Missioni spaziali: la nuova corsa allo spazio è molto affollata
Mentre la Cina fa enormi progressi tecnologici, l’America non vuole perdere la leadership sulle missioni spaziali e pensa a un'alleanza con l'Europa per il monitoraggio dello spazio, in ottica anti-russa e anti-cinese.
John Raymond, il generale americano a capo delle operazioni spaziali del dipartimento della Difesa, ha detto che gli Stati Uniti vogliono rafforzare la cooperazione con i paesi europei per presidiare insieme lo spazio e respingere le mosse di Russia e Cina.
A fine luglio, al termine di un giro di riunioni tra Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi e Spagna, Raymond ha dichiarato davanti ai giornalisti che Mosca e Pechino hanno “sviluppato una serie di capacità progettate per negarci l’accesso allo spazio”. Si riferiva ai jammer (gli strumenti che interferiscono con la corretta trasmissione dei segnali radio), alle armi a energia diretta (come laser e microonde), ai satelliti dotati di sistemi d’offesa e anche ai missili basati a terra in grado di colpire i veicoli spaziali.
Cosa sta diventando lo spazio, secondo il generale Raymond
Secondo Raymond, lo spazio sta passando dall’essere “un dominio pacifico e benigno a uno molto più congestionato, molto più competitivo e molto più contestato”. La prima parte della frase è ovviamente scorretta: anche se la NATO lo ha inserito tra i teatri di guerra (assieme a terra, mare, cielo e cyber) solo nel 2019, già ai tempi della Guerra fredda tra Stati Uniti e Unione sovietica lo spazio possedeva una forte componente militare.
Pur non essendo mai stata “pacifica”, Raymond ha però ragione nel dire che la nuova corsa allo spazio è più affollata (tra i partecipanti ci sono la Cina, la Corea del sud e l’Unione europea, per citarne alcuni), più importante per la competitività delle nazioni (dall’orbita partono servizi di connettività, di gestione della logistica e di controllo delle infrastrutture) e più problematica per quanto riguarda le rivendicazioni sulle risorse extra-terrestri (ghiaccio, rocce e simili).
Gli obiettivi spaziali degli Stati Uniti
L’America non vuole perdere la leadership nell’accesso allo spazio, cruciale per il mantenimento del suo primato geopolitico sul mondo. E ripropone, per l’ambito oltre l’atmosfera, la stessa tattica che utilizza sulla Terra: ossia coinvolgere gli alleati, costruire con loro un fronte compatto e respingere insieme quei paesi che hanno interessi opposti ai suoi. Vale a dire la Cina e la Russia, che, dice Raymond, minacciano di militarizzare lo spazio.
Il generale sostiene che la Space Force – la forza armata dedicata al presidio spaziale, nata nel 2019 – non ha altro scopo che prevenire l’inizio o l’estensione di un conflitto nello spazio. I “guardiani” che fanno parte di questa branca si occupano del mantenimento e della difesa dei satelliti e dei sistemi di posizionamento e sorveglianza degli Stati Uniti, come il GPS.
Cosa fa l’Europa sullo spazio
Raymond ha ricordato alla stampa che l’America già collabora sullo spazio con il Regno Unito e la Francia, che possiedono dei comandi spaziali (lo UKSC e il CdE, rispettivamente). L’obiettivo dell’amministrazione di Joe Biden è iniziare a dialogare anche con altri governi affini. La Germania, ad esempio, ha recentemente istituito una propria divisione militare dedicata allo spazio, per scopi difensivi. In Italia, a luglio l’Aeronautica militare ha firmato degli accordi per lo sviluppo delle capacità spaziali con il Consiglio nazionale delle ricerche e con l’azienda italo-francese Thales Alenia Space.
A livello comunitario, l’Unione europea – coerentemente con gli obiettivi autoimposti di autonomia strategica – non vuole rimanere ai margini della nuova corsa spaziale e intende anzi diventare un attore di primo piano. Il Commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, aveva appunto dichiarato che Bruxelles ha bisogno di una strategia per lo spazio “più offensiva e aggressiva” per tenere il passo con gli sviluppi tecnologici americani e con i progressi cinesi. Aveva così annunciato la nascita di una “alleanza europea sui lanciatori spaziali per poter definire insieme […] una tabella di marcia comune per la nuova generazione di lanciatori e di tecnologie utili a garantirci un accesso autonomo allo spazio”.