Il Presidente Andrzej Duda ha affidato l’incarico al premier uscente, sconfitto alle urne, Mateusz Morawiecki, che ha scelto i propri ministri e lunedì scorso ha giurato. Un governo destinato a non durare più di due settimane, quali sono le ragioni della scelta di Duda?
La Polonia ha un nuovo governo. Ma non è l’esecutivo del cambiamento che ci si aspettava legittimamente dopo il voto di metà ottobre, che aveva segnato la fermata d’arresto dei nazionalisti al governo e la vittoria della coalizione europeista. Al contrario: ad avere l’incarico di primo ministro è proprio Mateusz Morawiecki, il premier uscente e colui che è uscito sconfitto dalle urne.
Dopo alcune settimane di riflessioni e consultazioni, il Presidente polacco Andrzej Duda ha infatti deciso di affidare l’incarico di formare un governo al suo stesso partito, la formazione conservatrice, identitaria e anti-euro Diritto e Giustizia (PiS). Morawiecki ha quindi scelto i propri ministri ed ha poi giurato come primo ministro lunedì.
La nuova squadra di governo presenta una serie di novità rispetto a quelle precedenti. In primo luogo, mancano quasi totalmente le figure di spicco del PiS: alla Difesa è restato Mariusz Błaszczak, uno dei politici più noti del partito, ma gran parte degli altri ministeri è guidata da tecnici. Oltre a questo, spicca il fatto che il nuovo esecutivo sia a maggioranza femminile: un fatto curioso per un partito che – per usare un’eufemia – non si è mai distinto per le politiche a favore delle donne. “La mia idea è di proporre facce nuove. Vogliamo dimostrare che si può governare in altro modo”, ha dichiarato Jaroslaw Kaczynski, presidente di Diritto e Giustizia e vero leader del partito.
Ma si tratta di aspetti secondari: con ogni probabilità, il nuovo governo è destinato a non durare più di due settimane. Dopo il giuramento, Morawiecki e la sua squadra devono infatti redigere un programma politico per la legislatura. Ed entro 14 giorni dalla nomina devono presentarlo in Parlamento, chiedendo la fiducia. Al momento, però, nulla lascia pensare che il PiS abbia la possibilità di ottenere il voto della maggioranza dei parlamentari. Dopo aver condotto una serie di colloqui infruttuosi con tutti gli altri soggetti politici, esclusa la principale forza di opposizione Coalizione Civica (KO), Diritto e Giustizia ha formato l’esecutivo autonomamente. Ma il partito ultraconservatore dispone soltanto di 191 seggi, quando gliene servirebbero almeno 40 in più per governare.
Tutto lascia perciò presagire che, al momento della fiducia, l’esecutivo di Morawiecki sarà bocciato dal Parlamento e costretto a farsi da parte. A quel punto, l’opposizione avrà la possibilità di proporre un proprio candidato e di formare un nuovo governo. In teoria, tutto dovrebbe filare liscio: la coalizione che ha vinto le elezioni ha in totale 248 seggi. Una volta formata la squadra di governo e sistemati gli equilibri tra Coalizione Civica e i suoi alleati – Lewica e Terza Via – Donald Tusk avrà con ogni probabilità l’opportunità di tornare primo ministro, carica che ha occupato fino al 2014.
Nonostante il governo di Morawiecki sia destinato a farsi da parte a breve, la decisione di Duda di affidare l’incarico al candidato di Diritto e Giustizia non può essere considerata priva di risvolti politici ed ha perciò fatto sorgere una serie di polemiche e di tentativi di capire le ragioni dietro alla scelta.
La prima ipotesi, riportata dal Post, è che con la nomina di Morawiecki Duda abbia cercato di posticipare il momento in cui i partiti filo-europeisti prenderanno il potere. Non si tratta soltanto di rimandare l’inevitabile: nei pochi giorni a propria disposizione, il nuovo governo potrebbe effettuare una serie di nomine importanti in ruoli extra governativi, scegliendo figure vicine al PiS e mettendo i bastoni tra le ruote all’azione futura della coalizione di Tusk.
Un’ulteriore possibilità, avanzata dal giornalista esperto di Polonia Fabio Turco, è che la mossa di Duda vada letta in primis come una questione interna al PiS. Nominando Morawiecki, il presidente lo starebbe mandando incontro a una morte certa, che potrebbe lasciare segni sul futuro politico del primo ministro. Possibile che Duda lo faccia per aprirsi la strada, nella speranza di diventare prima o poi il leader di Diritto e Giustizia.
La Polonia ha un nuovo governo. Ma non è l’esecutivo del cambiamento che ci si aspettava legittimamente dopo il voto di metà ottobre, che aveva segnato la fermata d’arresto dei nazionalisti al governo e la vittoria della coalizione europeista. Al contrario: ad avere l’incarico di primo ministro è proprio Mateusz Morawiecki, il premier uscente e colui che è uscito sconfitto dalle urne.
Dopo alcune settimane di riflessioni e consultazioni, il Presidente polacco Andrzej Duda ha infatti deciso di affidare l’incarico di formare un governo al suo stesso partito, la formazione conservatrice, identitaria e anti-euro Diritto e Giustizia (PiS). Morawiecki ha quindi scelto i propri ministri ed ha poi giurato come primo ministro lunedì.