Per Ankara si prospetta un doppio canale di accordi, sia con l’Egitto che con gli Emirati Arabi Uniti. Presto un ritorno dei reciproci ambasciatori?
I commenti del Ministro degli Esteri della Turchia, Mevlüt Çavuşoğlu, rispetto alle relazioni con l’Egitto, lasciano ben sperare sul futuro tra i due Paesi, anche se in passato Il Cairo negò l’approcciarsi di un reale riavvicinamento con Ankara. Salvo smentite dalla controparte egiziana, sembra giunto il momento per la nomina degli ambasciatori nelle rispettive sedi, mancanti dal 2013 all’indomani del colpo di Stato di Abdel Fattah al-Sisi e della detronazione del leader dei Fratelli Musulmani Mohamed Morsi, deceduto poi in carcere.
Lo stato dell’arte nelle relazioni tra i tre Paesi
Per la Turchia sembra prospettarsi un doppio canale di accordi, sia con l’Egitto che con gli Emirati Arabi Uniti: Çavuşoğlu — che ha partecipato nelle scorse settimane al Baghdad summit — ha parlato di “passi in avanti” in entrambi i casi. Con Il Cairo, “se decidiamo insieme, dopo gli incontri, andremo nella direzione di nomina dell’ambasciatore”, ha detto il Ministro degli Esteri. Il riferimento è alla due giorni di incontri nella capitale del suo Paese, insieme agli agenti diplomatici egiziani che, su invito turco, sono volati ad Ankara per discutere proprio della fine delle ostilità.
Quest’ultima tornata di discussioni segue la prima avvenuta nel mese di maggio, con il titolare degli esteri Sameh Shoukry che si espresse in termini di apertura verso la Turchia. “L’Egitto cerca il raggiungimento di un punto di incontro, un terreno politico chiaro che possa tener conto dei bisogni” dei due Paesi. A quanto pare il dialogo è servito ad aprire la strada al secondo meeting in svolgimento in questi giorni, con attesi risvolti positivi.
Con Abu Dhabi, il Ministro degli Esteri turco ha ricordato il meeting di agosto del consigliere per la sicurezza nazionale Tahnoun bin Zayed al Nahyan con il Presidente Recep Tayyip Erdoğan, nel quale si è parlato di normalizzazione dei rapporti e di investimenti emiratini in Turchia, seguito dalla telefonata tra il leader di Akp e Mohammed bin Zayed della scorsa settimana.
Una serie di problematiche hanno costellato il rapporto tra la Turchia con Egitto e Uae: la guerra in Libia, le esplorazioni di gas nel Mediterraneo orientale, l’esclusione del Qatar — accusato dall’Arabia Saudita e dagli stessi Emirati di troppa autonomia in politica estera, con l’avvicinamento ad Ankara — dal Gulf Cooperation Council. Per chiudere la stagione delle tensioni, anche alla luce del disimpegno statunitense dall’area, serve un terreno politico comune.
Per Ankara si prospetta un doppio canale di accordi, sia con l’Egitto che con gli Emirati Arabi Uniti. Presto un ritorno dei reciproci ambasciatori?