Regno Unito e Giappone: intelligence e tecnologia in chiave anti-cinese
Le giapponesi Fujitsu e NEC sostituiscono Huawei per realizzare le nuove reti 5G del Regno Unito. L'accordo, in corso, può fissare standard digitali molto avanzati
Le giapponesi Fujitsu e NEC sostituiscono Huawei per realizzare le nuove reti 5G del Regno Unito. L’accordo, in corso, può fissare standard digitali molto avanzati
Il quotidiano Nikkei scrive che nel prossimo accordo commerciale tra il Regno Unito e il Giappone sono previste misure ambiziose riguardo al trattamento dei dati. L’accordo prevede ad esempio che i due governi non possano né costringere le aziende a rivelare i loro algoritmi né obbligarle a conservare i dati in server locali, cioè situati all’interno dei territori delle due nazioni.
L’accordo commerciale con il Giappone è, per il Regno Unito, il primo in oltre quarant’anni di storia. E sta venendo negoziato in grande fretta – su pressione di Tokyo – in modo che possa entrare in vigore all’inizio del 2021, subito dopo la fine del periodo di transizione di Brexit.
Nonostante il poco tempo, il patto ha comunque l’ambizione di diventare un “modello” per la protezione della proprietà intellettuale e della libera circolazione dei dati che possa fungere da ispirazione per accordi futuri. Contrapponendosi, in un certo senso, ad un trend – quello della data localization – che guadagna sempre più terreno nel mondo.
I dati e la loro gestione sono temi di sempre maggiore interesse politico. Più in generale, le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale e il 5G, stanno ridefinendo – e ridefiniranno nel prossimo futuro – l’ordine globale e gli equilibri di potere.
A proposito di 5G, subito dopo l’esclusione dell’azienda cinese Huawei, il Regno Unito si è affidato al Giappone. E ha già trovato in Fujitsu e in NEC Corporation – due società tecnologiche giapponesi – dei validi sostituti di Huawei per la costruzione della nuova rete. Londra ha tutto l’interesse ad aumentare il numero di fornitori di tecnologie per il 5G in modo da favorire la concorrenza e con questa l’abbassamento dei prezzi. L’esclusione di Huawei avrà infatti delle ripercussioni negative sia sui costi sia sui tempi di sviluppo della rete 5G britannica.
Al di là dell’avvicinamento sul 5G e sul commercio, il Regno Unito vuole rafforzare anche i legami strategici con il Giappone.
A metà luglio il Financial Times aveva ad esempio raccontato dei piani di Londra per la creazione di un “D10”: un gruppo di dieci nazioni democratiche unite nell’impegno comune di investire nella crescita di aziende rivali di Huawei. Tra i Paesi chiamati a raccolta compare anche il Giappone. Oltre ovviamente a quelli dei Five Eyes, l’alleanza per la condivisione di intelligence che riunisce l’Australia, il Canada, la Nuova Zelanda, gli Stati Uniti e appunto il Regno Unito.
Invertendo le parti, il Giappone ha intenzione di espandere la cooperazione d’intelligencecon il Regno Unito, l’Australia e l’India e rafforzare le partnership militari. Lo scopo è il contenimento della Cina nel Mar cinese orientale.
Il quotidiano Nikkei scrive che nel prossimo accordo commerciale tra il Regno Unito e il Giappone sono previste misure ambiziose riguardo al trattamento dei dati. L’accordo prevede ad esempio che i due governi non possano né costringere le aziende a rivelare i loro algoritmi né obbligarle a conservare i dati in server locali, cioè situati all’interno dei territori delle due nazioni.
L’accordo commerciale con il Giappone è, per il Regno Unito, il primo in oltre quarant’anni di storia. E sta venendo negoziato in grande fretta – su pressione di Tokyo – in modo che possa entrare in vigore all’inizio del 2021, subito dopo la fine del periodo di transizione di Brexit.
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