L’opposizione del businessman Ilan Shor, vicino alla Russia, riempie le piazze della capitale Chisinau per la sesta domenica consecutiva: solida la maggioranza per l’esecutivo, ma cresce l’insofferenza popolare
Per la sesta domenica consecutiva Chisinau, la capitale della Moldavia, ha assistito alle proteste dell’opposizione del Shor Party, che chiede le dimissioni del Governo guidato da Maia Sandu. Le manifestazioni sono foraggiate da Ilan Shor, leader filo russo in esilio per questioni giudiziarie, e rappresentano una vera e propria sfida contro Sandu. La Presidente e il suo esecutivo portano avanti politiche in dialogo con l’Occidente: in occasione del vertice per il Partenariato orientale di dicembre 2021, Sandu dichiarò che la prospettiva del suo Paese è diventare membro dell’Ue.
Sembra passata un’eternità da quelle dichiarazioni visto il clima geopolitico creatosi all’indomani dell’invasione della Russia in Ucraina. Ma già nel corso di quell’incontro sul Partenariato orientale, si evidenziavano tutte le difficoltà di una simile posizione. “Abbiamo spiegato a Mosca che la scelta di aderire all’Ue è da rispettare”, disse allora la Presidente. Oggi la sua nazione vive una crisi economica che scontenta ampie fette della popolazione, nonostante non sia in discussione la maggioranza governativa.
Tuttavia, come spiegato da Vladimir Socor della Jamestown Foundation, “la base sociale del Shor Party è più larga della rappresentanza politica in Parlamento”, che conta 7 seggi. La popolarità del partito, infatti, cresce grazie alle attività di Ilan Shor, fuggitivo che ha ottenuto ospitalità in Israele, il quale è proprietario di una rete di negozi d’alimentari e farmacie a basso costo, e di progetti filantropici. Il movimento del magnate è dapprima cresciuto tra cittadini di etnia russa, per essere poi apprezzato anche dall’elettorato moldavo.
I motivi della protesta ricadono sulle accuse contro Maia Sandu, secondo i manifestanti colpevole di essere troppo accondiscendente verso i leader occidentali e che, in caso di accesso all’Unione europea, questo rischierebbe di indebitare il Paese. La Presidente è presa di mira per l’aumento dei costi dell’energia, che secondo l’opposizione è dovuto all’incapacità di trattare adeguatamente con Mosca, e per aver paventato la fine della neutralità della Moldavia, aprendo alla Nato. I manifestanti sono arrivati a chiedere la creazione di un comitato di salvezza nazionale come alternativa al Governo.
Nei giorni scorsi il Presidente della Svizzera, Ignazio Cassis, è stato ricevuto dalla Presidente Sandu, alla quale ha portato solidarietà per il contributo a ospitare quasi 100mila profughi dall’Ucraina. È stata la seconda visita in pochi mesi di Cassis, che fin da subito ha supportato economicamente e politicamente Chisinau nella gestione dei migranti dal Paese invaso dalla Russia. La Moldavia vive relazioni tese con Mosca per via dell’appoggio della Federazione alla Transnistria.
L’opposizione del businessman Ilan Shor, vicino alla Russia, riempie le piazze della capitale Chisinau per la sesta domenica consecutiva: solida la maggioranza per l’esecutivo, ma cresce l’insofferenza popolare