Il macellaio MBS, l’arroganza di Matteo, le decisioni di Biden
La pubblicazione del rapporto della CIA rende ancora più scabrosa la performance del guitto Renzi. Il mondo guarda con il fiato sospeso alle decisioni di Biden nei confronti di Riad
La pubblicazione del rapporto della CIA rende ancora più scabrosa la performance del guitto Renzi. Il mondo guarda con il fiato sospeso alle decisioni di Biden nei confronti di Riad
“Riteniamo che il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman abbia approvato un’operazione a Istanbul per catturare o uccidere il giornalista Jamal Khashoggi”. Inizia così il rapporto redatto dalla CIA, l’agenzia di spionaggio internazionale del Governo federale degli Stati Uniti, a proposito dell’omicidio del giornalista e dissidente Jamal Khashoggi, ucciso il 3 ottobre del 2018 nel consolato saudita a Istanbul.
Le conclusioni del report pubblicato dall’Ufficio del Direttore Nazionale dell’Intelligence americana erano già trapelate, ma erano state mantenute segrete per volere del Presidente Trump.
Gina Haspel, ai tempi alla guida della CIA, due mesi dopo l’omicidio fece tappa in Turchia e al ritorno tenne un briefing a porte chiuse alla presenza dei senatori americani. Nonostante la richiesta del Congresso di pubblicare il rapporto di intelligence, l’amministrazione Trump negò l’autorizzazione, citando rischi di compromettere le fonti dei servizi. L’ex Presidente si vantò con Bob Woodward, giornalista dello stesso Washington Post dove Khashoggi scriveva, di aver così salvato il Principe.
Secondo quanto riportato dalla Central Intelligence Agency, “Bin Salman aveva il controllo assoluto della sicurezza del Regno e delle organizzazioni di intelligence, rendendo altamente improbabile l’ipotesi che i funzionari sauditi potessero condurre un’operazione di questo tipo senza la sua autorizzazione”
Il 3 ottobre del 2018 il giornalista e dissidente Jamal Khashoggi entrò nel consolato saudita di Istanbul per ottenere dei documenti necessari per sposarsi e non lasciò mai più l’edificio. Le successive indagini della polizia turca evidenziarono che Khashoggi era stato ucciso da un commando di undici persone, lo squadrone della morte inviato da Riad era stato filmato all’arrivo in aeroporto, dopo l’atterraggio su un aereo del Governo saudita. Il corpo di Khashoggi sarebbe stato fatto a pezzi e, secondo la testimonianza di un impiegato del consolato, poi bruciato in una fornace nel giardino della residenza del console. Un omicidio premeditato, per chiudere la bocca a chi osava sfidare Mohammed bin Salman.
Le dichiarazioni di Matteo Renzi
Non esattamente un “Nuovo Rinascimento saudita”, dunque, a quanto si capisce dalle indagini turche e dal report americano.
Infiammano ancora in Italia le polemiche sulle dichiarazioni infelici di Matteo Renzi rilasciate un mese fa in una intervista alla Davos del deserto. Richieste di chiarimento arrivano al capo di Italia Viva da Pd, M5S, Sinistra italiana e Verdi, anche in riferimento ai rapporti con la fondazione saudita Future Investment Initiative, che ospita Renzi nel suo board a 80mila dollari all’anno. La replica non si fa attendere. Matteo Renzi non rinnega nulla dei suoi rapporti con il controverso principe saudita (“my friend“), anzi li rivendica: “Non solo è giusto ma è doveroso intrattenere rapporti con l’Arabia Saudita, un baluardo contro l’estremismo islamico e uno dei principali alleati dell’Occidente da decenni”.
Qui i punti politici sono due e sono chiarissimi:
è inutile chiedere a Renzi di chiarire. L’ex premier di Rignano sull’Arno non ha né le conoscenze né la struttura culturale e valoriale per capire la gravità del suo comportamento. Una cosa è mantenere i rapporti con un Paese produttore di petrolio, altro è partecipare amichevolmente a un’iniziativa non dovuta (salvo che per il lauto compenso ricevuto), nel corso della quale ci si abbandona ad aperture di credito nei confronti di MBS, proprio mentre stava per essere pubblicato il rapporto della CIA, che non lascia più dubbi quanto alla natura di macellaio del principe ereditario. Conclusione? In un Paese normale, un Senatore che domani potrebbe votare la vendita di armi a Riad non potrebbe avere un rapporto a titolo oneroso con un Governo, peraltro con un capo ingombrante come MBS. Com’è possibile che non ci sia uno straccio di regolamento che impedisca simili pagliacciate? Nemmeno ci azzardiamo a invocare le dimissioni, espressione uscita dal vocabolario del Senatore Renzi da quando perse il referendum nel 2016…
le rivelazioni della CIA sulle gravissime responsabilità di Mohammed Bin Salman per l’omicidio del giornalista Khashoggi aprono una nuova pagina nella storia delle relazioni internazionali, introducendo accanto ai rapporti di forza anche elementi valoriali. A patto però che vi siano conseguenze politiche, che a oggi non si vedono… Speriamo davvero che l’Amministrazione Biden non pensi di far passare tutto in cavalleria, dopo aver avuto il coraggio di un passo così potente sulla tutela dei diritti. Aspettiamo un cenno dal Presidente…
La pubblicazione del rapporto della CIA rende ancora più scabrosa la performance del guitto Renzi. Il mondo guarda con il fiato sospeso alle decisioni di Biden nei confronti di Riad
“Riteniamo che il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman abbia approvato un’operazione a Istanbul per catturare o uccidere il giornalista Jamal Khashoggi”. Inizia così il rapporto redatto dalla CIA, l’agenzia di spionaggio internazionale del Governo federale degli Stati Uniti, a proposito dell’omicidio del giornalista e dissidente Jamal Khashoggi, ucciso il 3 ottobre del 2018 nel consolato saudita a Istanbul.
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