I Paesi Bassi investiranno 1,1 miliardi di euro in tecnologie fotoniche di nuova generazione per produrre microchip, con l’obiettivo di dominare il mercato internazionale provando a replicare il successo di ASML, asso nella manica dell’Ue
I Paesi Bassi investiranno 1,1 miliardi di euro in tecnologie fotoniche di nuova generazione per i microchip, con l’obiettivo di stimolare la nascita di un nuovo “campione nazionale” paragonabile ad ASML: è specializzata in macchinari per la litografia ultravioletta estrema (un processo che consente di produrre semiconduttori su scale ridottissime) ed è considerata un po’ l’asso nella manica dell’Unione europea, che sui chip è in ritardo rispetto agli Stati Uniti e all’Asia.
I microchip sono dei componenti elettronici fondamentali in tanti settori: automotive, elettronica, aerospazio, difesa. Proprio perché cruciali per lo sviluppo tecnologico e la competitività sono al centro di una grossa competizione economica-geopolitica tra l’America, la Cina e l’Unione europea, ciascuna intenzionata a dominarne la progettazione e la produzione.
A cosa serve la fotonica
La Commissione europea ha classificato la fotonica tra le sei “tecnologie abilitanti chiave”, ovvero quelle potenzialmente in grado di trasformare radicalmente l’industria. Come ha riassunto Bloomberg, la fotonica permette la trasmissione di informazioni attraverso la luce piuttosto che tramite segnali elettronici, e può venire impiegata per la manifattura di chip. Martijn Heck, professore all’Università di Eindhoven, ha aggiunto che la fotonica permette di trasferire più dati con meno energia e che, grazie alla sua versatilità, può essere impiegata per la guida autonoma ma anche per le infrastrutture di dati per la connettività 5G e per il computing quantistico. Heck la considera una tecnologia strategica, che l’Unione europea dovrebbe sviluppare da sé perché “se non controlli questa filiera”, dice, “non saprai mai cosa succede esattamente e se stiano venendo inserite delle back door nei chip. Alla fine è una questione di sicurezza statale”.
Il piano dei Paesi Bassi
L’iniziativa dei Paesi Bassi è stata presentata la settimana scorsa a L’Aia ed è guidata da PhotonDelta, l’agenzia governativa istituita proprio allo scopo di sviluppare la fotonica sul territorio nazionale. L’organizzazione finanzierà duecento startup; il Governo nederlandese parteciperà ai fondi con 471 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno i contributi delle università e di altri partner.
L’obiettivo dei Paesi Bassi è dominare il mercato internazionale della fotonica per i chip provando a replicare il successo di ASML, di fatto monopolista globale nei macchinari per la litografia ultravioletta estrema.
Non è la prima volta che i Paesi Bassi entrano direttamente in questo settore: nel 2020 il Governo investì 20 milioni di euro in un’impresa di Eindhoven che produce chip attraverso la fotonica, Smart Photonics. L’intervento mirava a contrastare l’interesse mostrato per l’azienda da una società cinese di venture capital sostenuta da Pechino: L’Aia, in sostanza, voleva evitare che la Cina mettesse mano sulle tecnologie di fotonica e assicurarsi che queste ultime rimanessero all’interno del Paese.
Prima ancora, nel 2019, gli Stati Uniti iniziarono a fare pressione sulle autorità nederlandesi per convincerle a non concedere ad ASML l’autorizzazione di vendita dei suoi sistemi di litografia alla Cina. Autorizzazione che, ad oggi, ASML non ha ancora ottenuto.
“Abbiamo investito un sacco di soldi e di ricerca nelle celle solari ma abbiamo perso l’intera industria a favore della Cina”, che è nettamente la maggiore produttrice di pannelli fotovoltaici al mondo, ha detto l’amministratore delegato di PhotonDelta, Ewit Roos. “Questa volta abbiamo l’opportunità di fare le cose diversamente”.
I microchip sono dei componenti elettronici fondamentali in tanti settori: automotive, elettronica, aerospazio, difesa. Proprio perché cruciali per lo sviluppo tecnologico e la competitività sono al centro di una grossa competizione economica-geopolitica tra l’America, la Cina e l’Unione europea, ciascuna intenzionata a dominarne la progettazione e la produzione.