Nato, Stoltenberg: “Fondamentale il ruolo della Turchia”
Il Segretario Generale ricorda l’importanza di Ankara per la Nato. Intanto si normalizzano i rapporti con la Grecia in merito al Mediterraneo orientale
Il Segretario Generale ricorda l’importanza di Ankara per la Nato. Intanto si normalizzano i rapporti con la Grecia in merito al Mediterraneo orientale
“Sì, ci sono differenze. Sì, ci sono disaccordi e discussioni. Ma la Turchia è un alleato importante per la Nato: basta guardare alla sua posizione geografica per rendersene conto”. Le parole di Jens Stoltenberg, Segretario Generale della Nato, sono dirette non solo ad Ankara ma anche agli altri membri dell’organizzazione: senza la Turchia, una serie di questioni, dai migranti allo Stato islamico, sarebbero di difficile gestione per l’Alleanza. Esiste un quadro ben definito e orientato al riallaccio delle relazioni positive con la nazione turca: Stati Uniti e Unione europea sono in prima linea nel definire un nuovo percorso con Ankara, e la Nato è il framework perfetto per le varie istanze esistenti.
Basi aeree e infrastrutture
Stoltenberg è intervenuto al pre evento del summit Nato — che si svolgerà a Bruxelles il 14 giugno — organizzato dal Deutsche Gesellschaft für Auswärtige Politik, Consiglio Tedesco per le Relazioni Internazionali e da Brookings Institution, toccando le tematiche più calde che affronterà l’Alleanza, in particolare l’agenda 2030 per le relazioni transatlantiche. Agenda nella quale la Turchia giocherà un ruolo da protagonista.
“La Turchia è l’unica nazione del Patto nord-atlantico confinante con Siria e Iraq; le sue infrastrutture militari sono state estremamente importanti nella guerra contro l’Isis. Il ruolo svolto da Ankara nella Global Coalition per sconfiggere Daesh è stato fondamentale, permettendo la stabilizzazione dell’area sud”. L’intervento del Segretario Generale punta a riavvicinare la Turchia agli alleati Nato, con i quali sono avvenute diverse frizioni negli ultimi anni, specie con la Grecia.
Le relazioni con la Grecia
E proprio nei giorni scorsi, i Ministri degli Esteri di Grecia e Turchia, Nikos Dendias e Mevlüt Çavuşoğlu, si sono incontrati ad Atene nel tentativo di riappianare le problematiche scaturite in seguito alle ricerche di idrocarburi nel Mediterraneo orientale. Un nuovo rendez vous tra i due Paesi avverrà proprio nel contesto Nato, al summit del 14 giugno con un faccia a faccia direttamente tra Kyriakos Mitsotakis, Primo Ministro greco e Recep Tayyip Erdogan, Presidente turco.
L’avvio di nuove discussioni è stato positivo, con le due nazioni che hanno indicato 25 tematiche da rafforzare. Dalla cooperazione al miglioramento dei rapporti bilaterali, “la Turchia è pronta al dialogo senza precondizioni”, ha detto Çavuşoğlu. Per Dendias, l’obiettivo del primo meeting organizzato è quello di “tornare ad una graduale normalizzazione nelle relazioni”.
Nel suo intervento, Stoltenberg ha ricordato che “la Nato è stata capace di mettere in atto un meccanismo che permette la de-escalation tra Grecia e Turchia, finalizzato a minimizzare i rischi di incidenti. Per me, questo è un perfetto esempio di come la Nato regolare le differenze tra Alleati”.
Il Segretario Generale ricorda l’importanza di Ankara per la Nato. Intanto si normalizzano i rapporti con la Grecia in merito al Mediterraneo orientale
“Sì, ci sono differenze. Sì, ci sono disaccordi e discussioni. Ma la Turchia è un alleato importante per la Nato: basta guardare alla sua posizione geografica per rendersene conto”. Le parole di Jens Stoltenberg, Segretario Generale della Nato, sono dirette non solo ad Ankara ma anche agli altri membri dell’organizzazione: senza la Turchia, una serie di questioni, dai migranti allo Stato islamico, sarebbero di difficile gestione per l’Alleanza. Esiste un quadro ben definito e orientato al riallaccio delle relazioni positive con la nazione turca: Stati Uniti e Unione europea sono in prima linea nel definire un nuovo percorso con Ankara, e la Nato è il framework perfetto per le varie istanze esistenti.
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