Il contratto con QatarEnergy partirà dal 2026: Berlino riceverà 2.7 miliardi di metri cubi all’anno per 15 anni
Ancora in fermento il mercato del gas, con l’attenzione che ruota sempre più attorno al Qatar, la nazione che attualmente ospita i mondiali di calcio e che sta assumendo un ruolo centrale nell’esportazione di GNL. Doha ha sottoscritto un nuovo accordo di lungo termine con una nazione importante e decisiva per l’economia europea, ovvero la Germania, che riceverà dal 2026 un quantitativo di gas pari a 2.7 miliardi di metri cubi all’anno per 15 anni. Un accordo sicuramente storico perché sposta inesorabilmente l’interesse verso un’area geografica come il Medio Oriente, sempre più centro mondiale dell’energia. “La Germania rappresenta il più grande mercato del gas in Europa e noi siamo impegnati nel supporto della sua sicurezza energetica”, ha affermato il Ceo di QatarEnergy Saad al-Kaabi. Da quanto si apprende, le trattative sono durate a lungo vista la volontà tedesca a non sottoscrivere agreement di lungo periodo. D’altro canto, i qatarini hanno tenuto il punto su questo specifico aspetto, spuntandola con l’accordo di 15 anni. “Le aziende devono comprendere gli obiettivi climatici di lungo termine della Germania”, ha aggiunto il Ministro dell’Economia Robert Habeck, spiegando il perché non è stato firmato un accordo ancora più lungo come quello sottoscritto dalla Cina.
La scorsa settimana Pechino e Doha hanno raggiunto un deal di ben 27 anni. “Questa è una pietra miliare, il primo sales and purchase agreement per il progetto North Field East, 4 milioni di tonnellate annue per la cinese Sinopec”, ha commentato in occasione della firma al-Kaabi. “Con l’accordo si solidificano ulteriormente le eccellenti relazioni bilaterali tra la Repubblica Popolare Cinese e lo Stato del Qatar, rispondendo ai crescenti bisogni energetici della Cina. Ciò significa — ha aggiunto il Ceo di QatarEnergy — che gli accordi di lungo termine sono importanti sia per i venditori che per i compratori”.
Dopo la Cina, la Germania: un colpo importante per le casse e l’immagine del Qatar, che sta ospitando i mondiali di calcio in un momento decisivo nel quadro delle relazioni internazionali. Con non poche polemiche legate alla gestione dei diritti umani nel Paese. Chiaramente una riflessione è necessaria su chi rivolgersi per l’acquisto di gas e, in genere, per le forniture energetiche. La Germania non riceve gas dalla Russia dallo scorso agosto: al fine di poter rimpiazzare il gas moscovita che, fino a pochi mesi fa, arrivava attraverso il gasdotto Nord Stream, Berlino sta costruendo 5 terminali, tra i quali quello di Brunsbuettel, per la trasformazione del GNL.
È evidentemente un passaggio democraticamente valido quello di diversificare dalla Russia per via delle pratiche inaccettabili portate avanti dalla nomenclatura putiniana, tra imprigionamento di dissidenti politici, esponenti del mondo queer e, in ultima analisi, l’invasione di uno Stato sovrano come l’Ucraina. Tuttavia, se perdere la possibilità di acquisto del gas russo per i motivi citati significa rivolgersi ad entità statuali che non sono dissimili nell’approccio verso le libertà individuali, la strategia rischia di far acqua da tutte le parti. L’opinione pubblica osserva e, in tal senso, valuta anche in base alle scelte governative.
Ancora in fermento il mercato del gas, con l’attenzione che ruota sempre più attorno al Qatar, la nazione che attualmente ospita i mondiali di calcio e che sta assumendo un ruolo centrale nell’esportazione di GNL. Doha ha sottoscritto un nuovo accordo di lungo termine con una nazione importante e decisiva per l’economia europea, ovvero la Germania, che riceverà dal 2026 un quantitativo di gas pari a 2.7 miliardi di metri cubi all’anno per 15 anni. Un accordo sicuramente storico perché sposta inesorabilmente l’interesse verso un’area geografica come il Medio Oriente, sempre più centro mondiale dell’energia. “La Germania rappresenta il più grande mercato del gas in Europa e noi siamo impegnati nel supporto della sua sicurezza energetica”, ha affermato il Ceo di QatarEnergy Saad al-Kaabi. Da quanto si apprende, le trattative sono durate a lungo vista la volontà tedesca a non sottoscrivere agreement di lungo periodo. D’altro canto, i qatarini hanno tenuto il punto su questo specifico aspetto, spuntandola con l’accordo di 15 anni. “Le aziende devono comprendere gli obiettivi climatici di lungo termine della Germania”, ha aggiunto il Ministro dell’Economia Robert Habeck, spiegando il perché non è stato firmato un accordo ancora più lungo come quello sottoscritto dalla Cina.