Oppenheimer, un ebreo americano negli Stati Uniti del XX Secolo
Robert J. Oppenheimer: trionfo e caduta dell’inventore della bomba atomica. Il libro di Kai Bird e Martin J. Sherwin da cui è tratto il film di Christopher Nolan.
“Oppenheimer”, il film di Christopher Nolan uscito nelle sale cinematografiche statunitensi per il 21 luglio e atteso in quelle italiane per il 23 agosto, ripropone la storia di una delle figure più discusse della Seconda guerra mondiale.
Estremamente colto, poliglotta, affascinante, ma anche di carattere problematico, il fisico Robert Oppenheimer, già quando iniziò a frequentare a sette anni la Ethical Culture Society, era considerato una figura eccentrica e dotato di un’intelligenza superiore alla media.
Pur inserito nel contesto sociale ebraico da cui proveniva la sua famiglia, Robert visse la sua origine ebrea con un senso di latente fastidio e atteggiamenti altalenanti, non permettendo mai alla sua ebraicità di prendere il sopravvento sull’amore che provava per gli Stati Uniti, nazione che nel 1888 aveva accolto suo padre Julius, allora diciassettenne.
Questa riluttanza da parte di Robert nel dichiararsi apertamente ebreo, lo accompagnò per gran parte della sua vita. Il suo amico e collega Rabi disse che Robert “Era un ebreo, ma non voleva mostrarlo e cercò di nasconderlo. Gli ho detto che sarebbe stato un miglior fisico se solo avesse studiato il Talmud piuttosto che il sanscrito… gli avrebbe dato una maggiore considerazione di sé stesso.”
Nel 1922, durante un viaggio nel sud-ovest degli Stati Uniti assieme al suo professore di inglese, Herbert Winslow Smith, Robert chiese di poter viaggiare facendosi passare come suo fratello minore per celare il suo cognome. Smith rifiutò, ma non era raro che, in un periodo in cui l’antisemitismo negli Stati Uniti (e in Europa) stava prendendo sempre più piede e in forme anche violente, molti ragazzi ebrei, specie se figli di immigrati, cercassero di nascondere la loro origine.
Smith si accorse anche che il suo alunno mostrava sintomi di colite principalmente quando sentiva commenti offensivi nei confronti degli ebrei. Pensò quindi che i disturbi di cui era affetto lo studente potessero essere causati, o accentuati, da una condizione psicosomatica.
Nel 1916, Madison Grant, un avvocato e sostenitore dell’eugenetica, aveva pubblicato un libro che aveva avuto particolare successo, The Passing of the Great Race; Or the Racial Basis of European History (“La caduta della grande razza o le basi razziali della storia europea”) in cui esponeva la teoria della superiorità della razza nordica, e nel 1920, Henry Ford accusava la popolazione ebrea degli Stati Uniti di volersi impadronire della nazione sul piano economico, culturale e politico.
Tutto questo portò ad una crescente e generalizzata discriminazione, con hotel, ristoranti e altri locali pubblici che, oltre ai neri, proibivano l’ingresso agli ebrei.
Nella lettera di raccomandazione scritta a Ernest Rutherford quando Oppenheimer ottenne la laurea in chimica a Harvard, il suo professore di fisica, Percy Bridgman, sentì la necessità di aggiungere che “Come si deduce dal nome, Oppenheimer è ebreo, ma totalmente privo delle usuali caratteristiche della razza. È un ragazzo alto, ben piantato, dai modi simpaticamente diffidenti.”
In questa pericolosa deriva razzista, l’ebreo Robert Oppenheimer si sentiva braccato ed era quindi naturale, una sorta di istinto di sopravvivenza, che tentasse di mascherarsi e confondersi tra la popolazione bianca celando il suo essere ebreo.
In casa non si parlò mai ebraico, ma neppure tedesco (che Oppenheimer imparò a scuola) e al Julius del suo nome anagrafico preferì sempre il più statunitense Robert o il diminutivo Bob.
Anche la ricchezza in cui era cresciuto veniva vissuta da Robert in modo fastidioso: quando gli chiedevano che lavoro facesse il padre, cercava sempre di attenuare il ruolo del genitore nella compravendita di abiti, attività che veniva spesso associata con la comunità ebrea.
Nel 1922, quando Robert Oppenheimer si iscrisse a Harvard, il 21,5% degli studenti ammessi era di origine ebrea rispetto al 7% del 1900. Il rettore, Abbot Lawrence Lowell, che aveva sostituito nel 1909 Charles Eliot, propose di stabilire una quota massima per gli studenti di origine ebrea ammessi del 15%.
La battaglia antisemita che andò sempre più generalizzandosi negli Stati Uniti aveva un appiglio anche politico: la Rivoluzione russa.
Il Grande sciopero delle acciaierie che dal settembre 1919 a gennaio 1920 coinvolse un totale di 350.000 lavoratori, assieme alle proteste anarchiche alimentò un’isteria collettiva che portò all’instaurazione del Terrore rosso, anticipazione del Maccartismo che si prolungò tra la metà degli anni Quaranta e la fine degli anni Cinquanta.
Agli ebrei fu imputata l’accusa di essere bolscevichi per una tesi, definita “mitologica” da Paul Hanebrink, secondo cui la gran parte dei rivoluzionari che presero il potere nel 1917, erano ebrei.
Fu anche la presenza, tra il gennaio e il marzo 1917, di Leon Trotskij tra la comunità ebraica newyorkese che alimentò l’equivalenza ebreo=bolscevico. Il leader comunista ebreo Moissaye Olgin descrisse il rivoluzionario come un uomo “sempre aggressivo, pieno di (quella) passione (…) mentale che caratterizza gli intellettuali ebrei.”
Gli Oppenheimer, anche se si distinguevano dagli ebrei dell’East Side che applaudirono Trotskij, non si dovevano sentire troppo al sicuro in quel periodo di caccia alle streghe. Fu, infatti, da quegli anni (fine anni Dieci-inizio anni Venti del XIX secolo) che Julius iniziò a inviare il figlio Robert lontano dalle tentazioni cittadine appena gli intervalli tra una sessione e l’altra della scuola lo permettevano.
L’equazione ebreo=comunista fu uno dei fattori per cui, nel 1954, venne accusato di aver divulgato segreti inerenti alla bomba atomica all’URSS con la conseguenza della revoca dell’autorizzazione di sicurezza e l’espulsione dalla Commissione per l’energia atomica.
Robert J. Oppenheimer morì per un tumore alla gola nel 1967 e, nonostante l’appoggio avuto da gran parte della comunità internazionale, solo il 16 dicembre 2022 fu ufficialmente riabilitato dal governo degli Stati Uniti.