli americani come unificazione e stabilizzazione definitiva del Paese è rimasta solo un sogno di Haftar.
L’inviata Speciale ad-interim del Segretario Generale delle Nazioni Unite in Libia e Capo della Missione di sostegno dell’Onu in Libia Stephanie Wlliams ha salutato l’accordo di Ginevra affermando: “Oggi è un buon giorno per la Libia”, aggiungendo “non dobbiamo lasciare vincere i cinici. Dobbiamo unire i nostri sforzi e appoggiare i libici. Se loro possono riconciliarsi, dopo questa lunga crisi, meritano il nostro massimo sostegno”. Secondo l’intesa raggiunta le unità militari e gruppi armati al fronte dovranno tornare alle loro basi, inoltre i mercenari e combattenti stranieri (nel caso specifico i russi della Wagner) dovranno partire dall’insieme dei territori libici, terra, aria e mare in un periodo massimo di tre mesi. Per l’inviata speciale “c’è ancora molto lavoro da fare” nelle prossime settimane per attuare gli impegni ed è essenziale farlo il più rapidamente possibile”. Ma, ha aggiunto il segretario dell’Onu António Guterres, “il cessate-il-fuoco deciso dalle parti in Libia è un passo fondamentale verso la pace e la stabilità nel Paese”.
Anche gli Stati Uniti “accolgono con grande favore il cessate-il-fuoco permanente e nazionale firmato durante i colloqui della Commissione militare congiunta a Ginevra”. Sul proprio sito, l’ambasciata americana in Libia precisa che “questo accordo è un importante passo avanti verso la realizzazione degli interessi condivisi di tutti i libici nella riduzione dell’escalation, nella stabilità e nella partenza dei combattenti stranieri”.
Soddisfatto naturalmente il Governo italiano che vede premiati i suoi sforzi con il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, secondo il quale “oggi è una giornata importante per la sicurezza del nostro Paese. A Ginevra i rappresentanti libici hanno raggiunto un accordo per il cessate-il-fuoco che abbiamo subito salutato con grande favore. Si tratta di un risultato importante per la Libia, che merita un futuro di pace, sicurezza e benessere. Ma si tratta di un passaggio di grande rilievo anche per la sicurezza del Mediterraneo”. Unica voce fuori dal coro quella del Presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, secondo il quale “Questo cessate-il-fuoco in Libia non mi sembra credibile. L’accordo non è al più alto livello. Vedremo per quanto tempo verrà rispettato”. Erdogan ha paragonato la tregua annunciata per la Libia a quella tra Armenia e Azerbaijan nel Nagorno Karabakh. “L’Armenia non l’ha rispettata e non la sta rispettando. Spero che non succeda la stessa cosa e che il cessate-il-fuoco in Libia venga mantenuto”.
Libia: raggiunto ieri l’accordo per il cessate-il-fuoco tra gli uomini di Haftar e il Governo di accordo nazionale di Tripoli. E ora anche gli Usa ammettono che l’Italia aveva ragione
Il primo volo civile regolare dì venerdì 23 ottobre tra Tripoli e Bengasi dopo i lunghi mesi di guerra civile tra gli uomini di Haftar e il Governo di accordo nazionale di Tripoli è il primo, tangibile risultato del cessate-il-fuoco “permanente” firmato ieri, venerdì, a Ginevra nell’ambito del negoziato della commissione militare congiunta 5+5 tra i rappresentanti dell’est e dell’ovest del Paese. Premessa incoraggiante per l’avvio, ai primi di novembre a Tunisi, del Foro di dialogo intra-libico, primo passo per la pacificazione del Paese e le nuove elezioni. Accordo di cui hanno parlato lungamente giovedì sera a Palazzo Chigi il Presidente del Governo di accordo nazionale Fayez al-Sarraj con il premier italiano Giuseppe Conte.
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