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Il piano dei Paesi Bassi per i microchip


I Paesi Bassi investiranno 1,1 miliardi di euro in tecnologie fotoniche di nuova generazione per produrre microchip, con l’obiettivo di dominare il mercato internazionale provando a replicare il successo di ASML, asso nella manica dell'Ue

I Paesi Bassi investiranno 1,1 miliardi di euro in tecnologie fotoniche di nuova generazione per i microchip, con l’obiettivo di stimolare la nascita di un nuovo “campione nazionale” paragonabile ad ASML: è specializzata in macchinari per la litografia ultravioletta estrema (un processo che consente di produrre semiconduttori su scale ridottissime) ed è considerata un po’ l’asso nella manica dell’Unione europea, che sui chip è in ritardo rispetto agli Stati Uniti e all’Asia.

I microchip sono dei componenti elettronici fondamentali in tanti settori: automotive, elettronica, aerospazio, difesa. Proprio perché cruciali per lo sviluppo tecnologico e la competitività sono al centro di una grossa competizione economica-geopolitica tra l’America, la Cina e l’Unione europea, ciascuna intenzionata a dominarne la progettazione e la produzione.

A cosa serve la fotonica

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