Lo stallo sugli altri nomi papabili, le difficoltà del confronto con la Russia e l’attesa per l’ok della Turchia alla Svezia portano l’Alleanza alla conferma dell’attuale funzionario norvegese
Il Consiglio Nord Atlantico rinnova la fiducia al Segretario Generale uscente Jens Stoltenberg, che ancora una volta viene incaricato alla guida formale della Nato, stavolta con scadenza del mandato a ottobre 2024. Come già raccontato su eastwest nel corso delle scorse settimane, lo stallo sugli altri nomi sul tavolo, le difficoltà del conflitto in Ucraina e l’invasione della Russia, le nuove sfide relative alla crescita della Cina e, nodo gordiano, il mancato avvallo della Turchia all’ingresso della Svezia nel Patto Atlantico, alla fine hanno portato gli Alleati alla scelta più ovvia e probabilmente scontata, vista la gravità del momento, le tensioni interne e le pressioni esterne alla Nato.
“Sono onorato dalla decisione degli Alleati Nato di estendere il mio mandato come Segretario Generale al primo ottobre 2024. Il legame transatlantico tra l’Europa e il Nord America ha garantito libertà e sicurezza per quasi 75 anni e in un mondo sempre più pericoloso la nostra Alleanza è più importante che mai”. Con queste parole Stoltenberg accetta il rinnovo dell’incarico, enfatizzando il ruolo che l’Organizzazione Nord Atlantica ha svolto e continua a mandare avanti per la stabilità globale. Stabilità che oramai non esiste più nei canoni conosciuti e precedenti all’invasione russa, da ritrovare basandosi su un bilanciamento degli equilibri internazionali profondamente modificato, dove gli attori in campo cambiano e mutano pelle.
Una vera e propria sfida per la Nato, che si avvicina ad ampie falcate al summit di Vilnius, in Lituania, dell’11 e 12 luglio. Un incontro clamorosamente decisivo per le sorti dell’Alleanza, che l’anno scorso all’appuntamento annuale di Madrid rivoluzionò la propria visione con la revisione dello Strategic Concept, che abbracciò le tematiche legate al contenimento della Cina nell’Indo-Pacifico e pose le basi per l’allargamento dell’Alleanza a Finlandia e Svezia. Quest’ultimo, punto doloroso sia del mandato di Jens Stoltenberg che per tutti gli Alleati, ancora in attesa dell’ok della Turchia alla membership per Stoccolma.
Concessione che non pare proprio avverrà nelle prossime settimane: il Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan è stato piuttosto chiaro sulle condizioni necessarie affinché si possa sbloccare la situazione. A partire dall’estradizione di 130 separatisti curdi ancora ospitati in Svezia, ritenuti da Stoccolma rifugiati politici. Una questione delicata che Ankara ritiene imprescindibile per definire il suo consenso all’allargamento dell’Alleanza. “Siamo stati chiari: la lotta al terrorismo e all’islamofobia sono le nostre red lines”, ha detto Erdoğan. “Dovete accettare che l’amicizia della Turchia non può arrivare se ancora supportate o date spazio ai terroristi”.
Il Presidente turco ha rincarato la dose nelle ultime ore, aggiungendo: “Anziché perdere tempo con tattiche che distraggono l’attenzione dalle questioni importanti, crediamo che mantenere le promesse sia un metodo più razionale e che porta benefici”. Parole che arrivano in seguito alle concessioni sul rogo del Corano da parte delle autorità svedesi ma anche legate alla potenziale inchiesta sul figlio Bilal, accusato di aver lavorato per garantire una posizione di mercato dominante ad un’azienda svedese, affiliata di una società statunitense. Una vicenda che ha assunto valore geopolitico proprio perché legata alla Svezia, agli Stati Uniti e in ultima analisi alla Nato, visto che la notizia è stata divulgata nelle settimane che precedono il summit di Vilnius.
“Sono onorato dalla decisione degli Alleati Nato di estendere il mio mandato come Segretario Generale al primo ottobre 2024. Il legame transatlantico tra l’Europa e il Nord America ha garantito libertà e sicurezza per quasi 75 anni e in un mondo sempre più pericoloso la nostra Alleanza è più importante che mai”. Con queste parole Stoltenberg accetta il rinnovo dell’incarico, enfatizzando il ruolo che l’Organizzazione Nord Atlantica ha svolto e continua a mandare avanti per la stabilità globale. Stabilità che oramai non esiste più nei canoni conosciuti e precedenti all’invasione russa, da ritrovare basandosi su un bilanciamento degli equilibri internazionali profondamente modificato, dove gli attori in campo cambiano e mutano pelle.