La chiamano la Nuova Russia, ma la sua idea risale ai tempi degli zar, quando l’Ucraina era chiamata “Piccola Russia” e gran parte del suo territorio apparteneva a Mosca. Novorossija è stata fondata il 23 maggio scorso in un albergo di Donetsk, proclamata capitale, con l’intento di creare uno stato tradizionalista e ortodosso, e un domani riunirsi alla grande Madre Russia.
I delegati delle regioni del sud e dell’est dell’Ucraina si sono riuniti in una sala dell’hotel Shakhtar Plaza a Donetsk. Mentre il resto del Paese si preparava a eleggere un nuovo presidente, rappresentanti delle autoproclamate repubblica di Donetsk e repubblica di Lugansk, e delle altre regioni del sudest si fondevano in un’unica entità, dando vita al nuovo stato di Novorossija. La riunione plenaria è avvenuta a porte chiuse e controllate da uomini armati in mimetica, ma è stato permesso ai giornalisti della tivù governativa russa RT di riprendere l’evento. Nella dichiarazione che i suoi fondatori hanno rilasciato alla fine della seduta, sono dichiarati gli obiettivi del nuovo stato. Si tratta di un vero manifesto ideologico: collettivizzazione delle terre, nazionalizzazione delle industrie, unità culturale col mondo russo. Il fine ultimo di Novorossija sarebbe quello di entrare a far parte dell’Unione Eurasiatica tanto voluta da Mosca e riunirsi un giorno alla grande patria putativa russa. Come scrivevamo agli inizi della rivoluzione di Euromaidan, Putin non può fare a meno dell’Ucraina per il suo progetto eurasiatico e in un modo o nell’altro sta cercando di prendersela.
Nuova Russia, vecchia storia
La scelta del nome del nuovo stato non è casuale. Novorossija si chiamava una grossa fetta di territorio oggi ucraino conquistato nel 18° secolo dalla Russia zarista agli ottomani, e coincidente con le regioni del sudest dell’odierna Ucraina, inclusa la Crimea. Mescolando qua e là gli eventi storici, aggiungendo una dose di revanscismo e condendo il tutto con ideologia panslava, i fondatori di Novorossija hanno voluto rifarsi chiaramente al movimento eurasista che tanto sta influenzando la politica del Cremlino negli ultimi anni. Ripescando l’idea di una grande Russia imperialista e antiatlantica che si spande lungo i due continenti europeo e asiatico, il progetto Novorossija è il mezzo con cui raggiungere una molteplicità di scopi. Per prima cosa dare unità alle autoproclamate repubbliche indipendentiste dell’est dell’Ucraina, tirando in ballo anche quelle regioni – sempre a forte componente russa e russofona – che ancora non hanno compiuto il passo del referendum. Secondo, continuare ad aggiungere elementi destabilizzanti nel Paese durante le tanto contestate elezioni presidenziali. E infine, ma soprattutto, creare uno stato fantoccio da controllare e poi associare o annettere. È così che se l’Unione eurasiatica di Putin non può avere l’Ucraina, avrà Novorossija.
Il califfato di Donetsk
Ma chi sono i fondatori di Novorossija? Oltre a Pavel Gubarev, autoproclamato governatore della Donetskaja respublika, e agli altri autonominati leader locali, hanno preso parte al primo congresso di Novorossija una serie di strani personaggi russi. C’era Alexander Dugin, fondatore insieme a Edvard Limonov del partito Nazional Bolscevico russo, ammiratore del nazismo e da sempre fautore dell’occupazione della Crimea; c’era Alexander Prokhanov, scrittore famoso per le sue posizioni staliniste e antisemite; e c’era Valery Korovin, membro di Eurasia, partito politico russo di estrema destra che si batte per rinforzare l’unità strategica e geopolitica della Russia e per un federalismo eurasiatico. Non a caso questi ultimi tre personaggi sono membri dell’Izborsky club, un think-thank moscovita con una certa influenza sul Cremlino, che propugna “l’idea di un impero eurasiatico che riunisca popoli e culture della Grande Russia in un unico spazio strategico”.
Secondo il manifesto di Novorossija, il nuovo stato non entrerà subito a far parte della Federazione russa, ma sarà un autonomo membro dell’Unione eurasiatica; Donetsk sarà la sua capitale, il russo la sua lingua e la religione ortodossa godrà di uno status speciale. Quando la fase costituente sarà terminata, Novorossija portà espandersi nel resto dell’Ucraina, chiamata “Piccola Russia”.
Con un mix di autocrazia, ortodossia e nazionalismo, Novorossija prende una direzione diametralmente opposta a quella di Kiev. Benvenuti nel califfato di Donetsk.
La chiamano la Nuova Russia, ma la sua idea risale ai tempi degli zar, quando l’Ucraina era chiamata “Piccola Russia” e gran parte del suo territorio apparteneva a Mosca. Novorossija è stata fondata il 23 maggio scorso in un albergo di Donetsk, proclamata capitale, con l’intento di creare uno stato tradizionalista e ortodosso, e un domani riunirsi alla grande Madre Russia.